INIZIATIVA CULTURALE
Natura e responsabilità alla presentazione di 'Com'è profondo il mare' a Fasano
L'iniziativa, patrocinata dal Comune, è stata organizzata dal Club Lions Fasano Host in collaborazione con il Presidio del Libro di Fasano.
FASANO- Con il tradizionale suono della campana e la lettura della missione Lions, nella serata di ieri (6 marzo), si è dato inizio, nella Sala di Rappresentanza del Palazzo della Città di Fasano, alla presentazione del libro “Com'è profondo il mare” edito da Chiarilettere, libro scritto da Nicolò Carnimeo, docente di Diritto della Navigazione presso l'Università degli Studi di Bari.
La serata, patrocinata dal Comune di Fasano, nasce dalla cooperazione tra il Presidio del libro di Fasano, guidato dalla professoressa Annamaria Toma e il Club Lions Fasano Host presieduto dall'avv. Ilio Palmiraggi.
L'autore, accompagnato dalle domande di Stefano Carbonara, giovane biologo marino, ha illustrato il suo percorso personale che l'ha portato alla scrittura della sua opera: un libro, come lo stesso Carnimeo sottolinea, che nasce dal suo personale rapporto e amore verso il mare. Un interesse, quello nei confronti del mare, che coinvolge molte persone per tre semplici fattori, evidenzia l'autore del libro: il colore, il profumo e il rumore, fattori questi che insieme creano delle sinestesie, le quali danno un senso di benessere e riscoperta della natura.
“Com'è profondo il mare” evidenzia la passione dell'autore verso il viaggio, ci spiega come esso sia strumento di scoperta di nuove civiltà, e come il viaggiare conduca l'autore a quelle che sono le realtà della natura.
Nel suo intervento Carnimeo ha esposto il suo senso di indignazione nei confronti della situazione attuale in cui riversa la natura dei nostri mari e degli oceani, portatori ogni giorno di tonnellate di plastica, la quale viene gettata in mare e poi restituita alle nostre spiagge o ai nostri porti. Da questa sua indignazione, ha raccontato nel corso della serata, parte la storia che lo ha portato alla conoscenza dell' “Isola di Plastica”, degradante realtà presente nell'Oceano Pacifico, una conoscenza avvenuta attraverso il viaggio intrapreso in compagnia di Charles Moore, sessantenne falegname americano incontrato a Londra, che nutre come lui l'amore verso il mare.
Questa esperienza è stata il punto di partenza e la fonte di ispirazione del suo libro, che mostra nel suo sottotitolo “La plastica, il mercurio, il tritolo e il pesce che mangiamo” le dure realtà contro cui la natura marina è chiamata a combattere oggi.
L'autore ha spiegato come circa il 10% di tonnellate di plastica che consumiamo finisca nel mare e diventi l'habitat di numerosi pesci e come questa, spezzettata dal vento e dalle onde, venga ridotta in piccoli pezzetti, e poi mangiata da gabbiani o altri volatili marini, portandoli alla morte, andando in questa maniera a urtare l'ecosistema.
Il mercurio è frutto di tutto quello che gettiamo nel nostro mare, che ad esempio porterà a raccontare nel libro la triste vicenda dello spiaggiamento lungo le coste del Gargano di capidogli avvelenati e di pesci avvelenati poi presenti sulle nostre tavole.
Il tritolo, residuo di guerre passate, abbandonato nel mare, sarà la dura eredità che lasceremo ai nostri figli.
L'autore ha tracciato nel suo intervento le linee guida per migliorare la nostra realtà, prendendo a modello quelle che erano le masserie di un tempo, dove niente era buttato e la qualità era quella dei prodotti naturali, frutto della terra e del corso delle stagioni.
«La vera modernità - ha sottolineato Carnimeo - è andare verso l'autosufficienza, e le nostre ricchezze sono il territorio e le campagne».
Una fotografia preoccupante quella mostrataci nel libro, e forse ignorata, che è conseguenza del modo in cui abbiamo scelto di vivere.
L'opera non è soltanto un libro di denuncia, è un'iniezione di fiducia: ci sono uomini, infatti, che non vogliono lasciare questo pesante fardello alle generazioni future, ci sono persone che cercano di modificare il corso degli eventi, e l'esempio lo mostra Carnimeo facendoci conoscere il comandante e amico Moore.
Una serata positiva quella di ieri, che ha fatto riflettere i presenti, e acceso in essi un senso maggiore di responsabilità da portare con sé e nelle loro famiglie.
di Donato Miccoli
07/03/2015 alle 05:04:55
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