SODALIZIO SILVANO
Riuscito esperimento della Pro Selva: Villa Damaso Bianchi cantiere culturale ideale per conferenze, convegni e spettacoli
Torna a brillare il faro della cultura. Un ciclo di incontri ha suscitato interesse e ottima partecipazione.
Logo dell'Associazione Pro Selva
SELVA DI FASANO - Non c'era modo migliore per festeggiare i 100 anni di Villa Damaso Bianchi a Selva di Fasano se non farla rivivere come luogo di aggregazione socio-culturale, così come lo aveva voluto il creativo Damaso Bianchi, pittore, uomo di cultura e viaggiatore, che aveva fatto edificare questa originale villa in stile moresco su uno dei siti più panoramici della collina e che lo inaugurò proprio nel 1912.
In occasione del centenario della fondazione l'Associazione Pro Selva, che ha chiesto e ottenuto in concessione dall'Amministrazione comunale gli spazi esterni e la casa del custode per tre stagioni estive, ha messo a punto una serie di iniziative che hanno avuto il merito di riaprire la struttura rimasta sino allora, purtroppo, alla mercede di vandali e soggetta all'usura del tempo, riportando il pubblico nella struttura, facendola conoscere e avviando un indovinato cantiere culturale.
Il sodalizio presieduto da Rosanna Petruzzi Lozupone, prima di aprire al pubblico il parco di villa Damaso Bianchi, ha dovuto, dunque, effettuare una serie di interventi di sistemazione come la pulizia degli spazi e il ripristino dell'impianto elettrico; ha provveduto ad acquistare e posizionare un cancello all'ingresso, anche quello trafugato, mentre sono stati chiusi gli accessi alla villa attraverso i quali i vandali hanno operato danni, distruzione e incendi all'interno della casa. Sono stati realizzati e posizionati nel parco anche alcuni pannelli esplicativi che raccontano la storia del Minareto, la figura di Damaso Bianchi e la sua opera pittorica, segnali che aiutano il visitatore a prendere coscienza e conoscenza dell'originalità del sito.
Per quanto riguarda gli incontri culturali per i celebrare il centenario della villa, ad oggi se ne sono svolti già cinque; momenti a carattere programmatorio, divulgativo o prettamente culturale per culminare con una serata di spettacolo rievocativa delle feste che ai tempi della Belle Époque qui avevano luogo.
La prima delle manifestazioni, il 22 luglio, è stato una sorta di manifesto su quello che l'Associazione Pro Selva intende fare di questo luogo al fine di tenere viva l'attenzione su villa Damaso Bianchi, diffonderne la conoscenza e stimolare le istituzioni affinché vengano percorse tutte le vie per giungere ad un pieno recupero della struttura. L'arch. Beniamino Attoma Pepe ha dimostrato come il Minareto possa e debba essere un cantiere culturale aperto a tutte le associazioni del territorio, ha presentato un concorso fotografico aperto a tutti, studenti compresi, che si concluderà il prossimo anno il cui intendimento è quello di raccogliere immagini che raccontino il Minareto, sia nelle sue parti architettoniche che sullo stato di conservazione o di degrado. Nel corso della serata è stato presentato il logo delle iniziative che si svolgeranno al Minareto e del festival che qui si intende realizzare, è stata annunciata una pubblicazione e la produzione di un video su Villa Damaso Bianchi e suggerito a tutti i fasanesi di segnalare sul sito del FAI (Fondo per l'Ambiente Italiano) il Minareto come luogo del cuore. Se il sito venisse scelto, perché il più votato, potrebbe essere la fondazione FAI a farsi carico dei lavori di restauro della villa. Ora tocca ai fasanesi cercare di convincere il FAI “sommergendolo” di segnalazioni. La serata è stata poi arricchita dalla lettura scenica di poesie di autori orientali, in omaggio allo stile del luogo, curate da Fabrizio Giannuzzi e Francesca Montanaro, momento proposto dal locale Presidio del Libro; i dicitori sono stati accompagnati dal suono magico dell'arpa del maestro Coco, mentre una degustazione di bevande orientali offerte dal Barrino e dal la bottega del Commercio Equo e Solidale ha concluso la serata.
Il 27 luglio, invece, è stata la volta dell'incontro, curato dalla locale sezione della Società di Storia Patria, dedicato ad Ignazio Ciaia, patriota fasanese martire della Rivoluzione Partenopea del 1799, ma non nella veste di politico, bensì in quella di poeta, autore i profonde e tenere composizioni. Il presidente del sodalizio, dott. Angelo Sante Trisciuzzi si è interfacciato con la relatrice della serata, la prof.ssa Maria Semeraro Hermann, massima studiosa su Ignazio Ciaia la quale ne ha raccontato vita ed opere e, grazie all'intervento della signora Tina Caroli sono stati letti brani e poesie di Ignazio Ciaia, inquadrati nel contesto storico e nel particolare momento del vissuto dell'autore.
