TRADIZIONE MONTALBANESE
22 anni di Via Crucis a Montalbano
Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Vincenzo Zizzi circa la Via Crucis che i ragazzi dell'Azione Cattolica di Montalbano hanno rappresentato nei giorni scorsi.
Via Crucis a Montalbano
Riceviamo e pubblichiamo alcune note, storiche e presenti, a cura di Vincenzo Zizzi, della rappresentazione sacra della Via Crucis che, in modo ininterrotto, da tanti anni, viene inscenata a Montalbano.
Nel 1991, dopo un primo anno di intensa e (probabilmente) feconda attività del rinnovato Gruppo Giovani, sotto la direzione spirituale di don Francesco Borselli, l'Azione Cattolica della Parrocchia S. Maria del Pozzo di Montalbano realizzava un'idea “coraggiosa” nata negli indimenticabili sabato pomeriggio trascorsi in fraternità, studio e “lavoro”, sotto il segno di una ventata di novità per la comunità montalbanese. Quell'idea, espressa subito dopo le festività natalizie da Massimo Vinale e Francesco Leone, trovò un immediato canale di entusiasmo nelle educatrici dello stesso Gruppo Giovani, suor Domenica Partipilo e suor Cristina Viscio e nel presidente parrocchiale Pasquale Zizzi che, portandola in Consiglio Parrochiale, contribuì a renderla idea e iniziativa di tutta l'Azione Cattolica.
Rappresentare la “Via Crucis” di Gesù Cristo (tenendo rigorosamente fede a un copione già scritto nella Liturgia dei Venerdì di Quaresima) richiedeva tempo, impegno, sacrificio e creatività, ma soprattutto collaborazione, a vari livelli, da parte delle istituzioni e della comunità tutta di Montalbano. Nessuno si tirò indietro: giovani e adulti lavorarono insieme per oltre due mesi, per definire il percorso, distanziare le 14 stazioni, individuare e (soprattutto) “preparare” il sito dove rappresentare la crocifissione, che per i primi 4 anni corrispose al primo tratto di terreno sterrato ai piedi delle colline in contrada Lamìola. Ci piace ricordare, in particolare, il lavoro svolto da Leonardo Spalluto, Nicola e Angelo Fanelli (che negli anni si sono occupati delle tre croci issate sul colle, a cui vengono crocifissi Gesù e i ladroni) e da Domenico Pace, che fabbricò la croce in “legno leggero” (compensato) portata in spalla da Gesù lungo la strada. Nel 1995 il percorso subì una variazione: il pretorio di Pilato, luogo della condanna (fino allora rappresentato presso la Chiesa Piccola) si “spostò” nel piazzale della Scuola Elementare: il corteo percorse Via Teano e Via Calatafimi e la crocifissione avvenne presso l'erigenda nuova Chiesa.
Dall'anno successivo, la Chiesa grande, ormai inaugurata, è divenuto il luogo di raduno e inizio della rappresentazione. La sopraelevazione delle colonne di ingresso alla stessa consente infatti a tutti di poter fruire della visione ottimale delle scene relative alle prime due stazioni (Gesù condannato a morte, deriso e gravato del peso della croce sulle spalle). Dal 1996 è rimasto immutato anche il tragitto del corteo: Via Duca degli Abruzzi, Via Calatafimi, Via Aspromonte sino alle colonne d'ingresso di Masseria Lamiola (Gesù spogliato delle vesti) e infine lo spazio accanto all'aia della stesso splendido fabbricato rurale (di proprietà della famiglia Scatigna, il cui indispensabile aiuto permette il ripetersi della manifestazione), dove vengono rappresentate crocifissione, morte e Resurrezione.
Tre anni fa, don Biagio Convertini, nel proprio messaggio di apertura ci ricordò che i primi a voler ricordare e rappresentare i momenti della “Via della Croce” furono, nel medioevo, i frati francescani; tale tradizione è stata poi trasmessa e diffusa nei secoli, anche sul nostro territorio pugliese, così simile alla Palestina soprattutto per quanto riguarda il paesaggio degli ulivi.
I numerosi spettatori hanno assistito alle prime due stazioni, presso il sagrato della Chiesa Grande: Gesù (Michele Semeraro) è condannato da Pilato (Giacomo Vinci) che libera Barabba (Daniele Loparco) assecondando la volontà del popolo. Gesù poi riceve la pesante croce, le percosse e gli insulti dai soldati romani ( Donato Natola, Antonio Pinto, Giacomo Latorre, Massimiliano Palazzo, Luigi Prisco, Giuseppe Cardone, Giuseppe Sabatelli). Il corteo percorre le strade del paese, dove Gesù incontra sua madre Maria ( Federica Maggio ) che sotto la croce affiderà a Giovanni, apostolo prediletto (Teo Scarafile); viene poi aiutato dal Cireneo ( Pierangelo Tagliente) e consolato dalla Veronica (Antonella Pugliese); ammonisce le Pie Donne ( Antonia Guarini, Annalisa Zaccaria, Madia Decarolis, Francesca Miccolis, Giulia Caramia, Francesca Vinale ), cade 3 volte sotto i colpi degli spietati schernitori ( Albano Laera, Nicola Sisto). Sulle colline presso Masseria Lamìola, Gesù viene spogliato dalle vesti e crocifisso insieme ai due ladroni ( Vito Cardone, Stefano Vinale); poi la sua morte, la professione di fede del centurione (Gianluca Natola) la pietà della Vergine Maria, la deposizione nel sepolcro donato da Giuseppe d'Arimatea (Emanuele Laera) e la Gloria della Resurrezione, annunziata dagli angioletti (Francesca Petruzzi, Stefano Rubino). Le voci narranti sono state quelle di Federica Giacovelli, Angelica Palmisano e Madia Mola. Il Parroco Don Gianluca Dibello ha aperto e chiuso la manifestazione con parole significative ed incoraggianti per i giovani attori.
Per 22 anni, ininterrottamente, nei giorni precedenti la domenica delle Palme, l'Azione Cattolica ha dunque aperto le manifestazioni storico-religiose che a Montalbano “riempiono” i 10 giorni che precedono la Santa Pasqua. La particolarità della rappresentazione montalbanese non sta tanto nella ricerca dell'impatto scenico, quanto nell'attenzione a non trascurare dettagli e personaggi. Infatti l'attento lettore potrà accorgersi che nell'elenco precedentemente riportato non manca alcun nome tra quelli riferiti e citati dalla Liturgia della Via Crucis. “Inoltre, - aggiunge il regista Peppino Spalluto, vera anima e cuore dell'iniziativa - cerchiamo di alternare sempre gli interpreti dei vari ruoli ( in 22 anni abbiamo avuto ben 17 giovani diversi che hanno interpretato Gesù) e soprattutto di rinnovare ogni anno il gruppo dei figuranti, inserendo i più piccoli che frequentano il Gruppo Giovanissimi. In tal modo, dopo essere stati per molti anni spettatori, nell'età dell'Acr, i ragazzi si trovano coinvolti nell'iniziativa in maniera diretta. E' il modo migliore per farli sentire vicini al Vangelo della Passione che ci conduce alla Pasqua.”
di Redazione
10/04/2012 alle 02:43:55
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