A Fasano le memorie musicali di Savino Zaba in 'Canto...anche se sono stonato'

FASANO – Ha intitolato il suo ultimo lavoro teatrale “Canto… anche se sono stonato”, omaggiando una celebre canzone di Lelio Luttazzi, suo grande mito. Eppure, il vulcanico Savino Zaba, sul palcoscenico, ad ogni occasione riesce a dar prova delle sue spiccate doti canore, della sua travolgente naturalezza e della maestria da performer navigato. Tutte queste qualità non sono certo passate inosservate ieri sera (giovedì 26 marzo) al Teatro Sociale di Fasano, dove l'amato conduttore televisivo e radiofonico nato a Cerignola, accompagnato dalla “Stonato band” ha portato in scena la sua nuova produzione di teatro-canzone, un travolgente viaggio nella musica che ha fatto e accompagnato l'Italia in 40 anni di trasformazioni, sofferenze e speranze.

“Canto… anche se sono stonato” è pensato come un programma radiofonico, trasmesso per l'occasione da “Radio Fasano International”, che alla conduzione unisce altri preziosi ingredienti: la musica live suonata da un gruppo di talentuosi musicisti tutti pugliesi (Davide Saccomanno al pianoforte, Antonio Di Lorenzo alla batteria, Davide Penta al basso, Mino Lacirignola alla tromba e Francesco Lomangino al sax), le coreografie di Tiziana Loconsole e Deborha Brandonisio, in arte le “Swing Out Dancers”, e poi la costante interazione del pubblico e le carismatiche esibizioni di Zaba che si fa cantore e cantante degli avvenimenti sociali ed economici dell'Italia tra gli anni Venti e Sessanta, seguendo lo scorrere dei tempi tramite canzoni indimenticabili. Dunque uno spettacolo multimodale, che ha il merito di catapultare gli spettatori-ascoltatori nelle sonorità del jazz e dello swing, i generi musicali in voga all'epoca,  riproposti con brani molto noti e atmosfere trascinanti. Unica interruzione, le telefonate in diretta di grandi nomi della musica italiana come Renzo Arbore e Luciano Ligabue, che si palesano con le perfette imitazioni dello stesso Zaba.

L'amarcord  inizia con il ritmo di Buonasera signorina di Fred Buscaglione, e prosegue con Baciami piccina e Bellezza in bicicletta. Il Trio Lescano fa la sua comparsa con le canzoni Pippo non lo sa e Maramao perché sei morto, seguite da Mamma voglio anch'io la fidanzata di Natalino Otto che ritorna, dopo la famosa Ma le gambe, con il malinconico pezzo Perduto amore. Accompagnato dalle immagini delle banconote, ormai stampate solo nei ricordi, Savino Zaba continua il suo spettacolo radiofonico con l'indimenticata Se potessi avere 1000 lire al mese portata al successo da Gilberto Mazzi, e poi ancora Un bacio a mezzanotte, Piccola così, Guarda che luna. Il protagonista, nei panni di un affascinante crooner che cambia i suoi costumi di scena, si diverte a combinare brani diversi, come nel caso di Noi duri di Buscaglione e Hit the road jack di Ray Charles, o Tu vuo' fa' l'americano di Renato Carosone e Vengo anch'io. No tu no di Enzo Jannacci. E dopo l'immancabile romanticismo di Guarda che luna e l'omaggio a Modugno con Volare, Zaba ricorda il cantautore americano di origine italiana Louis Prima con la sua Angelina Zomma Zomma, fino a chiudere il repertorio di memorie con Quant'è bello lu primm'ammore, pezzo riproposto anche nella versione pugliese e, simpaticamente anche in inglese.

Il teatro-canzone del protagonista, sempre nostalgico per la sua amata Puglia, riesce a colpire la memoria collettiva: chi ha vissuto quegli anni e le sue melodie e chi ne ha solo sentito parlare si lascia facilmente trascinare dalla bravura di Savino Zaba e della sua squadra. Perché dentro “Canto… anche se sono stonato” si ritrovano i ricordi, fatti riaffiorare dalla voce di un conduttore e dai suoi affiatati musicisti che insieme realizzano uno spettacolo sapientemente ironico, pieno di talento ma soprattutto di passione. Dopo il successo della tappa fasanese, fortemente promossa dall'assessore Laura De Mola, lo show approderà al Teatro Palazzo di Bari domani sera (28 marzo).