PROGETTO SCOLASTICO
La voce immensa di Mia Martini rivive grazie agli studenti fasanesi dell'istituto 'Leonardo da Vinci'
'E non finisce mica il cielo...' è lo spettacolo portato in scena al Teatro Kennedy come omaggio alla vita e alla musica della superlativa cantautrice italiana
FASANO – Ammirata, invidiata, cercata. Calpestata, inseguita, uccisa. La vita di Mia Martini è costellata di trionfi e catastrofi, tormentata da una sensibilità fuori dal comune: raccontare la passione e l'oppressione di una delle maggiori cantautrici italiane richiede delicatezza, discrezione e pudore. Tre qualità che descrivono appieno lo spettacolo “E non finisce mica il cielo... Mia Martini. La voce, l'amore, l'infamia, il dolore”, in scena ieri sera (giovedì 4 giugno) al Teatro Kennedy: protagonisti del poetico omaggio all'immensa Mimì sono stati gli studenti del progetto “Intrecci di musica e letteratura” dell'Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Leonardo da Vinci” di Fasano.
Oltre cinquanta ragazzi si sono impegnati per restituire l'eco di una superba voce, dilaniata da maldicenze e calunnie infamanti: e il pubblico ha risposto bene a questo lavoro impegnativo, riempiendo la platea in ogni ordine di posto in piedi e a sedere. Un silenzio religioso ha accompagnato i due atti della storia, a testimonianza di una personalità che, per talento e mistero, riesce ancora a suscitare curiosità e venerazione negli ascoltatori.
La trama: una quarantasettenne Mia Martini, provata dalla cattiva fama e in preda a visioni e raptus di follia, nelle ultime due ore di vita rievoca le immagini della propria esistenza di figlia ribelle, di interprete eccezionale, di madre mancata. Cresciuta con un padre ostile alle sue aspirazioni da “mignotta”, violento con le donne di casa e poi assente per gran parte della sua carriera, Mimì trova fedeli alleate solo nella madre Salvina e nella sorella, l'amata Loredana Bertè. Nel 1962, dopo la prima audizione milanese, il discografico Carlo Alberto Rossi la lancia come ragazzina yé-yé: inizia così la morbosità mediatica che la porterà a mettere in discussione la propria coscienza.
Sono due, in particolare, gli eventi che scatenano l'accanimento della carta stampata: la carcerazione della donna per il possesso di una sigaretta di marijuana e la morte, a seguito di un incidente d'auto in cui lei si salva, dei suoi musicisti; «Mia Martini porta jella» titolavano i giornali del tempo. Da allora, e fino alla fine dei suoi giorni, la sola esistenza della grande Mimì ha generato una persecuzione collettiva ai limiti della pazzia: al proprio passaggio, per “colpa” della sua presenza, nei concerti e negli incontri casuali si individuavano morti, feriti e azioni nefande scatenate dalla presunta forza negativa della donna.
Ci sono stati uomini, tuttavia, che hanno scavato al di là del velo di superstizione ed hanno donato alla cantautrice momenti di felicità assoluta: Alberigo Crocetta, fondatore del Piper romano e inventore, tra l'altro, dello stesso pseudonimo Mia Martini (Mia come Mia Farrow, attrice da lei prediletta, e Martini scelto fra i tre nomi italiani più famosi all'estero); Renato Zero, amico fraterno e confidente d'eccezione delle due sorelle Bertè; Ivano Fossati, cantautore amato come uomo ed artista.
Tanti sono stati i successi firmati dalla voce potente di Mimì: incredibile la bravura dei ragazzi nel riproporre brani intramontabili. Notturno, Gli uomini non cambiano, Mimì sarà, Donna, Padre davvero, Piccolo uomo, Minuetto, Vola, E non finisce mica il cielo, Almeno tu nell'universo, La nevicata del '56, Cu'mme, Dillo alla luna sono stati i pezzi premiati dalla critica, nel Festival di Sanremo, al Festivalbar, e sono rimasti lo scrigno dei sentimenti della dolce Mia Martini. A queste canzoni si sono aggiunte Hotel Supramonte (Fabrizio De Andrè), La costruzione di un amore (Ivano Fossati) e La donna cannone (Francesco de Gregori) a lei dedicate.
Eccellente, in conclusione, il prodotto teatrale creato dai docenti Daniela Bianco, Mina Corelli, Michele Iacovazzi e dal maestro Ciro Greco. Gli studenti, straordinariamente immersi nella storia di Mimì, hanno onorato la sua esistenza sradicando una per una le dicerie e i pregiudizi e indagando a fondo le emozioni di un'artista ridotta in fin di vita dal mormorio della gente. Superlativa, in particolare, la recitazione di Veronica Calella e Irene Iuliano che, nonostante la giovane età, sono state in grado di vestire i panni onerosi di una donna consumata dalla vita come Mia Martini. Brillante, infine, l'interpretazione canora e strumentistica di cantanti e musicisti, capaci di riarrangiare egregiamente pezzi scritti da illustri autori italiani.
Il cast completo dello spettacolo:
Attori: Veronica Calella (Mimì adulta), Irene Iuliano (Mimì giovane), Irene Cofano (la madre Salvina Bertè), Mariliana Petruzzi (Loredana Bertè), Mattia Pinto (Renato Zero), Danilo Rizzo (il padre Giuseppe Bertè), Mimma Cavallo, Tommaso Celeste, Antoniana Legrottaglie, Ida Lisi, Alessia Muzzupappa, Dominique Petruzzi, Annarita Sansonetti, Simona Schena e Antonella Vinci (giornalisti).
Cantanti: Giusy Cesareo, Miriam Convertini, Luisa Pinto, Mara Sibilio e Giulia Zizzi.
Musicisti ed interpreti: Francesco Citiolo, Lorenzo Citiolo, Alessandro De Blasio, Francesco Leogrande e Danilo Sabino.
Presentatrice: Mariangela Renna.
Grafica e costumi: Ilenia Carrieri, Leonardo Conversano, Sharon Convertino, Angela Fanizza, Giuseppe Giacovelli, Maria Grassi, Francesca Moncalvo, Rosachiara Monopoli, Renato Muzzupappa, Mattia Ostuni, Martine Pomes, Marica Potenza, Roberta Radesco, Angela Sabatelli, Angelica Schiavone, Alessia Trapani e Federica Zizzi.
di Antonella Argento
05/06/2015 alle 07:22:49
'E non finisce mica il cielo': omaggio a Mia Martini LE FOTO
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