ARTE E MUSICA
Patrizia Laquidara seduce con voce e charme gli spettatori del Teatro Sociale di Fasano
La cantautrice ha tenuto un concerto molto applaudito organizzato dall'associazione culturale 'Le Nove Muse'
FASANO – Due chitarre e una voce sola hanno riempito il Teatro Sociale di Fasano di vibrazioni emotive, melodie intense e parole scritte con il linguaggio dell'anima: è questo il potere della musica, che ha esercitato la propria azione ieri pomeriggio (domenica 15 gennaio) nel concerto di Patrizia Laquidara, eccezionale cantautrice italiana accompagnata per l'occasione dai maestri Peo Alfonsi e Daniele Santimone. Un evento rientrante nella rassegna artistica messa a punto per la stagione 2016-2017 dall'associazione culturale “Le Nove Muse”, che ancora una volta ha promosso un appuntamento di grande qualità.
Il viaggio musicale si è svolto alternando testi tratti dai quattro album pubblicati dalla Laquidara a canzoni significative per la sua biografia, raccontata (essenzialmente nella parte riguardante l'infanzia) in forma di favola e sogno; a questo filo conduttore si è legata l'esecuzione di Le Rose, Tatuaggio di Ornella Vanoni, Carolina, Un discorso in generale di Noa, Mielato, Fammi tremare i polsi di Joe Barbieri, Senza pelle, Material girl di Madonna, L'equilibrio è un miracolo, La collina dei ciliegi di Lucio Battisti e molti brani in spagnolo. Ogni nota ha scandito un frammento di vita della cantautrice, che ha voluto deliziare gli spettatori con le sue memorie di bambina affascinata dalla bellezza dell'arte, affezionata alla Sicilia (in un primo momento terra natia e poi luogo di indimenticabili vacanze estive) e, sin da piccolina, ribelle alle convenzioni sociali.
Un carattere risoluto dimostrato anche in scena nella decisione di esibirsi scalza e presentandosi con il brano Personaggio che recita così: «Unica e immensa, sfacciata fino in fondo, non le importa niente di cosa dice il mondo», proposta dopo Can't Get You Out Of My Head di Kylie Minogue e una serie di “lalala” cantati in coro con il pubblico. Sfruttando appieno tutte le potenzialità della propria voce e accompagnandosi a una danza ammaliante e con lo sguardo carico di ricordi speciali, la Laquidara ha saputo aprire la porta dell'inconscio e riportare alla mente il sapore d'infanzia di ognuno, dove «per un momento io lascio la vita sospesa negli angoli e mi abbandono all'umana paura di essere liberi».
di Antonella Argento
16/01/2017 alle 01:03:30
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