FASANO IN TV
'Io non mi arrendo': la fiction con Beppe Fiorello girata a Fasano con comparse fasanesi
La prima delle due puntate, trasmessa ieri su Rai Uno, ha mostrato alcune scene girate nella struttura ospedaliera fasanese
FASANO – Roberto Mancini ha perso la sua battaglia contro il cancro il 30 aprile 2014. La guerra contro il traffico di rifiuti tossici in Campania, però, ha voluto combatterla fino agli ultimi giorni della sua vita, totalmente consacrata alle indagini sulle assurde verità nascoste dietro il disastro ambientale della Terra dei fuochi. Alla storia drammatica di questo funzionario di polizia, tra i primi a denunciare i gravi rischi sulla salute provocati da quegli ambienti saturi di veleni, Rai Uno ha voluto dedicare la mini serie Io non mi arrendo diretta da Enzo Monteleone e prodotta da Picomedia. La prima delle due puntate, liberamente ispirate all'operato di Mancini, è andata in onda ieri (lunedì 15 febbraio) in prima serata. Uno straordinario Beppe Fiorello, protagonista della fiction, ha vestito i panni del poliziotto, “non un eroe, ma un servitore dello Stato”, come lo stesso attore ama ribadire.
La serie, girata negli scorsi mesi di giugno e luglio con il contributo di Apulia Film Commission, ha utilizzato diverse location in Puglia. A Fasano sono state girate alcune scene all'interno e all'esterno dell'ospedale “Umberto I”; altri set sono stati allestiti tra Castellana Grotte, Monopoli, Locorotondo, Mesagne, Ostuni, Carovigno, Conversano e Lecce. Nel cast ci sono anche Massimo Popolizio, Elena Tchepeleva, Paolo Briguglia e Maddalena Crippa. La produzione “Ozfilm” ha scelto tra gli interpreti due piccoli allievi della scuola “Glitter” di Teresa Cecere, Danilo Palmisano e Mattia Lisi. Fasanese anche il 19enne Giuseppe Colucci, chiamato a recitare il ruolo di un boss della camorra. Curioso il suo approccio al mondo cinematografico. Aveva accompagnato la sorellina minore a un provino per "Braccialetti Rossi" e per gioco lo aveva sostenuto anch'egli. Sembrava finita lì quando invece è giunta la telefonata della produzione della fiction con Fiorello che lo ha convocato a Mesagne dove poi ha girato alcune scene.
In Io non mi arrendo, Fiorello, nei panni del vice commissario Marco Giordano, ricorda magistralmente il coraggio e le determinazione di un uomo che ha affrontato intrighi e nefandezze, criminali e istituzioni corrotte, una “vittima del dovere” come ha riconosciuto il Ministero dell'Interno, che merita di essere presa ad esempio civico. La sua storia è raccontata anche nel libro Io, morto per dovere (edito da Chiarelettere) di Luca Ferrari e Nello Trocchia.
di Angelica Sicilia
16/02/2016 alle 00:34:03
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