EVENTO NAZIONALE
Notte bianca del liceo classico a Fasano: una luce su Atlantide
Gli studenti del 'da Vinci', in una doppia replica, hanno offerto uno spettacolo per raccontare la storia della leggendaria isola di cui parla Platone
FASANO – Ci si può interrogare per secoli sull'esistenza di una città, sorta su un'isola descritta dalle più note fonti antiche? La risposta è sì, se questo luogo trasognato è Atlantide, la terra da cui ha avuto origine un mito senza tempo. E gli studenti del liceo classico “Leonardo da Vinci” di Fasano hanno approfittato della “Notte bianca del liceo classico”, che si è tenuta ieri (venerdì 12 gennaio) in 407 licei italiani, per rileggere una storia attraverso i testi che ne hanno tramandato la leggenda. Una iniziativa di livello nazionale, ideata 4 anni fa da Rocco Schembra, docente di greco e latino del liceo classico “Gulli e Pennisi” di Acireale (CT), a cui l'istituto fasanese ha preso parte per il secondo anno di fila, grazie all'impegno delle professoresse Giorgia Lepore e Teresa Liuzzi e all'entusiasmo dei ragazzi, che partecipano numerosi alle manifestazioni che mettono in risalto le loro qualità.
Gli interpreti in scena, alunni frequentanti dal primo al quinto anno, come in un'epopea hanno declamato, cantato e danzato sulle parole di Platone, che nel IV secolo a.C., nei dialoghi Timeo e Crizia, menziona per la prima volta l'isola di Atlantide, a cui è legata una stirpe, quella di Atlante, condannata alla punizione divina di Zeus. Il filosofo greco ha alimentato l'immaginazione degli autori a venire e Atlantide è diventata sinonimo di civiltà perduta: per questo la narrazione teatrale ha puntato l'attenzione sulle città sepolte di Ercolano, Pompei, Troia o Micene. Le ipotesi degli studiosi, che hanno spinto a cercare Atlantide in ogni parte del mondo (anche in un punto sommerso), tendono ad affermare che l'isola leggendaria non è altro che Thera (odierna Santorini), poco distante da Creta, culla della civiltà minoica.
Ma l'indagine è tutt'altro che chiusa: per questo i giovani interpreti, avidi di verità, hanno cercato nuovi indizi nei testi di Plinio il giovane e Shakespeare, nelle canzoni di Franco Battiato e Carmen Consoli (Atlantide e Il sorriso di Atlantide), nell'impostazione metodica dell'archeologo Heinrich Schliemann. Con qualche incursione attuale: Pompeii dei Bastille resa in latino e Faded di Alan Walker, a proposito del senso di perdizione. La scenografia, costituita da materiale di riciclo (buste, reti da pesca e teli utilizzati per raccogliere le olive), ha incorniciato in maniera eccellente la parte recitata e ne ha arricchito il significato alludendo ai quantitativi di plastica che vengono sversati in mare. I costumi, i calzari e il banchetto (simposio) allestito all'ingresso dell'auditorium liceale hanno, in definitiva, immerso gli spettatori di un'epoca di altra fattura, dove pensare aveva un ruolo fondamentale anche se, per scaricare la tensione, non mancava un ballo tipico, magari un Larilò Larilò Lallero in greco come quello che ha chiuso la “Notte bianca del liceo classico” a Fasano.
di Antonella Argento
13/01/2018 alle 06:02:26
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