STAGIONE TEATRALE
Vittorio Sgarbi racconta a Fasano la modernità di Caravaggio
Al Teatro Kennedy, completo in ogni ordine di posto, un accattivante spettacolo per la stagione di prosa comunale

FASANO – Niente cattedra e studenti, ma un palcoscenico e tantissimi spettatori pronti ad ascoltare con attenzione una erudita lezione di Vittorio Sgarbi. Nella serata di ieri (mercoledì 8 febbraio), al Kennedy di Fasano, nell'ambito della stagione teatrale messa a punto dal Comune in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese, il noto critico ha presentato Caravaggio, un racconto-spettacolo da lui scritto e diretto da Angelo Generali, dedicato al pittore milanese Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio, arricchito da accattivanti contestualizzazioni storiche-culturali e costanti riferimenti all'attualità. In più, musica dal vivo eseguita da Valentino Corvino e immagini curate dal visual artist Tommaso Arosio.
In una scenografia scarna, che vuole calamitare l'occhio sulle opere (riprodotte su tre schermi di diverso formato), la voce di Alberto Moravia commenta la notizia della morte di Pier Paolo Pasolini. Siamo nel 1975. Un incipit temporalmente distante dal protagonista della rappresentazione, che invece si colloca trecento anni prima della tragica uccisione del poeta e scrittore bolognese. Ma Vittorio Sgarbi, portando con sé il bastone dello stesso Moravia, da esperto professore chiarisce da subito le ragioni al suo pubblico: «Pasolini ha cercato tutta la vita di imitare Caravaggio e questo ci fa capire quanto il pittore milanese fosse moderno, dipingendo una realtà diretta – ha spiegato –». E difatti, il Merisi sulle sue tele non raffigura santi o Madonne, ma soggetti della vita quotidiana colti nei loro istinti, nei loro atteggiamenti tutt'altro che pudici. È il pittore del reale, dei “ragazzi di vita” della Roma corrotta del '500: seguendo il suo esempio, Pasolini porta nel cinema il neorealismo e nella letteratura l'insolito, la trasgressione, l'osceno, le borgate romane. Ne è testimone il romanzo Ragazzi di vita, che gli costò una denuncia per oscenità, dalla quale poi fu assolto anche grazie all'intercessione di Carlo Bo. I dipinti con amorini e giovani musici dallo sguardo ammiccante e dalle labbra carnose, con figure vere del quotidiano, temi religiosi sovvertiti e oggetti essenziali tanto quanto i corpi, spesso nudi, catturarono Pasolini grazie alle lezioni del prof. Roberto Longhi, a Bologna: non a caso, a lui si deve la riscoperta dell'arte di regioni diverse da quella Toscana e di pittori finiti nel dimenticatoio, come Caravaggio, per cui provvidenziale fu una mostra promossa a Milano nel 1951.
In una sorta di viaggio lungo la sovversione delle regole e l'espressione del genio creativo di Caravaggio, dipinto dopo dipinto, Sgarbi ha descritto la bellezza e l'innovazione: da Fuga in Egitto, a Ragazzo morso da un ramarro, Maddalena penitente, fino a La vocazione di San Matteo e Davide con la testa di Golia. Impossibile non cogliere le origini della fotografia nella capacità di fissare l'hic et nunc per poi riprodurlo, o l'influenza esercitata su autori contemporanei, tra cui la pittrice Artemisia Gentileschi. Con il suo vulcanico carisma, Vittorio Sgarbi da solo sul palco è riuscito a coniugare arte e teatro con naturalezza e assoluta maestria.
di Angelica Sicilia
09/02/2017 alle 02:41:23
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