FESTA PATRONALE
Raf si racconta prima del concerto in piazza Ciaia
Il cantautore di origini pugliesi, in una conferenza stampa, ha incontrato i giornalisti fasanesi per parlare della sua musica
FASANO – A chiudere la Festa Patronale 2017, stasera (lunedì 26 giugno) alle ore 22, sarà l'atteso concerto di Raf in piazza Ciaia. Intanto, questo pomeriggio, il noto cantautore ha incontrato i giornalisti della stampa locale per un'intervista a tutto tondo sulla sua lunga carriera.
Durante la conferenza, l'artista ha raccontato di sé e del suo modo di intendere la musica, senza tralasciare i progetti futuri. A partire dal prossimo album, che dovrebbe uscire probabilmente nel marzo del 2018. E a proposito del suo ultimo lavoro, dal titolo Sono Io (2015), Raf ha spiegato che «quando si fa un album si pensa a se stessi, al mondo circostante; chi ha l'opportunità di scrivere è un privilegiato. La normale vita quotidiana c'è sempre per tutti, ma io, non dovendo andare a lavoro in fabbrica o in ufficio ho più tempo a disposizione per riflettere sulle cose e per comunicarle alle persone. Tutti i dischi – ha aggiunto – sono un lavoro introspettivo o una osservazione sulla realtà, su quello che ci circonda, sul passato, sul futuro. Questo album ha questo titolo perché per la prima volta c'è una canzone che parlava un po' più di me».
A proposito del suo grande repertorio, che ha preso avvio nei primi anni '80, ha ribadito che «tutte le canzoni sono state fatte con grande amore e, in realtà, le canzoni sono come la stesura di un cortometraggio, come mini storie, anche quando si tratta di quelle che trattano d'amore. Quelle che toccano fatti personali – ha spiegato –, come Iperbole, scritta quando è nato mio figlio, sono meno popolari, meno programmate dalle radio, ma hanno certamente un minimo di coinvolgimento in più per me».
Parlando degli esordi, poi, ha spiegato: «Ero un ragazzo e in quanto tale avrei potuto commettere errori in qualsiasi momento. Poi il successo è arrivato all'improvviso, un successo pop anche se ero abituato al rock, e questa fama così popolare e imprevista mi ha procurato degli shock emotivi. Nel tempo ho trovato la mia dimensione – ha precisato –. Alla fine quando salgo su un palco o scrivo una canzone sono quello degli anni '80: grande istinto senza progettazione. Faccio musica pop ma mai pre-confezionata. Programmare per filo e per segno non mi piace, non ci riuscirò mai!».
Alla domanda “Cosa è rimasto degli anni '80 (parafrasando uno dei suoi successi più noti)”, ha ribadito che «quegli sono stati anni rivoluzionari, caratterizzati da invenzioni fondamentali come il cellulare e da grandi cambiamenti geo-politici. E tutto ciò ha inciso sulla vita di ognuno di noi». Alla luce di questo, dunque, secondo Raf «la musica è sana leggerezza, spensieratezza, non deve avere necessariamente dei ruoli nella società, però può esprimere punti di vista. E poi, a volte le canzoni sono come l'abbraccio di un amico, qualcosa che dà una mano nel momento del bisogno». Prima di lasciare la stampa locale, però, ha concluso dicendo che «i soli segreti per piacere a tutte le generazioni sono l'onestà e un grande amore per la musica, che ti portano a fare cose con istinto e passione».
di Angelica Sicilia
26/06/2017 alle 19:31:02
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