TEATRO D'ECCEZIONE
Uno straordinario Ettore Bassi fa rivivere a Fasano Angelo Vassallo
L'attore, ormai fasanese d'adozione, ha portato in scena 'Il sindaco pescatore' per la regia di Enrico Maria Lamanna
Foto Annarita Casale
FASANO - Un pescatore, con una lampada, che rema e saluta un bambino con una fascia tricolore. E' la scena conclusiva dello spettacolo "Il sindaco pescatore" che ha visto protagonista assoluto, per la sua prima nazionale, ieri sera (mercoledì 17 dicembre) un grande Ettore Bassi. Non sono elogi di circostanza ma l'attore barese, ormai fasanese d'adozione, ha sfoderato un'interpretazione straordinaria, poco più di un'ora di monologo che ha tenuto costante e alta l'attenzione del pubblico che ha ascoltato, si è emozionato, commosso, ricordato. L'intensa messa in scena è stata inserita nella programmazione della manifestazione "Mafie" che l'associazione culturale "Le Nove Muse" organizza in città da ben quattro anni; il lavoro ha segnato l'inizio delle attività del sodalizio al Teatro Sociale di Fasano, che sarà valorizzato nell'ambito del progetto ministeriale "Giovane Bene Collettivo".
Bassi ha narrato, in questo scorcio di tempo, la vita di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica (paesino del Cilento anche se Vassallo era nativo di Acciaroli, una frazione), ucciso il 5 settembre del 2010. L'unica colpa di Vassallo è stata quella di essere un sindaco onesto, attento alle tematiche ambientali e ai bisogni dei suoi concittadini. Un eroe del nostro tempo che la camorra ha voluto eliminare in quanto ostacolo per le sue speculazioni. Il fratello Dario (ieri sera in sala con un altro dei fratelli Vassallo, Massimo), ha scritto un libro (oltre ad aver promosso la Fondazione Angelo Vassallo), proprio dal titolo "Il sindaco pescatore" e poi, con Edoardo Erba, ne ha tratto un testo teatrale, un progetto sposato dalla Panart di Michele Ido che con Bassi e il regista Enrico Maria Lamanna hanno deciso di proporre al grande pubblico.
Bassi, sul palco insieme ad alcuni ragazzi della scuola "Glitter" di Fasano, ha ripercorso, come detto, la vita di Vassallo inserendola idealmente in uno spazio temporale lungo solo trenta centesimi di secondo, quelli intercorsi da quando lo sguardo del sindaco incrociò quello del suo killer a quando quest'ultimo premette il grilletto. L'atipicità del fare politica di Vassallo, il suo essere onesto, il suo sporcarsi le mani direttamente se c'era da risolvere un problema per il bene della comunità come quando sbloccò il depuratore della sua città, la sua lotta all'abusivismo, alla cementificazione sfrenata sono emerse nei gesti e nelle parole di Bassi. In trenta centesimi di secondo e con uno sguardo si cerca, invano, di convincere il killer a non sparare.
Anche noi abbiamo definito Vassallo un eroe ma al "sindaco pescatore" non sarebbe piaciuta questa definizione. Si definiva una persona normale che operava per il bene della comunità facendo semplicemente quello che tutti i sindaci o politici in genere dovrebbero fare ma che, purtroppo, non fanno. Le lacrime di Bassi, negli ultimi minuti di spettacolo, non fanno parte del copione. Sono state lacrime vere, di chi si emoziona al ricordo di un grande uomo, di chi è arrabbiato per come è stato strappato al mondo, di chi spera abbia lasciato una traccia indelebile. E proprio la speranza sta tutta nel saluto finale al bambino con la fascia, la speranza che nelle nuove generazioni ci siano cento, mille, centomila Angelo Vassallo. La standing ovation finale, per Bassi e tutti coloro che hanno messo su lo spettacolo, è stata più che meritata e questa sera (venerdì 18 dicembre) si replica a Ostuni.
di Alfonso Spagnulo
18/12/2015 alle 06:13:16
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