RAPPRESENTAZIONE EMOZIONANTE
L'amara storia di Palmina Martinelli raccontata a Selva di Fasano
Emozionante rappresentazione quella portata in scena da Barbara Grilli per la regia di Giovanni Gentile: la verità raccontata senza paura
FASANO - Raccontare la verità, nient'altro che la verità. Ma senza edulcorarla. Sbattendo in faccia allo spettatore omissioni, storture e soprattutto l'ingiustizia che una bambina di 14 anni ha dovuto subire anche da morta. "Palmina - Amara terra mia", la rappresentazione scritta e diretta da Giovanni Gentile e interpretata da una straordinaria Barbara Grilli è una di quelle a cui tutti dovrebbero assistere. I due hanno "osato" finalmente portarla a Fasano e così è andata in scena ieri sera (sabato 4 marzo) al Jerberas, alla Selva. Perché "osato"? Raccontare la storia di Palmina Martinelli, la 14enne bruciata viva l'11 novembre del 1981 e morta qualche giorno dopo al Policlinico di Bari già di per se non è facile ma diventa ancora più difficile se sbatti in faccia proprio ai fasanesi lo spaccato cittadino dell'epoca. Una città che viveva soprattutto di contrabbando e traffico di droga e che fu omertosa davanti ad una tragedia come quella di Palmina. Ora, per fortuna, le cose sono cambiate, ma nulla potrà riportare indietro Palmina.
La Grilli, dicevamo straordinaria nel suo monologo, senza mezzi termini racconta quanto accaduto alla 14enne fasanese. Fa nomi e cognomi, con una precisione spaventosa. Fa ascoltare la voce di Palmina, la famosa registrazione raccolta dal pm Nicola Magrone mentre la piccola era ormai morente al Policlinico in cui si fanno i nomi dei colpevoli. Non servirà a nulla. Per i giudici Palmina si è suicidata e assolve gli imputati. Solo la tenacia della sorella Mina e dello stesso Magrone riusciranno, a distanza di 35 anni, a dimostrare che fu un omicidio e non un suicidio. Un omicidio che resterà comunque senza colpevoli. Dicevamo della Grilli. Racconta le ore precedenti del "fattaccio", i sogni di Palmina, il contesto in cui, purtroppo, viveva e che l'ha uccisa, il giorno terribile in cui il fratello Antonio la ritrova ancora con le fiamme addosso nel piano doccia, il trasporto al pronto soccorso dove un giovane Lello Di Bari se ne prende cura,la morte e le ingiustizie nelle aule dei tribunali. Un lavoro con i fiocchi, quello del regista Gentile, che inchioda lo spettatore alla sedia. La standing ovation finale è non solo per regista e attrice ma anche per lei, Palmina, martire di un mondo infame.
di Redazione
05/03/2017 alle 06:41:50
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