Il 30 luglio, nel corso dell'incontro "Lo stile Eclettico nelle ville fasanesi tra ‘800 e ‘900", l'arch. Maria Liuzzi e la prof.ssa Maria De Mola hanno presentato dei disegni inediti rinvenuti anni fa che mostravano progetti di costruzioni in stile eclettico, una moda in voga nel XIX secolo che coniugava neoclassicismo ed era preludio al Liberty. Progetti e studi che non sono stati poi fedelmente realizzati a Fasano, ma i cui caratteri e analogie si ritrovano in numerose ville sparse tra la Selva, Laureto e Savelletri. Le due relatrici hanno realizzato un interessante video, hanno raccontato le caratteristiche dei progetti e dello stile, le modalità di costruzione tra le maestranze nostrane del tempo e l'impegno dello Stato italiano preoccupato di realizzare uno stile nazionale dopo aver unificato la nazione. Una serata interessante e partecipata che ha consentito di conoscere e documentare esempi di ville e particolari che presentano incredibili analogie non solo tra costruzioni di zone limitrofe, ma tra città lontane di regioni diverse.
Successivamente, il 3 agosto, l'architetto Beniamino Attoma Pepe ha portato il numerosissimo pubblico accorso a scoprire cosa c'è dietro il giardino, la torre e la facciata di villa Dmaso Bianchi, luoghi già di per sé originali e incantati. Lo ha fatto con uno stratagemma scenico, efficace ed originale, simulando una esplorazione degli ambienti e delle stanze interne effettuata con la complicità dell'avv. Raffaele Trisciuzzi, i due hanno mostrato al pubblico i diversi ambienti, le stanze dei vari piani in cui si articola la costruzione sino a giungere, gradino dopo gradino, alla sommità della torre del Minareto dove il panorama è unico, con un a visione che spazia a 360°, abbracciando il mar Adriatico alla valle del canale di Pirro, da Monopoli ad Alberobello passando per Ostuni, Locorotondo e Martina Franca. La serata è stata l'occasione per lanciare anche delle idee su come la villa possa diventare un luogo di incontri, di piccoli convegni, un centro di studi e di ricerca, la location ideale per mostre e attività formative, insomma il cuore pulsante delle attività culturali cittadine, riaccendendo la luce alla sommità della torre che, come asseriva Damaso Bianchi, rappresentava il faro della cultura. Per restare in tema, sposandosi con lo stile orientale del sito, la serata si è conclusa con la degustazione di cuscus a cura della tenuta Moncelle.
Infine, il 5 agosto, spazio per musica e arte. Com'erano le famose feste che Damaso Bianchi ospitava nella sua villa e che facevano accorrere notabili barese e personalità da tutta la Puglia negli anni Venti e Trenta del secolo scorso? Ci ha pensato il Gruppo di Attività teatrali “Peppino Mancini” che ha fatto rivivere il clima della Belle Époque, con una rappresentazione teatrale articolata e coinvolgente con tanto di padrone di casa e signora impegnati nell'accoglienza degli ospiti, canzoni di inizio secolo, recitazione di poesie, performances artistiche, pittori e poeti impegnati a dare il meglio di sé, esibizioni di tango e danze orientali, per concludere la festa con lo sparo di fuochi d'artificio, insomma una puntuale rievocazione di quelle serate e l'auspicio che villa Damaso Bianchi possa continuare a rivestire pienamente il ruolo per cui il proprietario, un secolo fa l'aveva realizzata.
La strada tracciata sembra quella giusta: conoscenza recupero e valorizzazione della villa devono essere un obiettivo che deve impegnare tutti: le pubbliche amministrazioni per percorrere tutte le possibili strade per ottenere finanziamenti per i lavori di recupero della struttura, associazioni culturali perché abbiano nel Minareto un punto di riferimento ed una location per la realizzazione delle varie iniziative e manifestazioni, i cittadini, a cominciare dai residenti e villeggianti della collina, affinché siano orgogliosi e gelosi di un bene simbolo della città , prezioso, che va assolutamente tutelato e preservato da vandalismi e usura del tempo. Nell'immediato, il Minareto ospiterà il 9 settembre una festa dedicata all'uva e alla vendemmia, una sorta di omaggio all'antica vocazione vitivinicola della Selva e un modo per salutare l'estate e dare, con rinnovato entusiasmo, l'arrivederci al prossimo anno.
Nota: Variazioni nel programma SelvaEstate 2012
L'appuntamento in calendario previsto per mercoledì 22 agosto alle ore 19,00 presso Tenuta Monacelle e inerente la presentazione del volume “Il Giardino di Ulisse” a cura del prof. Ottavio Albano In collaborazione con la Società di Storia Patria sezione di Fasano, è rinviato a data da destinarsi
La serata Maledetta Nostalgia: “Il Quartetto Cetra e non solo” Con Armando Bianco e Rosanna Turrone, presentato da Gianfranco Mazzotta si svolgerà venerdi 28 agosto alle ore 20,30 Club Amici della Selva viale Toledo anzicchè lunedì 20 agosto
Infine l'incontro sul tema Aspetti naturalisti del territorio di Fasano dalla Selva alla marina - incontro con il prof. Gianfranco Ciola in programma Venerdì 24 agosto si svolgerà presso la Casina Municipale – Mostra dell'Artigianato Fasanese alle ore 19,30 anzicchè di Villa Cicolella , sede dell'Ass. Pro Selva
di Redazione
13/08/2012 alle 13:36:01
Galleria di immagini: Riuscito esperimento della Pro Selva: Villa Damaso Bianchi cantiere culturale ideale per conferenze, convegni e spettacoli
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