INTERVISTA CON L'ARTISTA
Ron: 'Fiero di essere pugliese ed essere in mezzo ai pugliesi'
Intervista di Osservatoriooggi.it al noto cantautore poco prima del concerto di chiusura della festa patronale di Fasano
FASANO – Un grande artista lo si nota anche dalla modestia e dall'umiltà con cui affronta il pubblico e, perché no, anche la stampa. Rosalino Cellamare, in arte Ron, è uno di quelli. In attesa di provare per il suo concerto che chiuderà la festa patronale a Fasano si concede senza problemi alla stampa presente mostrando una disponibilità non certo frequente nel mondo dello spettacolo. Non ama essere chiamato maestro e lo mette subito in chiaro quando lo incontriamo in una saletta del Comune di Fasano e gli chiediamo subito come si fa a condensare una carriera di oltre quarant'anni in due ore di concerto. «La cosa che mi fa sentire ancora vivo è avere la convinzione di non avere imparato ancora tutto – dice a Osservatoriooggi.it il cantante -. Per quanto riguarda il concerto in due ore possiamo cantare quante cose vogliamo, anche i 45 anni della mia vita musicale. Durante la serata, poi, amo parlare al pubblico e raccontare diversi aneddoti».
E' difficile per un cantante con tanti successi sulle spalle scegliere una sola canzone. Dovesse farlo lei che brano sceglierebbe? «Non è assolutamente certo che un cantante scelga un brano suo. Ad esempio Una città per cantare non è una canzone che ho scritto io. E' una canzone americana di Danny O'Keefe tradotta in italiano da Lucio Dalla. E' una canzone quindi in cui io non ho messo una nota se non avendola suonata con la chitarra. E' un brano che racconta la nostra vita, la vita di un cantante, i momenti felici ma anche bui perché non sempre si può stare in alto. Anzi, proprio gli alti e bassi spesso ti spingono a creare di più. Ebbene proprio Una città per cantare è la canzone in cui mi riconosco di più. Certo, ce ne sono altre che mi piacciono molto come Non abbiam bisogno di parole o Vorrei incontrati fra cent'anni, ma Una città per cantare è la mia canzone, ripeto, anche se non l'ho scritta io».
Un concerto a Fasano con l''Orchestra della Magna Grecia: arrangiamenti diversi ma tante emozioni.
«Certamente. Emozioni grandi. Ho già suonato diverse volte con l'Orchestra della Magna Grecia e gli arrangiamenti di Antonio Palazzo sono davvero molto belli. Abbiamo scelto di intervallare l'orchestra con momenti acustici con sola chitarra e violoncello. Questo per far capire come una canzone, se è bella, possa reggersi anche senza una grande orchestra alle spalle. Se una canzone non è buona non basterebbe un ensemble con duecento musicisti ma se il ‘pezzo' è bello bastano davvero pochi strumenti».
Si conferma, poi, il forte legame di Ron con la Puglia.
«Sono pugliese per via del sangue del mio nonno paterno. Si chiamava Domenico Cellamare, un uomo meraviglioso che mi costruiva l'arco e frecce di cui ero appassionato. Impossibile restare impassibili davanti alla terra rossa, al mare o davanti agli stessi pugliesi. La Puglia è una terra che negli ultimi anni si è molto aperta. Ha lavorato molto bene negli ultimi anni e per questo sono ancora più fiero di essere pugliese e di essere in mezzo ad un popolo che mi appartiene».
Cosa bolle in pentola nel futuro di Ron?
«Ci sono un paio di progetti molto belli che non posso anticipare. Ma coinvolgeranno altri artisti e che ricorderanno momenti importanti della mia vita, quella di Lucio Dalla e altri musicisti che hanno lavorato con lui. E poi io sono testimonial dell'Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica che rappresenta appunto quella terribile malattia che è la Sla. Dieci anni fa uscì un mio disco cantato con altri artisti per raccogliere fondi. Ebbene, ne stiamo preparando un altro con canzoni nuove e nuovi ospiti. Dobbiamo assolutamente contribuire alla ricerca»
di Alfonso Spagnulo
23/06/2015 alle 05:52:14
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