CULTURA
Il progetto Next Heritage: i risultati della sperimentazione
In un workshop in remoto dalla Sala conferenza del Museo Archeologico Nazionale di Egnazia, archeologi, studiosi e ricercatori hanno discusso sui risultati finali della fase di sperimentazione del progetto Next Heritage
Fasano - Ieri, venerdì 16 ottobre si è svolta una conferenza in remoto sul progetto Next Heritage, in fase di conclusione, che ha come luogo principale di applicazione il parco archeologico di Egnazia. Infatti, nel corso del pomeriggio, dalla Sala Conferenze del Museo Archeologico di Egnazia, si sono discussi, con una serie di voci autorevoli, i risultati della fase di sperimentazione.
I saluti istituzionali sono stati effettuati dalla direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Egnazia, dottoressa Angela Ciancio, che ha esteso anche i saluti della dottoressa Mariastella Margozzi, dirigente regionale Musei Puglia. A moderare l'intero workshop, Vito Santacesaria, che si occupa di ingegneria e informatica.
L'oggetto dell'incontro è stato analizzato da diverse componenti e angolature: si è parlato della Convenzione di Faro, in particolare, dell'inizio di questo progetto che è antecedente la ratifica effettuata da poco da parte dell'Italia, quasi a sancire una certa attività precursoria dello stesso progetto. In particoalre il progetto, si pone l'obiettivo di applicare la transmedialità e l'applicazione di nuove tecnologie e metodologie per promuovere un diverso rapporto tra pubblico e bene o “eredità” culturale.
Nello specifico Next Heritage si occupa di ipotizzare e rendere utilizzabili delle soluzioni di fruizione dei beni culturali secondo quanto previsto dall'avviso "INNOLABS - SOSTEGNO ALLA CREAZIONE DI SOLUZIONI INNOVATIVE FINALIZZATE A SPECIFICI PROBLEMI DI RILEVANZA SOCIALE" - POR PUGLIA FESR-FSE 2014-2020 Asse prioritario 1 - Ricerca, sviluppo tecnologico, innovazione. Azione 1.4.b “Supporto alla generazione di soluzioni innovative a specifici problemi di rilevanza sociale”. Il progetto condivide e sviluppa alcuni articoli della Convenzione di Faro, in particolare l'idea della valorizzazione dei beni culturali come pratica volta a mettere in luce il valore dell'eredità culturale come identità sociale, verso le generazioni future, attraverso la sua identificazione, studio, interpretazione, protezione, conservazione e presentazione (art. 5b). Traendo ispirazione da questa visione innovativa, il progetto Next Heritage intende sperimentare l'uso di narrazioni transmediali mirato alla valorizzazione, alla partecipazione e allo sviluppo sociale ed economico sostenibile.
La sperimentazione del progetto, che si è sviluppata nello specifico al Parco Archeologico di Egnazia, è stata finalizzata alla condivisione di metodologie agili e soluzioni tecnologiche utili alla produzione di contenuti ed esperienze transmediali per la divulgazione scientifica, la didattica e la comunicazione sociale per la valorizzazione del patrimonio culturale, materiale e immateriale, in grado di soddisfare anche obiettivi qualitativi ed economici.
Sono state utilizzate le metodologie, tecniche e tecnologie proprie della narrazione transmediale per elaborare un modello di interazione emozionale che al tempo stesso faciliti l'apprendimento e il coinvolgimento, puntando alla costruzione di un rapporto dinamico fra patrimonio e utenti. Le narrazioni transmediali ideate hanno come focus l'acropoli di Egnazia, dove è stato attivato il DEMOLAB di progetto, e si integrerà il format di storytelling digitale delle SWIPE STORY, sempre in continua evoluzione, con esperienze laboratoriali pensate per stimolare la partecipazione e il contributo di scuole e visitatori e con pannelli informativi capaci di aggiungere, in situ, elementi chiave dell'universo narrativo e stimolare i collegamenti più virtuosi per approfondire le conoscenze, insieme a prodotti editoriali “tradizionali”.
I saluti della Regione Puglia sono stati portati da Aldo Patruno del Dipartimento turismo della Regione, il quale si è complimentato sulla fattività del progetto che ha anticipato di molto la ratifica nazionale alla Convenzione di Faro.
Molto articolata la fase centrale del workshop che ha visto alternarsi diverse personalità come Giuliano Volpe (Università degli Studi di Bari), Vincenzo Bellini (Puglia Creativa), Fabio Galeandro (Museo Archeologico Nazionale e Castello di Gioia del Colle), Gaetano Grosso (InnovaPuglia), Ezia Torelli (Museo Nazionale Canne della Battaglia), Clelia Iacobone (docente liceo “Fermi” a Bari).
Interessante l'intervento di Giorgia Lepore, archeologa e docente di storia dell'arte presso l'IISS “Leonardo da Vinci” di Fasano che ha messo in luce come gli allievi di Fasano che hanno preso parte al progetto, anche con le campagne di scavi degli scorsi anni, si sono mostrati molto recettivi e soprattutto multidisciplinari.
Il professore Gianluca Mastrocinque, dell'Università di Bari, ha presentato nello specifico il progetto: “il luogo oggetto del progetto è stata l'acropoli, in cui vi è una continuità di frequentazione che racchiude circa ventinove secoli, a partire dall'Età del Bronzo. Questa trasversalità di occupazione comporta una complessità di comprensione dello stesso ai non addetti ai lavori, perciò attraverso questo si è tentato di rendere questo luogo più facilmente comprensibile a diversi tipi di pubblico, in particolare quello scolastico”.
Cynthia Leone, ha esposto i risultati dei laboratori creativi di Agorasophia, che prevede un pubblico di piccoli utenti di modellini plastici di edifici dell'acropoli come una capanna o parte del castrum bizantino. Mentre per gli utenti che rientrano in una età adolescenziale si è proposto un gioco “Egnazia Rewind” un gioco in cui due personaggi immaginari devono tornare al tempo presente seguendo una serie di step che si svolgono presso l'acropoli e il museo, un vero e proprio gioco esperienziale.
Giuliano De Felice, ha concluso il workshop analizzando i vari aspetti del progetto Next Heritage: la complessità, intesa come il linguaggio archeologico molto tecnico e scientifico; di contro la complessità va resa semplice. Infatti, la semplicità è il secondo step di questo progetto, semplificare serve a capire e comprendere meglio. Il terzo step è la molteplicità che comprende la centralità della narrazione, la distribuzione coordinata dei contenuti e che punti ad un coinvolgimento attivo delle varie tipologie di pubblico che compongono una comunità. I prodotti digitali realizzati sono la Swipe Map, visibile nel Museo archeologico di Egnazia, e una Swipe Story “Lost in time – Alla ricerca del presente perduto” disponibile nell'Apple Store e su Google Play.
La dottoressa Angela Ciancio, in conclusione dei lavori, ha messo in evidenza come questo progetto sia stato un lavoro sinergico tra varie realtà, istituzionali, accademiche e aziende, con l'obiettivo di rendere il Museo di Egnazia un catalizzatore di esperienze e cultura.
di Marica Mastrangelo
17/10/2020 alle 06:04:18
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