FESTIVAL AMATORIALE
'Di scena a Fasano': verità e finzione nell'arte teatrale di Eduardo De Filippo
La Compagnia dell'Eclissi di Salerno ha proposto un brillante adattamento de 'L'arte della commedia' al Teatro Sociale
Foto Annarita Casale
FASANO – La labilità del confine tra verità e finzione è stata sempre ben rappresentata da Eduardo De Filippo nelle sue opere drammaturgiche: il genio napoletano mostrò al pubblico quanto fosse sottile il velo che separava la recitazione dalla realtà. Uno dei testi in cui maggiormente emerge quest'ambiguità è “L'arte della commedia” del 1964: a più di 50 anni dal primo allestimento, la pièce è riuscita a coinvolgere gli spettatori nell'adattamento della Compagnia dell'Eclissi di Salerno, che nella serata di ieri (domenica 8 novembre) ha riproposto il capolavoro al Teatro Sociale nel quinto appuntamento del festival nazionale di teatro amatoriale “Di Scena a Fasano”, giunto alla settima edizione e organizzato dal gruppo di attività teatrali “Peppino Mancini” e dal Comune di Fasano con la partecipazione della “Uilt” (Unione Italiana Libero Teatro).
Dinanzi a una suggestiva scenografia, consistente in una platea tridimensionale, avviene il dialogo tra Oreste Campese (Felice Avella), capocomico che porta nelle piazze la tradizione del teatro girovago dopo aver perduto, a causa di un incendio, il capannone per potersi esibire, e il prefetto Ludovico De Caro (Ernesto Fava), che ha appena ricevuto l'incarico nella nuova sede e attende le tante persone che gli hanno chiesto udienza. L'uomo accoglie subito Campese, immaginando di intrattenere con lui un colloquio leggero: quello che ne deriva, invece, è un diverbio sul significato e l'importanza del teatro nella società, sull'impegno dello Stato a favore dell'arte e sulla condizione di vita degli attori.
La discussione degenera e il prefetto, irritato, congeda il capocomico assegnandogli un foglio di via affinché possa lasciare il paese in treno a spese della prefettura. Campese protesta, lamentando di non essere venuto a elemosinare un viaggio, bensì per chiedere la presenza di De Caro alla messa in scena dell'ultimo spettacolo della compagnia, in modo che il prevedibile afflusso di pubblico gli permetta di rimettersi in cammino coi propri soldi. Ancor più stizzito dalla proposta di diventare attrattiva per il popolino, il prefetto fa consegnare al capocomico dal proprio segretario Giacomo Franci (Leandro Cioffi) quello che crede essere il foglio di via e lo mette alla porta. Ma per errore, fra le mani di Campese finisce la lista delle persone che De Caro dovrà ricevere; l'attore, prima di uscire, lancia così la sua sfida: il prefetto sarà in grado di stabilire se le persone che si presenteranno nel corso della giornata saranno veramente chi diranno di essere e non attori della compagnia itinerante?
Inizia pertanto una sfilata di personaggi molto particolari: De Caro incontra, nell'ordine, Quinto Bassetti (Enzo Tota), medico bizzarro; padre Salvati (Geppino Gentile), parroco anticonformista del paese; Lucia Petrella (Anna Maria Fusco Girard), folle maestra di scuola elementare che teme di aver dimenticato un bambino nello sgabuzzino; Girolamo Pica (Andrea Iannone), farmacista che si avvelena proprio nell'ufficio del prefetto. In ogni situazione paradossale, De Caro cerca di capire se ha a che fare con attori o persone reali, senza però riuscire a risolvere l'enigma. Al ritorno di Campese, che si ripresenta per restituire il foglio preso per sbaglio, il prefetto gli lancia l'ultimatum: confessare che quelle persone sono i suoi attori o andare incontro alla denuncia ai carabinieri. Il capocomico gli spiega che non ha importanza sapere la verità, perché le storie che ciascun personaggio ha raccontato sono fatti umani di cui lui, in quanto istituzione, dovrà comunque tenere conto, indipendentemente dalla reale identità di ognuno.
E prima che la forza pubblica faccia ingresso nello studio, Campese gli ricorda che nel vestiario di una compagnia teatrale non è difficile trovare un costume da maresciallo dei carabinieri...
La pièce, curata nei minimi dettagli dalla regia firmata Marcello Andria, con scene di Luca Capogrosso, costumi di Angela Guerra, musiche di Ruggiero Mascellino e Yann Pierre Tiersen, ha meritato applausi a scena aperta.
L'ultimo spettacolo della rassegna fasanese andrà in scena sabato 14 novembre alle ore 21 al Teatro Sociale: la compagnia “Arte povera” di Mogliano Veneto (in provincia di Treviso) proporrà “Troiane” di Euripide, con la regia di Francesco Boschiero.
di Antonella Argento
09/11/2015 alle 03:29:38
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