La complessità dell'esistenza de 'Il Gabbiano' al Teatro Sociale di Fasano

FASANO – Dopo la rappresentazione di Mandragola (nel 2013) e de Il Crogiuolo (nel 2014), la compagnia teatrale “Al Castello” di Foligno è tornata a calcare il palcoscenico del Teatro Sociale di Fasano e lo ha fatto con il dramma Il Gabbiano di Anton Pavlovic Cechov. Per la terza serata del Festival di Teatro Amatoriale “Di Scena a Fasano”, messo a punto dall'associazione “Peppino Mancini”, il gruppo di attori amatoriali, sotto la sapiente regia di Claudio Pesaresi, ha scelto un testo impegnativo e complesso.

La storia si sviluppa attorno ad un'intricata conversazione tra diversi personaggi che irrompono sulla scena portando con sé angosce e paure. In questo sovrapporsi di vicende amorose ed esistenziali, tutt'altro che rosee, si distingue Nina (Marika Sacripanti). La bella aspirante attrice ripete più volte di “essere il gab­biano”, riferimento costante per l'intera opera: come il volatile perde felicità e libertà per colpa del vile gesto di un cacciatore che lo uccide lungo la riva del lago solo per diletto, così la fanciulla perde ogni slancio verso la vita dopo la morte del figlio avuto dal letterato Trigorin (Giuseppe Rafoni), l'uomo a cui si lega lasciando nella disperazione il giovane Konstantin (Andrea Petrozzi), aspirante scrittore, da tempo innamorato di lei. In lui, però, il peso dell'abbandono, i conflitti con la madre Irina (Emanuela Fuso) e la constatazione che neppure i traguardi in campo letterario sono motivo di pace, generano un tragico epi­lo­go: il suicidio. La presenza del “teatro nel teatro” e il riferimento alla trama dell'Amleto shakespeariano rafforzano la drammaticità di una trama spesso poco lineare. La compagnia ha confermato anche in questa occasione le sue doti interpretative, frutto di venticinque anni di appassionata attività teatrale.

Il Festival tornerà domenica 1° novembre, alle 19.00, con Il Mercante di Venezia, una delle più note tragicommedie di William Shakespeare, che sarà presentata dalla compagnia Navig@ttori di Bologna con la regia di Eros Pascale.