SEMINARI DI FORMAZIONE
La poesia della Grande Guerra raccontata al liceo 'da Vinci' di Fasano
Nell'ambito dei seminari di formazione organizzati dal Presidio del Libro di Fasano, le classi quarte e quinte hanno incontrato il prof. universitario Giuseppe Bonifacino
FASANO – Strettissimo è il legame tra la poesia e la Prima Guerra Mondiale. Tanti furono gli uomini di lettere che presero parte alle battaglie, di cui descrissero con grande trasporto la crudeltà e gli sconvolgimenti causati agli uomini e alle loro vite. A questo tema, nel pomeriggio di ieri (martedì 21 aprile), è stato dedicato il secondo dei seminari di formazione, organizzati per gli studenti delle classi quarte e quinte del Liceo ‘Leonardo da Vinci' di Fasano, grazie ad una convenzione stipulata tra il sodalizio locale dei Presidi del Libro e il Dipartimento di Lettere, Lingue e Arti dell'Università degli Studi di Bari ‘Aldo Moro'. A relazionare sul tema ‘Poesia della Grande Guerra' è stato il prof. Giuseppe Bonifacino, docente di Letteratura Italiana moderna e contemporanea presso l'Ateneo barese.
Agli studenti, il prof. Bonifacino ha ricordato l'intensità della parola poetica atta a narrare un evento travolgente e cruento come la guerra di trincea, che modificò radicalmente la percezione del tempo e dello spazo. Uno dei più illustri esempi di poeta in divisa fu Giuseppe Ungaretti: lo sgomento dinanzi ai campi, alla desolazione e alla morte dei suoi compagni sodati, si avverte nella frantumazione sintattica e percettiva di liriche come Veglia e San Martino del Carso, tratte dalla raccolta pubblicata nel 1916, Il Porto sepolto. La sofferenza del poeta è evidente anche in Malinconia, parte della succitata raccolta, in cui Ungaretti vagheggia qualcosa che è intrinsecamente assente.
Allo stesso modo intensi sono l'espressività e il dolore contenuti nelle opere di altri autori, come Voce di vedetta morta di Clemente Rebora e Mare di Piero Jahier, struggente testimonianza della sofferenza di una madre che perde i suoi affetti più cari per colpa della Prima Guerra Mondiale. Il relatore ha quindi fatto un accenno a Eugenio Montale, concludendo con un poeta contemporaneo: Franco Fortini, testimone dell'emarginazione del poeta dinanzi alla guerra. A proposito della Guerra del Golfo ha scritto Sette canzonette del Golfo, composte da versi che guardano alla guerra come fatto televisivo, di fronte a cui un paroliere nulla può, se non proseguire la sua vita mentre “Lontano lontano si fanno la guerra. Il sangue degli altri si sparge per terra".
di Angelica Sicilia
22/04/2015 alle 00:35:49
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