ESTREMO SALUTO
La sua amata musica e tante lacrime per l'addio a Marcello Anglani
Tanti giovani alla cerimonia funebre del 19enne tragicamente scomparso venerdì scorso a causa di un terribile incidente stradale
FASANO - "In questo fiume tutto svanirà nel nero; in questo fiume non c'è via di ritorno; in questo fiume tutto svanirà nel nero. Non c'è via di ritorno. Isolato, mi allontano solamente per ritrovare me stesso. La porta è stata chiusa di nuovo. E l'unica cosa rimasta è questa tempesta che mi ha spezzato il mio unico amico". Questa la traduzione letterale di alcuni passi di In this river, brano dei Black Label Society. in cui si narra di un amico strappato troppo presto alla vita. Questo il brano scelto da Luigi Vinci (alla chitarra) e da Pasquale Romita (voce) per l'ultimo saluto a Marcello Anglani, il 19enne fasanese scomparso a causa di un terribile incidente stradale venerdì scorso (7 novembre) sulla Fasano-Cisternino. Le note della canzone si sono elevate all'interno della chiesa Matrice al termine della funzione religiosa officiata da don Vito Palmisano. Luigi, Pasquale e Marcello suonavano insieme nei Deep South, uno dei tanti gruppi locali in cui si formano i promettenti musicisti fasanesi.
Un dolore immenso, quello vissuto da un'intera comunità questa mattina, in occasione dei funerali del giovane Anglani. Tantissimi i giovani presenti, ancora increduli di fronte a quanto avvenuto. E poi ufficiali della Marina Militare e istituzioni cittadine come il comandante della Compagnia dei Carabinieri di Fasano e del distaccamento della Polizia Stradale. Il feretro è stato condotto dalla chiesetta dell'Assunta alla vicina chiesa Matrice per il rito funebre. A celebrare, come detto, don Vito Palmisano. "Voglio spezzare con voi il pane della parola perché nella liturgia, quando Gesù parla, vuole arrivare nel profondo del nostro cuore e lasciare una traccia - ha esordito nella sua omelia don Palmisano -. In questo momento egli è con noi. E' risorto. E ha promesso di accompagnarci nel nostro itinerario e soprattutto quando ci colpisce il dolore, la morte, egli non è insensibile a ciascuno di noi. Il brano del Vangelo ascoltato (la resurrezione di Lazzaro, ndr) ci fa capire come egli ci ha mostrato Dio dei viventi, che di fronte alla morte, profondamente commosso, egli piange la morte dell'amico Lazzaro. E la gente, nel constatare questo pianto, dice "guarda come lo amava". Quando perdiamo una persona a noi cara, che abbiamo tanto amato, sentiamo questo vuoto, avvertiamo dentro di noi il bisogno che questo vuoto possa essere colmato, sia riempito. La parola di Gesù è una parola che si esprime dopo il pianto nella preghiera al Padre. Un Gesù quindi che affronta con umiltà il limite. Un limite anche della morte e che nello stesso tempo ci dice di essere venuto a sconfiggerla. Ecco quindi come il Signore da una parte condivide il nostro dolore ma nello stesso tempo ci dice che dobbiamo superarlo, elaborarlo, e fare in modo che da questo male possa venire del bene. E per noi è ancora oscuro. Quello che possiamo fare è fare nostri i sogni di Marcello. Ogni giovane che si apre alla vita fa dei sogni, cerca di mettere insieme le proprie energie e le proprie forze in quella rete di legami che ci accomunano, in cui impariamo gli uni dagli altri, in cerca di affrontare quella realizzazione di se stessi. Possiamo fare nostri i sogni di Marcello nella misura in cui, avendolo conosciuto, possiamo anche con lui metterci alla ricerca di Dio. Può sembrare una realtà in cui oggi si parla poco ma di cui si sente la necessità. E nel constatare tutto quello che di effimero è su questa terra possiamo appoggiarci attraverso la fatica della ricerca su ciò che ha valore e peso. E soprattutto scoprire nella profondità del nostro cuore come questo Dio ci precede. Dio è con noi. La ricerca di Dio è stata anche per Marcello un'occasione di interrogarsi, di chiedere, di leggere la Sacra Scrittura. Questo andare a ciò che ha valore, a ciò che è essenziale potrebbe essere per ciascuno di noi il sogno che Marcello ha cercato di costruire nella sua vita. Siamo in chiesa e questa è la comunità dei redenti e dei salvati. Siamo collegati gli uni agli atri da amicizia, da parentela, soprattutto dalla necessita di imparare gli uni dagli altri a saper affrontare ogni prova, ogni difficoltà. Perciò il Signore possa consolarci attraverso questo calore umano che ognuno di noi può esprimere alla famiglia di Marcello. Lo abbiamo fatto in questi giorni ma ora quello che più conta e portarla nelle nostre preghiere nei prossimi giorni, nei prossimi mesi, in modo tale che non si senta sola. E tutto non si riduca soltanto a questi momenti. Affiadiamo a Gesù questo nostro fratello perché lo introduca nella liturgia celeste, per lodare e magnificare insieme ai Santi e ai Beati Dio che è nostro padre, che vuole che tutti i suoi figli siano salvi".
Al termine della celebrazione, oltre al brano già citato, c'è stato anche lo struggente ricordo dei compagni di liceo del giovane scomparso e quello di Tonio Leone, l'ultima persona ad aver visto vivo Marcello Anglani. Il ragazzo, infatti, aveva appena lasciato la masseria di Leone quando ha avuto il terribile incidente. Emozionante anche il saluto portato ai presenti dal padre del ragazzo, Orio. "Ci dovrete sicuramente perdonare se abbiamo deciso di dispensarvi da quella triste processione che si svolge ogni volta al termine di un rito funebre - ha detto commosso -. Non è che vogliamo respingervi. In questi giorni che abbiamo vegliato la salma del piccolo grande Marcello, abbiamo sentito il vostro affetto, abbiamo sentito il dolore di un'intera città. E adesso sento veramente il dovere di ringraziarvi per essere stati qui, essere stati con noi in questi giorni. Coloro che risiedono qui e quelli che sono venuti da lontano. Guardatevi intorno. Io vi guardo e sono veramente sopraffatto dalla vostra partecipazione e sono qui per ringraziarvi e abbracciarvi tutti collettivamente in sostituzione di quello che normalmente si fa. Vi abbraccio tutti quanti. Grazie".
Un ultimo applauso ha salutato infine Marcello, unitosi, con la sua chitarra, alla grande orchestra degli angeli in Paradiso.
di Redazione
10/11/2014 alle 12:46:22
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