Sotto inchiesta perché ritenuto falso cieco ma la sua malattia era vera: nessun processo per un ipovedente fasanese

FASANO - Era stato accusato di aver truffato lo Stato poiché, nonostante sulla carta risultasse non vedente (con tanto di indennità di accompagnamento), riusciva a fare da solo la spesa o a recarsi in banca. Era stata la Guardia di Finanza a consegnare, nel maggio del 2013, a Giacomo Giannoccaro, ipovedente fasanese, la notifica di conclusione delle indagini. L'uomo era stato filmato per settimane. Ma non ci sarà alcun processo. Infatti è stata accolta la richiesta avanzata dagli avvocati difensori dell'uomo, Stefano Palmisano e Giovanni Cofano, di archiviazione del caso avendo dimostrato, con una serie di certificati, come l'uomo sia a tutti gli effetti invalido anche se non cieco totale.

L'inchiesta era partita dal pubblico ministero Luca Buccheri che aveva dato mandato alle Fiamme Gialle di indagare su Giannoccaro. Dopo l'avviso di conclusione delle indagini gli avvocati difensori avevano incaricato come esperto il prof. Ugo Propoli. Quest'ultimo ha documentato la patologia dell'ipovedente fasanese che non vede chiaramente le cose e, di conseguenza, solo in ambienti conosciuti si muove a suo agio. Ma la Procura brindisina ha comunque voluto sentire un suo perito. Ha quindi interpellato il prof. Marcello Ferrara che ha però confermato la tesi di Propoli e la patologia di Giannoccaro. A questo punto al giudice Giuseppe Licci non è rimasto altro che archiviare il caso per infondatezza della notizia di reato. Giannoccaro ha chiesto il ripristino dell'indennità di invalido (sospesa durante le indagini) compresi gli arretrati ammontanti a 13mila euro circa.