FASANO JAZZ 2012
Fasano Jazz, con i Fluido Rosa rivive il mito
Applausi a scena aperta al teatro Kennedy per l'omaggio ai Pink Floyd nella quarta serata del Fasano Jazz
Quando si parla di cover band bisognerebbe sempre andare con i piedi di piombo, dato l'elevatissimo rischio di sconfinamento in un prodotto dal nullo valore artistico. Eppure i Fluido Rosa, la band tributo dei Pink Floyd che si è esibita ieri mercoledì 6 giugno per la quarta serata del Fasano Jazz 2012, meritano un discorso a parte.
Innanzitutto perchè riproporre le monumentali costruzioni musicali dei Pink Floyd, dati alla mano, non è propriamente una passeggiata. Non è un caso che, in confronto a band storiche altrettanto note, ben pochi abbiano provato a ricalcare le orme di Waters, Gilmour e co. I Fluido Rosa del cantante Gabriele Marciano, invece, ci sono riusciti alla perfezione, apparendo altrettanto sontuosi ma senza scadere in patetiche forme di imitazione personale.
E poi, perchè i Fluido Rosa non sono dei ragazzotti cresciuti nella nostalgia di un'indimenticabile epopea: parliamo di musicisti illustri, con alle spalle una lunga sfilza di partecipazioni di grande valore. Derek Wilson (batteria), Danilo Cherni (tastiera e voce), Maurizio Perfetto (chitarra) e Adriano Lo Giudice (basso) vantano anni di strettissima collaborazione con Antonello Venditti, su tutti, o con monumenti della musica internazionale come Keith Emerson, Ivan Graziani, Zucchero, Nada, e Patty Pravo, giusto per citarne qualcuno. La voce di Roberta Lombardini ha arricchito il quadro, assieme alla solidissima e convincente Cristiana Polegri, cantante e sassofonista, giovane e attualissima realtà del jazz e dell' easy italiani, e anch'essa con un ottimo curriculum sulle spalle.
Con queste premesse, è facile considerare che il lirismo vagante già dalle prime note di “Shine on you crazy diamond” non può essere ridotto al solo tributo. Soprattutto se alla causa vengono aggiunti brani del periodo d'oro con Syd Barrett come “Astronomy domine” o “See Emily play”, ben prima di ripercorrere l'era internazionale di album come “The Darkside of the moon”, “Animals” e “The Wall”. Ancor più, se l'omaggio di “One of these days” sfugge alla trama tradizionale per un intermezzo più argutamente elettronico.
E allora, quale validità assume uno spettacolo del genere? Al di là del solo aspetto tecnico, al di là di un background unico rispetto alle sterminato numero di cover band italiane, al di là del successo europeo, vi è un granitico spessore culturale in un'opera di lussuosa divulgazione musicale.
Oggi 7 giugno, al teatro Kennedy, sarà la volta di un'esclusiva internazionale: il batterista Roberto Gatto, orgoglio italiano nel panorama jazz mondiale e ospite fisso ormai della rassegna, si esibirà per la prima volta insieme al visionario pianista olandese Michiel Borstlap.
di Fabio Cofano
07/06/2012 alle 01:35:00
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