ATTIVITà INVESTIGATIVA
Un anno di attività dei Carabinieri nel Brindisino
Il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Brindisi ha reso noti i dati relativi alle operazioni compiute nel 2013
FASANO - Il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Brindisi, Col. Andrea Paris ha tracciato questa mattina (sabato 18 gennaio) un bilancio complessivo delle attività condotte dall'Arma nell'ambito dell'intera Provincia. In particolare, il Comando Provinciale Carabinieri di Brindisi, con i suoi 604 uomini e donne, si articola in 23 Stazioni, 4 Comandi di Compagnia dislocati nelle cittadine aventi la maggiore concentrazione di popolazione (tra cui Fasano, ndr), un Reparto Operativo da cui dipende un Nucleo Investigativo che si occupa di indagini di criminalità organizzata, reati contro la persona, reati contro il patrimonio, ricerca latitanti catturandi, stupefacenti e infine di repertamenti e rilievi sulla “scena criminis”.
Sempre alle dipendenze del Reparto Operativo, il Nucleo Informativo e la Centrale Operativa, organo propulsore di tutto il Comando, sulla quale sono attestate le linee del 112, terminale di una media di oltre 250 telefonate giornaliere alle quali i nostri carabinieri sanno sempre fornire adeguate risposte d'intervento. L'impegno profuso in questo anno, finalizzato a potenziare la qualità dell'attività operativa su più fronti, in particolare quello dei reati contro la persona e della lotta alla droga, si è tradotto in una strategia che ha posto un freno al dilagare delle molteplici realtà criminali nel capoluogo e in provincia. La prevenzione, nella lotta alla criminalità, resta la strategia vincente per combattere il suo sistema di potere, incidere sulle sue complicità, estirpare le coperture che creano cultura, prassi e contesti mafiosi. La lotta alle consorterie criminali a Brindisi è resa ancora più ardua soprattutto dai continui rimescolamenti dei gruppi malavitosi sempre alla ricerca della supremazia territoriale. In questo ambito, l'Arma, nel suo operare quotidiano accompagna a una mirata e proficua attività repressiva una sempre maggiore attenzione alla diffusione della cultura della legalità, intesa come una possibilità concreta di continuare a educare informando i più giovani, realizzando d'intesa con le scuole incontri con gli alunni. Per chi come l'Arma opera da sempre per il bene della comunità, ha la necessità di ritrovare i fili della nostra ”umanità” nel rapporto con la comunità e soprattutto con chi la comunità la vive ai margini, perché sono loro che vivendo fuori da ruoli precostituiti si rendono piu' bisognosi di aiuto. Si rende necessario dunque, costruire giorno per giorno occasioni di incontro e confronto, “edificare” i legami che istituiscono gli spazi della convivenza nella legalità, creando rapporti di prossimità, e ciò è determinante per migliorare le prospettive del vivere civile. Sul piano delle attività criminali emergono inoltre: i reati predatori che, privilegiati dalle centrali malavitose in argomento, restano un importante introito che consente alle compagini del malaffare di finanziarsi e talvolta rigenerarsi; l'estorsione, gestita con le formule intimidatorie tipiche del racket, spesso in stretta connessione con il reato associativo, come è emerso al termine di alcuni processi di mafia, resta una delle attività illecite tradizionali. la detenzione e spaccio di droga. l'usura, praticata con moduli, diversamente articolati, in cui l'inserimento del crimine organizzato può non risultare immediatamente riconoscibile, rimane fonte primaria per l'accumulazione di liquidità e per l'appropriazione di imprese commerciali e produttive, nonché atavica espressione del predominio criminale sul territorio. Ma anche per ciò che concerne tali fattispecie di reato, le risposte che l'Arma mette in campo sono efficaci: le vittime infatti possono contare sulla capacità da parte della nostra Istituzione di fornire risposte adeguate e sulla certezza di essere supportati in un lungo e talvolta doloroso percorso come spesso accade per le vittime del racket delle estorsioni e dell'usura.
I dati relativi all'attività di prevenzione e contrasto dei reati in Brindisi e provincia sono eloquenti: 720 arresti (+31% nel 2012 erano 548) e 3.437 (+1% nel 2012 erano 3406) persone denunciate; 30 persone arrestate per associazione a delinquere e 26 di stampo mafioso; 260 arresti per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti con quasi 28kg di droga sequestrati e 155 piantine di marijuana sequestrate; 217 arresti per furto, di cui 29 sono stati eseguiti per furti in esercizi commerciali, 15 per furti di auto/moto, 17 per furti in abitazioni e 1 per scippo; 86 rapinatori assicurati alla giustizia; 29.414 servizi tra pattuglie e perlustrazioni effettuate, per un totale di circa 350mila ore di servizio, con circa 68mila persone identificate contestualmente al controllo di oltre 37mila mezzi. Da segnalare il fortissimo impulso all'attività di controllo alla circolazione stradale, tesa in particolare a contrastare il fenomeno della guida senza cinture di sicurezza o –in caso di motoveicoli- da parte di centauri privi di casco. Complessivamente le contravvenzioni sono state 11.489 (+61%, 7.118 nel 2012). Nello specifico le infrazioni al C.d.S. più sanzionate sono state la mancata revisione degli auto-motoveicoli, il mancato uso del casco e delle cinture di sicurezza, il mancato possesso dei documenti di circolazione e la mancanza di copertura assicurativa. Parimenti sono aumentati i controlli con l'utilizzo dell'etilometro, disposti soprattutto nelle ore notturne dei giorni prefestivi e festivi, per intensificare i controlli volti ad arginare il triste fenomeno degli incidenti stradali, di cui è stata riscontrata negli ultimi tempi una maggiore incidenza, in ragione della presenza di numerosissimi giovani nelle zone ove sono ubicate le discoteche maggiormente frequentate e soprattutto sulle strade statali e provinciali particolarmente interessati dal traffico di afflusso e deflusso di tali locali di divertimento. Particolare menzione va data, inoltre, all'impegno dell'Arma sul fronte delle misure di prevenzione e in particolare con riferimento all'aggressione dei patrimoni indebitamente acquisiti dalle organizzazioni criminali consente di annotare importanti risultati. L'andamento della delittuosità generale, nell'anno oggetto di valutazione, ha subito una flessione del –6% (delitti denunciati: 16.215 nel 2012 e 15.214 nel 2013) su tutto il territorio provinciale. L'Arma, nel 2013, ha perseguito il 74% dei delitti commessi, ben 11.245 su 15.214, di cui 2.751 scoperti (24% di quelli perseguiti). In tale generale contesto, è utile evidenziare i reati predatori, fonte di perdurante allarme sociale su tutto il territorio nazionale. Al riguardo, si segnala una diminuzione del 4% (dato interforze) del delitto di furto sull'intera provincia. In relazione alle rapine, in calo di ben 9 punti percentuali (229 nel 2012 e 208 nel 2013, dato interforze), spesso, caratterizzate da lieve danno economico, si rappresenta che l'Arma ha proceduto per 157 delitti (rappresenta il 75% delle rapine commesse), di cui 35 scoperti, pari al 22% del totale per cui procede l'arma.
di Redazione
18/01/2014 alle 11:16:12
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