2° FESTIVALE 'TEMPESTE'
Mons. Nunzio Galantino a 'Tempeste': 'Dobbiamo smetterla di vedere le migrazioni come una questione economica. Basta arricchirsi sulle sventure altrui'
Il Presidente dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica ha presentato ieri, venerdì 24 settembre, in Chiesa Matrice i libri 'Sul Confine' e 'Nel cuore della vita'
FASANO - Un piccolo viaggio per conoscere meglio se stessi, i propri limiti e i propri confini. Questo e tanto altro è stata la presentazione dei libri “Sul confine” e “Nel cuore della vita” di Mons. Nunzio Galantino, svoltasi ieri, venerdì 24 settembre, nella Chiesa Matrice di Fasano. L'appuntamento, condotto dal priore della città don Sandro Ramirez, rientra nella rassegna del Festival “Tempeste – Immagini, suoni e racconti dal Mediterraneo”, promossa dalla città di Fasano per diffondere una cultura di pace e di convivialità fra le diversità.
Mons. Nunzio Galantino, già parroco e insegnante di storia e filosofia a Cerignola fino al 2012, fu nominato da Papa Francesco nel 2013 Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana, carica ricoperta fino al 2018 quando il Pontefice lo ha designato alla Presidenza dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica.
Un appuntamento a metà fra religione, spiritualità e attualità, che è riuscito a far giungere i presenti ad un grande livello di riflessione. Una prima osservazione è stata mossa sul significato del termine “Confine” - tradizionalmente inteso come un limite, una barriera, una linea capace di dividere – concepito come un varco da cui potersi affacciare ad ammirare un'altra storia, una realtà diversa dalla propria e come tale ugualmente bella perché è proprio da questo varco che può nascere il dialogo. Galantino invita a riflettere sui muri che ognuno ha dentro di sé, sull'indifferenza, sugli sbarramenti innalzati per proteggersi da presunte minacce che rinchiudono in orizzonti sempre più ristretti.
Un attento focus è stato riservato al tema delle migrazioni: «Non è bello vedere i fenomeni migratori come un fenomeno puramente economico – ha affermato mons. Galantino - perché significherebbe vedere la sventura dell'altro come una propria fortuna. Io sono cerignolano, li ho vissuto, ho insegnato e svolto il ministero presbiterale e sapete quante volte i salari si abbassano grazie alla presenza dei migranti? Sempre! E la colpa di certo non è la loro ma di tutti quelli che approfittano della loro condizione di debolezza per arricchirsi. Le migrazioni sono prima di tutto un problema di formazione e cultura, solo così si è in grado di capirli. Ma attenzione, è necessario mettersi in guardia da frasi fatte, solitamente utilizzate dal mondo della politica, che sembrano voler tracciare una via di risoluzione ma che in realtà ci portano altrove».
Occorre quindi seguire la strada del bene comune, quello spazio a metà tra ideale e concreto in cui tutti sono a proprio agio, si sentono ascoltati e sono capaci di ascoltare, di prendersi cura dell'altro. Solo attraverso la creazione di questi tipi di relazioni è possibile raggiungere la pienezza della propria bellezza.
di Mattia Arconzo
25/09/2021 alle 08:59:44
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