TEATRO PUBBLICO PUGLIESE
Standing ovation per "Il silenzio grande" al Teatro Kennedy
Ieri 28 aprile è andato in scena il terzultimo spettacolo della rassegna di prosa curata dall’amministrazione comunale
Fasano - La saggezza, alle volte, non si trova in grandi opere del passato, in citazioni e ragionamenti filosofici. La saggezza, alle volte, si trova nelle parole delle governanti, come in quelle di Bettina: «Io me lo immagino così un silenzio grande, professò: fatto da tanti silenzi piccoli che si uniscono e ne fanno uno grande». Abitare nelle stesse stanze della famiglia non è sinonimo di essere presente nella sua vita. È l'assenza che rimproverano al padre i personaggi della commedia, Il silenzio grande, andata in scena ieri 29 aprile al Teatro Kennedy di Fasano per la rassegna di prosa curata dall'amministrazione comunale in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese.
Una ricca e curatissima scenografia, a rappresentare lo studio di un famoso scrittore pieno di libri rigorosamente sistemati secondo un metodo sconosciuto, accoglie lo spettatore che impara ad affezionarsi ben presto alla scena. Sul palco una famiglia e la sua storia comune e insolita al contempo, perché non tutti hanno la fortuna (o sfortuna?) di avere come padre Valerio Primič, uno dei più importanti scrittori del Novecento. Massimiliano Gallo, che dà il volto a quest'ultimo, ha primeggiato sulla scena, interpretando un personaggio dilaniato dai sensi di colpa ma esilarante in totale stile napoletano. Fedele governante, Bettina è la sua interlocutrice prediletta e nonostante l'assoluta ignoranza letteraria, si dimostra sapiente nel leggere la vita. Sarà lei, infatti, a svelare il segreto che regge l'intera narrazione. Una brillante Pina Giarmanà è stata destinataria degli applausi divertiti del pubblico, anche a scena aperta.
Lo studio di Valerio, così elegante e colmo, è il luogo dei ricordi, dei rancori, dei rimpianti. Da personale spazio di lavoro per uno scrittore diventa lettino da psicoanalisi per i tre membri della famiglia Primič: la moglie Rose, con il volto di Stefania Rocca, il figlio maggiore Massimiliano, interpretato da Jacopo Sorbini, e la figlia Adele, interpretata da Paola Senatore. Ognuno di loro vive un dramma, che sia maturo come quello di una donna adulta o sia identitario e sentimentale come quelli che turbano i due figli. Tutti, però, hanno come nucleo primario l'assenza del padre, sempre chiuso nel suo studiolo ma mai presente nelle vite dei suoi cari. Così, Massimiliano cresce inseguendolo ma senza mai raggiungerlo e Adele lo cerca in ogni uomo con cui si relaziona.
L'eccellente interpretazione attoriale ha suggellato un testo profondo e divertente scritto dalle sapienti mani di Maurizio De Giovanni e diretto da Alessandro Gassman (che compie un piccolo cameo insolito sulla scena). Il dramma, dal sapore di una classica commedia napoletana, è stato arricchito dagli effetti visivi di video mapping calibrati e funzionali alla narrazione.
Il pubblico non ha potuto che omaggiare un'opera così ben fatta, diventata anche un film per il cinema, con applausi ricorrenti e una sincera e meritatissima standing ovation finale.
Questo sarebbe dovuto essere l'ultimo appuntamento della stagione teatrale, ma la rassegna continua con due spettacoli di recupero: Anastasia della compagnia Equilibrio Dinamico, fuori abbonamento, al Teatro Sociale il prossimo 6 maggio (ore 20:30) e Buoni da morire il 18 maggio al Teatro Kennedy (sipario ore 20:30) con Debora Caprioglio, Pino Quartullo, Gianluca Ramazzotti.
di Sara Altamura
29/04/2022 alle 08:13:05
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