SPETTACOLO IMPERDIBILE
'Voci' di denuncia e speranza nel nuovo spettacolo targato Glitter
Da un laboratorio di teatro di narrazione curato da Michele Savoia sono venuti fuori una serie di monologhi sui temi più scottanti della società moderna
FASANO - Femminicidio, sfruttamento di minori, monopolio delle case farmaceutiche, la condizione delle giovani donne arabe, mafia vista dai 'padrini' e da magistrati come Falcone e Borsellino, cyber bullismo, migranti, anoressia, disoccupazione, omofobia. Argomenti duri, che diventano pagine vere di vita raccontate in modo straordinario dagli undici giovani protagonisti di "Voci", il nuovo spettacolo targato Glitter andato in scena ieri sera (domenica 27 settembre) a Track Zero, nella zona industriale sud di Fasano. Una sorta di prova generale, davanti a pochi intimi, per tastare il polso agli spettatori prima di portare la rappresentazione, martedì 6 ottobre, al Teatro Sociale.
Anche questa, del resto, è un'idea innovativa che la direttrice della scuola Teresa Cecere e il regista Michele Savoia hanno voluto attuare. Dicevamo degli undici protagonisti. Sono i ragazzi che hanno partecipato a un laboratorio di teatro di narrazione curato dallo stesso Savoia. Ognuno di loro, in pochissimo tempo, ha scelto un tema e ha scritto di suo pugno il testo. Qualcuno si chiederà del perché di una scelta così dura a livello di tematiche appunto. E' la chiara dimostrazione di come non tutti i giovani abbiano il vuoto dentro e che c'è invece qualcuno in cui arde il fuoco della denuncia e della speranza. Gli attori di 'Voci' spaziano dai 14 ai 21 anni. Hanno letto e studiato attentamente prima di stilare i monologhi, il resto lo ha fatto la loro innata capacità di recitare, la loro sensibilità di fronte alle brutture di una società che pone quotidianamente ostacoli di fronte ai sogni.
Non vogliamo svelarvi più di tanto dello spettacolo in quanto ormai prossimo alla sua "prima" teatrale ma il consiglio è quello di non perderselo. Dicevamo come "Voci" sia il frutto di un laboratorio teatrale curato da Michele Savoia, giovane attore e regista fasanese protagonista di diversi lavori brillanti. "Spesso mi sono ritrovato a recitare in commedia divertenti - spiega ad inizio serata Savoia - ma quando devo curare laboratori come questi preferisco temi molto più seri". La cosa incredibile è che il tutto è durato otto giorni. Impossibile crederci nel vedere lo spettacolo eppure è così. "I ragazzi hanno scelto loro il tema da rappresentare nella performance finale - dice ancora Savoia - frutto di un lavoro individuale di scrittura teatrale narrativa, attraverso il quale, come il teatro civile richiede, denuncia uno dei tanti drammi o ingiustizie che affliggono il mondo. Ed ecco che c'è denuncia ma anche ironia, metafore e immagini crude. Proprio le immagini sono il filo che ha unito e che fa sviluppare il testo. Immagini e metafore per raccontare una realtà che tanto giusta e metaforica non è. I ragazzi non narrano in modo classico, come a scuola, ma raccontano tenendo sempre presente la necessità e l'inchiesta, la denuncia, non seguendo un filo logico, ma un impulso di giustizia".
Ha ragione il giovane regista quando afferma che molto spesso tra media, scuola, internet e famiglia il senso critico è sempre più intorpidito e che l'importanza di un lavoro come quello portato in scena è quella di far capire ai ragazzi che il teatro non è solo luci e paillettes ma può anche essere un'arma potente per scuotere le coscienze, per sperare in un cambiamento. Teatro e cultura come arma per migliorare il mondo scrive Savoia nelle sue note di regia.
Difficile, anzi impossibile, stilare una classifica di merito e bravura tra gli attori. Angela Cassone (col monologo Faccia da schiaffi sul femminicidio), Giorgia Castrovilli (Iqbal sullo sfruttamento dei minori), Tommaso Ancona (La salute che ti saluta sull'uso indiscriminato di farmaci), Irene Iuliano (Dodici perle d'amore sulle donne velate), Matteo Di Tano (Se giochiamo a nascondino in cambio che mi dai sulla mafia), Gaia Cardone (Smile sul cyber bullismo), Silvia Lopalco (Marenero sui migranti), Simona Baccaro (La prova del cuoco sull'anoressia), Rosita Quaranta (Un cadavere che cammina su Paolo Borsellino), Mary Maggi (Cervelli in fuga sulla disoccupazione) e Mariliana Petruzzi (Una fotocamera per amica sull'omofobia) hanno sbattuto in faccia agli spettatori dolore e morte. Un grido forte, terribile vero e disperato ma intriso anche di amore e speranza. Le note di Malarazza chiudono lo spettacolo e allo spettatore non resta che rendersi conto come sia vero che la società moderna offra tutte queste brutture ma che proprio questi ragazzi siano la prova lampante che non tutto è perduto e che ci possa davvero essere, un giorno, un mondo migliore.
di Alfonso Spagnulo
28/09/2015 alle 06:02:01
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