PROCESSO CONCLUSO
Piano di recupero del centro storico: condannati il sindaco di Fasano Lello Di Bari e il consigliere regionale Fabiano Amati
Secondo il gup Maurizio Saso i due esponenti politici sono rei di abuso d'ufficio in concorso: assolto l'architetto Dioguardi
FASANO - Un anno e 8 mesi per Fabiano Amati e otto mesi per il sindaco di Fasano Lello Di Bari, entrambi con pena sospesa: queste le condanne inferte questo pomeriggio (giovedì 13 febbraio) dal gup Maurizio Saso in relazione alla questione del piano di recupero del centro storico di Fasano. I due esponenti politici si sono presentati in tribunale questa mattina in compagnia dei loro avvocati Massimo Manfreda e Dino Musa. Il pm Valeria Farina Valaori aveva chiesto per Amati una condanna per tre anni e due mesi e per Di Bari a 2 anni. Assolto, così come da richiesta del pubblico ministero, Davide Maria Dioguardi (anche lui accusato di abuso d'ufficio in quanto, da tecnico paesaggista, aveva redatto dei pareri sul piano). La decisione è venuta dopo il lungo dibattimento tenuto dagli avvocati difensori.
La questione riguardava, come detto, il piano di recupero del centro storico che lo stesso sindaco Di Bari affidò, per seguirne l'iter, ad Amati allora consigliere comunale. I fatti risalgono al 2009 quando Amati, allora consigliere comunale di opposizione, fu delegato da Di Bari a seguire l'iter di definitiva approvazione dello strumento urbanistico che doveva disciplinare gli interventi edilizi nel centro storico della città. Secondo il primo cittadino, avendo Amati svolto nell'Amministrazione precedente, quella guidata da Donato De Carolis, l'incarico di assessore all'Urbanistica, era la persona migliore per redigere uno strumento di tale importanza. Cosa che l'ex assessore regionale alle Opere pubbliche fece nonostante le tante polemiche di natura politica che un incarico simile scatenò in città. La vicenda poi finì anche nella aule dei tribunali amministrativi per una presunta incompatibilità di Amati che non avrebbe potuto occuparsi del Piano di recupero del centro storico in quanto nell'area che lo strumento indica come centro storico lui e i suoi familiari hanno una serie di interessi.
Per questo, nella primavera del 2009, ci furono, come detto, due ricorsi al Tar di Lecce: uno presentato da Saverio Potenza, ed uno da Maria Rosiello, Francesco e Vincenzo Saponaro. I due atti avevano un comune denominatore: puntavano il dito contro il consigliere Amati. Ma i giudici amministrativi respinsero le due istanze in quanto non hanno ritenuto il piano di recupero “non viziato da alcuna irregolarità, senza violazioni di legge e dei principi di materia di pianificazione urbanistica”.
Oggi ecco la decisione dei giudici e la condanna di Amati e Di Bari. Tra 15 giorni saranno rese note le motivazioni della sentenza ma i difensori hanno già annunciato ricorso in appello.
di Redazione
13/02/2014 alle 16:24:49
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