INCONTRO FORMATIVO
Le 'note di memoria' di Francesco Lotoro per gli studenti del 'Da Vinci'
Emozionante incontro, nell'auditorium dell'istituto diretto da Stella Carparelli, con il compositore e pianista barlettano
FASANO - Un eroe silenzioso che un giorno ha scoperto di avere una missione. Quella di trovare e riportare in vita la musica creata in tutti i campi di concentramento dai musicisti deportati. In buona parte c'è riuscito creando la più grande biblioteca mondiale della musica scritta nei campi di concentramento. Parliamo di Francesco Lotoro, 50enne compositore e pianista barlettano, ospite questa mattina (venerdì 6 febbraio), dell'istituto superiore "L. da Vinci" di Fasano nell'ambito del progetto "Gocce di memoria". Quella odierna, parte integrante della stessa progettualità, è stata chiamata "Note di memoria" e ha visto la partecipazione della quarte classi dell'istituto diretto da Stella Carparelli. "Gocce di memoria è il titolo di una bellissima canzone di Giorgia che parla d'amore- dice a proposito la professoressa Mariella Muzzupappa, referente del progetto insieme a Mina Corelli -.E con grandissimo amore questa scuola, ancora una volta, dà un senso a quel verso della poesia di Primo Levi Se questo è un uomo che dice 'meditate che questo è stato'. Con grande amore riflettiamo così su uno degli argomenti più forti della storia dell'umanità, la Shoah. L'incontro con il maestro Lotoro è decisamente di pregio".
L'avere a Fasano il maestro Lotoro è stato facilitato dal fatto che uno dei docenti del "Da Vinci", Angelo De Leonardis (bravissimo baritono professionista), collabora con lo stesso da anni e canta egli stesso i brani ritrovati dal maestro barlettano. Ad aprire l'incontro è stato l'alunno Matteo Di Tano che ha letto alcune pagine tratte dal libro Il maestro, scritto dal francese Thomas Saintourens ispirato dalla vita e dall'attività di Lotoro. Dopo di che sono state rivolte alcune domande all'ospite che ha parlato di questa sua incredibile esperienza di raccolta e di quanto difficile sia stata. Il maestro e De Leonardis hanno anche proposto alcuni brani.
Lotoro ha raccontato della sua missione iniziata oltre 20 anni fa. Una sorta di caccia al tesoro fatta di manoscritti, fotocopie, scansioni, quaderni che perdono pezzi, ma anche pezzi «incisi» a carbonella su carta igienica, come la musica scritta da Rudolf Karel, prigioniero della resistenza polacca. Il maestro ha sottolineato come dietro ogni brano si celano storie umane, componenti sociali. E' impossibile restare impassibili davanti al suo intervento: mentre racconta sembra di riverdere le immagini di Auschwitz e degli altri campi. Ad oggi sono più di 4 mila le opere trovate e trascritte. In gran parte sono finite nell'Enciclopedia Thesaurus Musicae Concentrationariae (Kz Music) ma ve ne sono tantissime quelle da decifrare. Per pagare i debiti accumulati in tanti anni di ricerca ha rinunciato al suo sogno di avere una casa propria e continua a vivere in affitto. Le parole di Lotoro colpiscono per semplicità e durezza. Parla del suo essere ebreo e di come si corra il rischio che Hitler riesca ad ottenere una vittoria postuma in quanto gli ebrei stanno lasciando l'Europa. Ma nonostante questo c'è tanta speranza nel suo discorso. Università e biblioteche sono interessate alla sua ricerca e al suo lavoro affinché i giovani possano rendersi conto di quello che è stato. «Questa musica appartiene all'umanità: mi deprime il disinteresse della gente, ma i musicisti è difficile che mollino - ha concluso Lotoro -. Così a volte sembra di nuotare nell'aria. Vivo per il sogno di vedere un giorno questa ricerca finita e sapere che in futuro questa musica verrà suonata».
di Redazione
06/02/2015 alle 15:30:00
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