33ESIMA STAGIONE CONCERTISTICA
Simone Cristicchi racconta e commuove con il suo 'Magazzino 18'
Il noto cantautore, accompagnato dal coro della scuola 'Bianco-Pascoli', ha presentato uno spettacolo di teatro civile a Fasanomusica
FASANO – In certe occasioni il teatro dà voce alla Storia e riesce a documentare i drammi del passato meglio di tante pagine scritte, sfogliate con superficialità e poi dimenticate. Dal palcoscenico, invece, si può mantenere viva la memoria, trasferendo con accuratezza e sensibilità eventi che non possono essere dimenticati. A confermarlo è stato Magazzino 18, spettacolo di teatro-canzone che Simone Cristicchi ha portato in scena nella serata di ieri (giovedì 3 marzo) al Teatro Kennedy di Fasano per la 33.ma stagione di Fasanomusica. Il cantautore e attore romano, coadiuvato nella scrittura da Jan Bernas e diretto da Antonio Calenda, con questa impeccabile rappresentazione ha voluto ricordare il tragico esodo dei 300mila italiani costretti a lasciare l'Istria, Fiume e Dalmazia subito dopo la seconda guerra mondiale.
Città vuote, case abbandonate, ricordi di una vita tranquilla accatastati l'uno sull'altro, esattamente come centinaia e centinaia di suppellettili, mobili e fotografie trasferiti nel grande “Magazzino 18”, al Porto Vecchio di Trieste. Il luogo dove, prima dell'amara partenza, gli esuli lasciavano momentaneamente le proprie cose, nella vana attesa di recuperarle in futuro. Ma le sedie e gli armadi, ciascuna con il nome del possessore e la scritta “Servizio Esodo”, sono ammucchiate lì da sessant'anni. Nello spettacolo, l'archivista Persichetti (interpretato da Cristicchi) riceve il duro compito di catalogare tutto quello che le famiglie hanno lasciato nello spazio, il “cimitero degli oggetti dove riposa, non in pace, la loro vita quotidiana”. Recuperare gli oggetti, però, significa rivivere quanto affrontato dai loro possessori: l'eccidio delle foibe durante la seconda guerra mondiale e nell'immediato dopoguerra, la strage di Vergarolla a Pola del 18 agosto 1946, la perdita dell'Istria, Fiume e altri territori da parte dell'Italia, il dominio comunista della Jugoslavia. Tantissimi, dunque, hanno deciso di partire per cercare una vita migliore. Solo in pochi hanno preferito rimanere: i cosiddetti “rimasti”, soprattutto proletari o persone impossibilitate ad affrontare l'esilio.
Con l'alternarsi di emozionanti testimonianze, registri vocali e canzoni inedite, Simone Cristicchi è riuscito a far conoscere un evento complesso e doloroso che non merita di scomparire dalla memoria. Perfetti il pathos creato dalla sua interpretazione e l'alchimia con i 28 ragazzi della Scuola Secondaria di I Grado “Bianco – Pascoli” che hanno supportato il protagonista con il coro, preparato grazie alla professionalità degli insegnanti di canto dell'Istituto. In qualità di comparsa, ha partecipato anche la piccola Giulia De Carolis che frequenta la V classe presso la Scuola Primaria “Collodi”.
Dunque, la malinconia e la sofferenza che ai nostri giorni migliaia di profughi avvertono nel dover fuggire da una terra natia ormai ostile coincidono con quelle che, sessant'anni fa, condussero gli italiani ad abbandonare la propria casa. Ci sono drammi della Storia che purtroppo si ripetono: mutano tempi e protagonisti, ma certi sentimenti restano costanti. Magazzino 18 è riuscito a far riflettere su ciò il gremito teatro che, in conclusione, lo ha omaggiato con una standing ovation.
di Angelica Sicilia
04/03/2016 alle 05:20:28
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