Il dramma di Violetta rivive a Fasano nel balletto 'Traviata'

FASANO – Nella 33° stagione di Fasanomusica, la danza ha fatto il suo gran debutto ieri sera (venerdì 22 gennaio) con il balletto Traviata della Compagnia “Artemis Danza” di Parma. Al Teatro Kennedy, una compagine di giovani e vigorosi ballerini ha proposto l'originale creazione coreografica di Monica Casadei, artefice anche di regia, scene, luci e costumi. Suo, infatti, è il progetto “Corpo a corpo Verdi” nato nel 2011 per celebrare il bicentenario del celebre compositore e che, accanto a questo melodramma vede Rigoletto e Trovatore.

In Traviata le scelte musicali (nell'elaborazione di Luca Vianini e la drammaturgia di Alessandro Taverna), con l'utilizzo delle arie più famose dell'opera verdiana, si materializzano nell'energico movimento dei corpi, irruenti ed emotivi, talvolta nudi, che si fanno specchio dell'animo. È la figura di Violetta a dominare la trama. La donna, benché cortigiana e malata, mira alla purezza dell'amore. Ma il suo desiderio è osteggiato dalla perfidia della società, che si perde tra feste mondane. Persino l'amato Alfredo la disprezza, calpestandole il vestito e la dignità. Il suo dolore, lacerante come il rosso sangue dei suoi vestiti, si mescola al bianco candore  delle sue fantasie, rappresentate da tante figure di Violetta che si alternano di continuo,  e al nero della cattiveria del mondo circostante. Gli individui oscuri, dopo sussulti violenti, crollano con la testa a penzoloni sul proscenio: il segno che con l'avvicinarsi della fine Violetta non teme più nulla. Sulle note di Amami, Alfredo, nel suo ultimo assolo, la donna libera da ogni costrizione, nuda,  si prepara alla morte con cui troverà finalmente pace.

La tensione muscolare dei corpi, il contrasto cromatico, la forza dei movimenti definiscono l'intero balletto e permettono di seguire con trasporto le sofferenze della bella Violetta. Sul palco, nelle esibizioni finali con i ragazzi della “Artemis Danza” sono saliti anche alcuni giovani ballerini della scuola fasanese “Aplomb”.