APPUNTAMENTO FASANOMUSICA
Il Teatro Kennedy esplode d'entusiasmo per il concerto di Cristiano De André
Grande successo dello spettacolo di ieri sera (venerdì 12 dicembre) in cui il figlio d'arte ha presentato le sue canzoni intrecciandole ai brani intramontabili del padre Faber
FASANO – “Homo faber fortunae suae”: questo antichissimo proverbio in latino mi ha sempre fatto pensare ad un uomo, in particolare, che è stato artefice del proprio grande destino, lasciandone traccia in ogni dove. Quasi per un caso (o forse no) egli è stato soprannominato Faber, come colui che crea qualcosa di immortale: Fabrizio De André, infatti, ha dato voce a idee, canzoni e sensazioni che non perderanno mai il loro valore. A seguire le sue orme e ad accogliere l'eredità del pensiero paterno resta il figlio Cristiano, cantautore ed eccezionale polistrumentista che ieri sera (venerdì 12 dicembre) è stato protagonista del concerto “Via dell'amore vicendevole” che si è tenuto al Teatro Kennedy per il secondo appuntamento della trentaduesima stagione di Fasanomusica.
Lo spettacolo è iniziato, in modo molto significativo, con il brano “Nel bene e nel male”, scritto una quindicina di anni fa ma profondamente attuale: “Passerà questo tempo infelice, questo battere il piede per terra, finiranno le lotte di razza, gli odori di guerra…” si ascolta nel testo: l'artista, salutando il numeroso pubblico, ha voluto spiegare la fiducia nella cultura e nell'arte, sempre presente nei suoi pezzi migliori, e la critica nei confronti della politica, che si non cura del bene comune: “Certo bisogna farne di strada da una ginnastica d'obbedienza […] però bisogna farne altrettanta per diventare così coglioni da non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni” canta Cristiano, riproponendo “Nella mia ora di libertà” di Faber.
Il concerto è proseguito così, intrecciando i brani scritti di proprio pugno a quelli portati al successo da uno dei maggiori cantautori italiani: padre e figlio, un'anima in due corpi, entrambi intenzionati a vivere il presente nella maniera più autentica possibile, hanno regalato attraverso la musica emozioni indescrivibili. In successione sono state presentate “Il cielo è vuoto”, “Credici”, “Il mio esser buono”, “Vivere”, “Lady Barcollando”, “Non è una favola”, “Cose che dimentico”, “Invisibili”; tra queste canzoni di Cristiano De André, hanno trovato spazio le reinterpretazioni di “Ho visto Nina volare”, “Se ti tagliassero a pezzetti”, “Smisurata preghiera”, “Quello che non ho”, “Fiume Sand Creek” del padre Fabrizio.
L'apice dello spettacolo musicale è stato raggiunto durante l'esecuzione di “Creuza de ma” e “Verranno a chiederti del nostro amore”, un omaggio affettuoso che l'artista sul palcoscenico ha voluto tributare ai suoi genitori, visibilmente commosso nel ricordare i momenti felici che si trascorrevano in famiglia. Dopo una pioggia di applausi, dedicati anche alla band formata da Osvaldo Di Dio (chitarre), Massimo Ciaccio (basso) e Davide Devito (batteria), Cristiano ha intonato altri quattro brani: “La Città vecchia”, scritta da Faber ma tutt'oggi tributo dovuto all'amata Genova martoriata dall'alluvione, “Dietro la porta”, “Le quaranta carte” e, per concludere, pubblico in visibilio per l'ultima ballata, “Il pescatore” dall'originale di De Andrè, che ha chiuso un concerto di incredibile successo.
di Antonella Argento
13/12/2014 alle 06:20:55
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