FESTIVAL TEMPESTE
L'Orchestra di Piazza Vittorio chiude con grinta la seconda edizione di 'Tempeste'
Lo spettacolo di musica, storie e colori dell'orchestra romana ha chiuso la seconda edizione del Festival dedicato all'integrazione a al rispetto tra i popoli.
FASANO - Una serata di musiche, storie e colori multietnici quella che ha visto inondare di grinta ed allegria il Teatro Kennedy ieri sera, giovedì 31 ottobre, per l'ultimo appuntamento del Festival “Tempeste immagini, suoni, racconti dal mediterraneo”. La kermesse, giunta alla sua seconda edizione, ha visto il patrocinio ed il sostegno della Regione Puglia, oltre che l'organizzazione dell'amministrazione comunale e la collaborazione con numerose associazioni e realtà del territorio.
L'orchestra di Piazza Vittorio è stata la protagonista della serata con un concerto che ha potuto raccontare tante storie, fatte di persone e di rapporti, di usanze e tradizioni, di luoghi e popoli, ma soprattutto di accoglienza ed integrazione. Il progetto, nato a Roma nel 2002, è una realtà unica che vede l'autotassazione volontaria di alcuni cittadini, i quali sono così riusciti a creare occupazione e i relativi permessi di soggiorno per eccellenti musicisti provenienti da tutto il mondo. Il tutto avviene avendo tra gli obiettivi principali una promozione dell‘integrazione e una sempre attiva ricerca nei vasti repertori musicali multietnici.
In un mondo sempre più egoista e indifferente; in un'Italia dove una donna con più di 80 anni e sopravvissuta ai campi di concentramento non viene rispettata, così come ricordato dal sindaco Francesco Zaccaria ad inizio concerto; e in un paese dove vince chi alza più la voce, Fasano si riscopre culla di integrazione e cooperazione tra i popoli e le varie etnie, confermando lo spirito di grande accoglienza proprio dei meridionali e soprattutto dei pugliesi.
L'orchestra di Piazza Vittorio è un esempio, un modo come un altro, per dare un riscatto motivazionale e sociale a molti stranieri e italiani che a Roma vivono in condizioni, talvolta, di emarginazione ed isolamento. La grinta dei ragazzi di Piazza Vittorio dev'essere il carburante che deve spingere sempre più avanti la cultura dell'accoglienza e del rispetto tra i popoli, basata sulla cooperazione e l'integrazione del “diverso”, non dimenticando però che quest'ultimo è ogni essere vivente.
di Mattia Arconzo
01/11/2019 alle 01:02:43
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