SERATA SPECIALE
La storia dell'uomo e pittore Ernest Verner emoziona al Teatro Kennedy
I ragazzi del 'da Vinci' hanno presentato un suggestivo spettacolo sull'artista per il progetto 'Intrecci di musica e letteratura'
FASANO – La bellezza dell'arte, il potere dei sogni, il coraggio di essere se stessi, la forza della libertà: non ci sono epoche storiche in cui inquadrare tutto ciò, semplicemente perché è qualcosa che appartiene all'anima e l'anima, si sa, non ha vincoli o restrizioni. È per questo che la storia di Ernest Verner, grande Maestro svizzero approdato a Fasano, anche a distanza di tempo, è riuscita ad assorbire totalmente i ragazzi dell'Istituto “Leonardo da Vinci” che, ieri sera (mercoledì 7 giugno), al Teatro Kennedy, hanno portato in scena Ernest Verner: i colori di un uomo. Luci e ombre di una vita dedicata alla pittura. Lo spettacolo è frutto del progetto “Intrecci di musica e letteratura” che, sotto la vulcanica spinta dei docenti Mina Corelli e Michele Iacovazzi, ha visto impegnati più di un centinaio di studenti, come interpreti, musicisti, cantanti, ballerini e organizzatori dietro le quinte. Un vero “esercito di pace”, come lo ha definito la dirigente Stella Carparelli durante il suo saluto d'apertura, che ha letteralmente preso a cuore Verner, come uomo e come pittore. Duri mesi di ricerca, di impegno, partiti con stupore e curiosità verso un artista semisconosciuto che pure aveva deciso di trascorrere gli ultimi 25 anni della sua esistenza proprio a Fasano.
Sono i ragazzi stessi, “narratori digitali”, a ripercorrere la sua Storia dalle origini. A partire dallo speciale legame con la madre, per poi proseguire con i suoi primi viaggi, alla scoperta di sé e di altre culture. Una costante che avviluppa le sue giornate è l'arte: è per questo che si iscrive alla Reale Accademia di Belle Arti di Firenze, dove si diploma nel 1942. Poi il racconto prosegue con il suo continuo peregrinare in Europa, i suoi primi riconoscimenti artistici, di cui parla persino «Le Figaro», le amicizie importanti come quella con il giovane Principe Enrico di Baviera. Tavolozza, pennelli e colori non lo abbandonano mai, neppure sul battello Kerylos, ancorato in Toscana. È qui che decide di tenere accanto a sé un cucciolo di leonessa: un animale insolito, che condizionerà la felicità di tutta la sua vita. Ma le dimensioni del felino si fanno spropositate e Verner deve abbandonare il battello. Si trasferisce a Calci, in un convento abbandonato ma, malvisto, è costretto ad andare via. Grazie al giornalista Angelo Lombardi raggiunge lo Zoosafari di Fasano, un posto dove garantire una buona vita alla sua Sciù Sciù. Qui inizia il suo essere uomo e pittore immerso in un paesaggio nuovo, travolgente, tra chi lo addita come “zingaro” e chi lo avvicina in modo sincero, riservandogli affetto fino a quel 17 giugno del 1997 che segnò la fine dei suoi giorni sulla terra. Questa trama scorre così sul palco, fonde il racconto a riflessioni letterarie, a momenti coreutici e a canzoni di generi diversi ma dense di significato: Oro nero di Giorgia, Ho imparato a sognare dei Negrita, La libertà di Giorgio Gaber, Vivo per lei di Giorgia e Andrea Bocelli, Tu sei pazzo mica Van Gogh di Caparezza, solo per citarne alcune.
I linguaggi moderni, mescolati tra loro con la spontaneità e la freschezza dei ragazzi, hanno permesso di costruire un viaggio nella conoscenza, un viaggio nella vita e nel cuore di Ernest Verner che ha così ripreso a battere. Questo Maestro, con le sue tante avventure, i suoi quadri come chiave di lettura di un mondo in evoluzione, con il suo modo di pensare e la sua attenzione per tutte le arti, ha trasmesso ai giovani protagonisti un messaggio di speranza, di coraggio, di determinazione. E adesso, anche grazie alle sue splendide tele, continuerà a dire la sua. Perché la bellezza delle arti e la lungimiranza delle menti geniali sono immortali.
Un plauso va a Danilo Rizzo, Verner sul palcoscenico, a tutti coloro che hanno permesso la riuscita dello spettacolo, oltre che ai ragazzi sul palco, dotati di talento e umanità, nonostante la giovane età. Coinvolti nel progetto anche ex docenti e studenti. A chiusura dello spettacolo sono intervenuti Annalucia Leccese, presidente dell'Associazione “Amici di Ernest Verener” che ha riscoperto questo artista, e il sindaco Francesco Zaccaria.
di Angelica Sicilia
08/06/2017 alle 01:15:54
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