FASANO JAZZ 2012
Fasano Jazz 2012, terza serata memorabile
Boris Savoldelli, Gianluca Petrella e Giovanni Guidi protagonisti di una performance di grandissimo livello al Teatro Sociale
Boris Savoldelli
Due ore che entreranno nella storia del Fasano Jazz, quelle vissute ieri lunedì 4 giugno al Teatro Sociale. Boris Savoldelli, Gianluca Petrella e Giovanni Guidi hanno entusiasmato la platea con un'esibizione unica, esaltante, che verrà ricordata come una delle vette più alte mai raggiunte dalla kermesse fasanese. E, in realtà, le premesse c'erano tutte.
Savoldelli, che non è azzardato considerare uno degli eredi musicali più prossimi al grande Demetrio Stratos, è un illustre funambolo della voce, che utilizza come un vero e proprio strumento raggiungendo terreni di polifonia vocale notevoli. Petrella è un trombonista di livello internazionale, uno dei pochi a ridare dignità da solista ad uno strumento da anni oscurato nel vasto scenario della musica jazz. Lo hanno capito negli Stati Uniti, dove Petrella è ospite fisso nonostante la nota diffidenza degli americani verso i jazzisti europei. Guidi, nonostante la giovane età, è già un pianista affermato, eclettico, innovatore, con una serie di illustri partecipazioni già dalla sua.
E' stato Boris Savoldelli, da solo, ad introdurre la serata. Un unico strumento, la sua voce, ma tantissimi suoni. Una vera e propria orchestra, realizzata sovra-incidendo su più piste i suoi tappeti canori dal vivo con il solo ausilio di un looper. Originale, sicuramente, ma la bravura di Savoldelli non è solo nell'unicità del suo modo di produrre musica – che dal vivo fa il suo effetto - e nella sua tecnica vocale sopraffina: innegabile è, infatti, la vena creativa dei suoi progetti sonori. Canzoni come “I mean You” di Thelonious Monk, “All Blues” di Miles Davis o “Foxy lady” di Jimi Hendrix sono state rielaborate in maniera avanguardista e difficilmente caratterizzabile, con l'unico e solo vero marchio netto costituito dall'ordinata frenesia del suo fraseggio vocale. Ma d'altronde, la vera forza del vocalist bresciano è proprio questa: cavalcare un sottile, quasi non identificabile, e surreale equilibrio tra jazz, funk, blues e musica classica attraverso la sola forza della voce.
Dopo Savoldelli, temporaneamente uscito di scena, è arrivato il momento di Gianluca Petrella e Giovanni Guidi. L'impressione di assistere allo spettacolo di due performers unici si è subito resa evidente, confermata poi dal lungo, ma mai banale, dialogo musicale tra i due strumenti. Ciò che ha impressionato dei due scatenati jazzisti, infatti, è stata proprio la disarmante onnipotenza nell'intrecciare trame sonore nuove, a tratti psichedeliche, spingendosi oltre i normali confini offerti da due strumenti di cui si pensa, spesso, di aver sentito già tutto. Evidentemente sbagliando.
Il gran finale, con il ritorno di Savoldelli sul palco, ha visto i tre concludere in grande stile. Una versione particolarmente espressiva e urbana di “Perfect Day” di Lou Reed, e un'ulteriore, straniante, riproposizione di Hendrix - questa volta con “The wind cries Mary” - hanno chiuso il concerto prima del meritato bis. Meritato, per rendere omaggio a tre artisti che sono riusciti egregiamente in una fusione ruvida ma brillante di tre altrettanto prepotenti individualità.
Il prossimo appuntamento è per mercoledì 6 giugno al teatro Kennedy, con l'omaggio ai Pink Floyd dei Fluido Rosa, altro appuntamento da non perdere.
di Fabio Cofano
05/06/2012 alle 01:53:37
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