MUSICA D'AUTORE
Roberto Vecchioni a Fasano: una straordinaria lezione di musica e poesia
Il cantautore milanese si è esibito ieri sera, 18 aprile, al teatro Kennedy con un intenso spettacolo di musica e parole che ha emozionato i presenti
FASANO - In un teatro di provincia, trasformatosi in prestigiosa scuola di vita, gli spettatori, come discepoli attenti, sono stati ammaliati dalla lectio magistralis impartita con eleganza, passione e smisurata dedizione da un professore speciale: il maestro Roberto Vecchioni. Sul palcoscenico del teatro Kennedy di Fasano, nella serata di ieri (sabato 18 aprile), confessioni e riflessioni si sono alternate alla musica d'autore tessendo un intenso concerto, esaurito in ogni ordine di posto, organizzato dall'associazione “Colpo di maschera” in collaborazione con l'istituto d'istruzione secondaria superiore “Leonardo da Vinci” ed il patrocinio del Comune. E a Fasano grandioso è stato il successo dello spettacolo che rientra in un tour nei teatri del professor Vecchioni, ispirato al libro da lui scritto: “Il mercante di luce”. «È la storia piccola di un amore grandissimo» ha preannunciato lo stesso autore: un insegnante nutre il figlio ammalato attraverso la letteratura greca; la poesia diventa così linfa vitale per poter sconfiggere la paura della vita e della morte. Tematiche, queste, che assieme all'amore, al rifiuto della contemporaneità, all'elogio della mitologia classica, retaggio di una carriera dietro la cattedra vissuta con viscerale entusiasmo, si sono susseguite tra monologhi, racconti personali e brani di un cantastorie capace di leggere la realtà riempiendola di bellezza.
Sulle note di Ho conosciuto il dolore, i ballerini della Compagnia "Equilibrio Dinamico" (diretta da Roberta Ferrara), Francesca Evangelista e Nicola De Pascale, hanno aperto la serata fasanese, introdotta da Fabrizio Giannuzzi. L'ingresso sul palco del professor Vecchioni, accompagnato dalla chitarra di Massimo Germini, ha segnato l'inizio di uno spettacolo ricco di significati, degnamente concluso dalla standing ovation del pubblico. «Quello che non vorrei mai accadesse – ha pronunciato il 72enne cantautore milanese – è non credere più. Continuare a credere significa dare senso al mondo».
Dopo le prime confessioni iniziali, la scaletta ha preso il via con L'ultimo spettacolo, sublime sintesi musicale dell'Iliade di Omero. L'Ultimo canto di Saffo, prima poetessa greca che cantò l'amore struggente, ha fatto la sua comparsa in Il cielo capovolto, seguito da Sogna ragazzo sogna, un' esortazione accorata rivolta alle giovani generazioni. E poi ancora, la splendida canzone Le lettere d'amore, Vincent, Due madri, componimento dedicato alle sue due nipotine Nina e Cloe di cui ha parlato da nonno orgoglioso e Rose blu. Tra una conversazione e l'altra, è toccato a due brani nati nello stesso giorno ma destinati a sorti differenti: I colori del buio, una sorta di intimo diario, e Chiamami ancora amore, trionfo sanremese del 2011.
Con l'acclamata Luci a San Siro si è conclusa l'emozionata ed emozionante esibizione di un maestro della musica e della poesia italiana. Perché Vecchioni, che ha incontrato da giovanissimo Eugenio Montale, che venera la letteratura classica e l'arte, è egli stesso un poeta, un uomo capace di «vedere dove gli altri non vedono», usando le parole di suo padre, e di distribuire coraggio, bellezza e significato ad una realtà che, anche restasse un solo uomo, deve essere difesa…
di Angelica Sicilia
19/04/2015 alle 02:01:10
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