APPUNTAMENTO CULTURALE
Ripresentato a Fasano il libro sulla Chiesa di San Pietro in Ottava Grande
Il volume, scritto da Ilaria Pecoraro, Francesco Chialà e Francesco Vinale, è stato illustrato dalla docente di storia dell'arte Maria De Mola
FASANO – La Chiesa di San Pietro in Ottava Grande è uno dei gioielli architettonici del territorio fasanese: abbandonata per lungo tempo all'incuria e al deperimento, qualche anno fa è stata finalmente restaurata grazie al sostegno del consorzio di gestione del Parco naturale regionale delle Dune costiere e del Gal Alto Salento; l'edificio sacro, infatti, essendo collocato a Speziale, rientra nell'area protetta che va da Torre Canne a Torre San Leonardo. La scorsa estate due importanti iniziative hanno rivalorizzato il santuario: l'apertura al pubblico per la presentazione della restaurazione e la pubblicazione del volume La chiesa di San Pietro in Ottava e il borgo di Speziale (Stilo Editore) scritto da Ilaria Pecoraro, architetto, specialista in restauro dei beni architettonici e del paesaggio, Francesco Chialà, agronomo, docente presso l'Istituto agrario “Pantanelli-Monnet” di Ostuni, e Francesco Vinale, fondatore del circolo locale dell'Archeoclub “Il Dolmen” di Montalbano.
Il libro, 5° quaderno del Parco delle Dune Costiere, è stato riproposto ieri pomeriggio (venerdì 27 novembre) dalla sezione cittadina “Giuseppe Marangelli” della Società di Storia Patria per la Puglia nel terzo appuntamento culturale organizzato ai Portici delle Teresiane, nella stanza dell'affresco: a illustrare le peculiarità della costruzione e il suo nobile passato è stata la prof.ssa di storia dell'arte Maria De Mola, alla presenza di uno degli autori, Francesco Chialà.
La Chiesa di San Pietro in Ottava Grande si trova al centro della piana olivetata, vicino a quello che anticamente era il confine tra il Salento e la Terra di Bari, un limite che morfologicamente è segnato con una lunga frattura, una lama. Qui la roccia, ripiegandosi su se stessa, ha creato grotte e anfratti utilizzati nel corso del tempo come rifugi e abitazioni per le popolazioni indigene, ricoveri per il loro bestiame, luoghi di culto e, molti anni dopo, frantoi ipogei. L'edificio sacro risale al XII secolo ma la cripta rupestre è sicuramente stata ricavata precedentemente: la prima menzione si ritrova in una bolla del 1180 di papa Alessandro III, che conferma la giurisdizione del casale e della chiesa “Sancti Petri de Octava” al Vescovo di Monopoli.
La costruzione si collega storicamente e geograficamente al tempietto di Seppannibale, in origine denominato San Pietro Veterano, come testimonierebbero alcuni documenti di età medievale. Quella di Speziale è diventata proprietà privata da secoli: un documento del 1554 la consegna nelle mani della famiglia Indelli di Monopoli; attualmente l'edificio appartiene alla famiglia Caramia. Però le sue bellezze (il campanile a vela settecentesco; il recente altare in pietra rimesso a nuovo; le parti della zona presbiteriale affrescate “a grottesche”) sono un patrimonio inestimabile di cui devono avere cura tutti i fasanesi.
di Antonella Argento
28/11/2015 alle 03:14:58
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