Un Eduardo De Filippo 'da manicomio' al Teatro Sociale di Fasano

FASANO – Il limite (valicabile) tra verità e finzione si può rappresentare con una grata, attraverso i cui fori possono penetrare nella realtà follia, manie e ossessioni: così ha pensato di fare la compagnia instabile “Napolinscena” ieri sera (domenica 26 marzo) al Teatro Sociale, nella scenografia allestita per la commedia in due atti “Ditegli sempre di sì” di Eduardo De Filippo, rientrante nella rassegna “Fasano Ridens 2017” organizzata dal Gruppo di Attività Teatrali “Peppino Mancini” con la direzione artistica di Fabiano Marti.

Una griglia ha separato idealmente il luogo dell'insania dalla vita vera in un limbo di incertezze e menzogne scatenate dal protagonista Michele Murri: l'uomo infatti, liberatosi dal manicomio (posto così oscuro che non riesce neanche a pronunciarne la parola), torna a casa dalla sorella Teresa e cerca di reinserirsi in una società che lo considerava in viaggio da molti anni. Ma il ritorno alla normalità appare molto più complicato del previsto: lo strambo personaggio prende alla lettera tutto ciò che gli viene detto, credendo che la sorella voglia sposare Don Giovanni, suo padrone di casa, che l'amico Vincenzo sia morto e infine che il poeta Luigi, corteggiatore di Evelina, figlia di Don Giovanni, sia pazzo; e questo suo disconoscere un sistema linguistico metaforico si tramuta nella volontà di tagliare la parte da cui tante congetture nascono, ossia la testa (nel caso estremo, di Luigi).

Il testo, molto divertente nelle parti dedicate agli equivoci derivanti dai dialoghi, fa riflettere sulla esagerata retorica che, a volte, si usa nei discorsi seri o faceti, e che fa disperdere il significato autentico delle cose. Gli attori, originari di Napoli ma residenti a Taranto, hanno reso la trama con brio e intelligenza, indovinando l'intenzione originaria di De Filippo. L'ultimo spettacolo di stagione si terrà domenica 28 maggio: sarà in scena la compagnia “Peppino Mancini” al completo assieme gli allievi del laboratorio teatrale per proporre “Il varietà ci salverà”.