UOMINI SENZA CUORE
A Fasano c'è chi si diverte a sparare ai cani senza che nessuno intervenga
La denuncia arriva dal sito animebastarde.it su sollecitazione di un'associazione animalista: sono numerosi i casi avvenuti in contrada Gravinella
Uno dei cani colpiti
FASANO – Come definire un uomo che si diverte a sparare a poveri animali indifesi? Qualsiasi aggettivo dispregiativo andrebbe bene. Intanto la priorità è fermarlo. Fatta questo piccolo preambolo entriamo nel vivo della questione. La dura denuncia arriva dal sito www.animebastarde.it che racconta anche delle volontarie dell'associazione fasanese “Quattro zampe nel cuore” che si prendono cura degli animali feriti. Un articolo che vi riproponiamo integralmente perché, nella sua durezza, racconta quanto sta accadendo a Fasano senza che nessuno muova un dito. La speranza è che la cassa di risonanza dettata dall'informazione possa smuovere le coscienze ma soprattutto chi di competenza affinché i colpevoli vengano ben presto individuati.
Ecco l'articolo: «Dopo un anno ha colpito ancora. I bersagli prediletti sono sempre gli stessi. L'area di caccia idem, zona contrada Gravinella, nei pressi del Ciasu, vecchio distretto universitario. L'arma utilizzata sempre un fucile da caccia calibro 12. Vittime accertate tre. Se avesse sparato agli uomini lo avrebbero chiamato serial killer, ma lui spara ai cani, allora nemmeno se ne parla. Però qualcosa sta per cambiare, il bastardo ha le ore contate. Siamo a Fasano, una delle città più belle della provincia di Brindisi. La città della Selva, meta turistica rinomata in tutta Italia per le attrattive paesaggistiche. Un po' fuori mano c'è una zona, si chiama Ciasu, la gente del posto la conosce come il vecchio rione universitario abbandonato. Da quelle parti ormai non c'è più niente, il passare degli anni e il degrado ne hanno fatto una zona franca. Terra di nessuno, terra di abbandoni. Lì ci vanno gli infami per abbandonare gli animali. Quei cani di famiglia che diventano un peso. Fino a poco tempo fa l'area era popolata da un numero piuttosto ampio di cani dimenticati da tutti. Cani persino difficili da salvare, perché quando a occuparsi degli animali ci devono pensare solo i privati cittadini, le piccole associazioni animaliste, le risorse, gli spazi a disposizione non sono mai abbastanza per salvarli tutti. Ai cani di contrada Gravinella ci hanno sempre pensato le volontarie di “Quattro zampe nel cuore”. Da sempre le ragazze portano da mangiare al branco, come possono, cercano di non fargli mancare niente. Le animaliste quei cani avrebbero voluto portarli via di lì. Ma non hanno potuto farlo per tempo. Dove avrebbero dovuto portarli tutti quei cani? Con quali fondi avrebbero dovuto provvedere a tutte le spese veterinarie derivanti da eventuali ricoveri in cliniche private? Come al solito gli animalisti devono ripiegare su palliativi pur di mantenere in vita i propri angeli. Ogni volta un colpo al cuore.
Le ragazze di “Quattro zampe nel cuore” raggiungono Iasu, cariche di pappe, crocchette e acqua. Sfamano i randagi, mamme, cuccioli, giovincelli e anziani, e poi con l'anima straziata vanno via. I cani rimangono lì, nel vecchio distretto universitario. La storia della strage inizia circa un anno fa. Arrivano i primi caldi estivi. E' un giorno come tanti. Le volontarie vanno sul posto, hanno appena ricevuto una segnalazione inquietante, ma non ci credono, non può essere vero ciò che quella voce al telefono gli ha detto. No, è impossibile, cose del genere a Fasano non accadono. Le animaliste raggiungono la zona e li vedono. E' tutto vero. Mamma e figlio giacciono per terra in un terreno incolto, tra la sporcizia. L'erba gialla seccata dal sole è sporca di sangue. Loro, Patty e Pallino non si muovono. Immobili. La vita li sta lentamente abbandonando. I loro corpicini sono pieni di fori. La piccola Patty è stata crivellata di colpi. Pallino, invece, è stato ripetutamente colpito a una delle zampe anteriori. I buchi lasciati dai proiettili sono evidenti. Un bastardo infame gli ha sparato. Un bastardo infame gli ha sparato, forse li ha creduti morti Patty e Pallino. Forse invece ha capito che la loro agonia sarebbe stata lunga e li ha lasciati apposta a morire sotto al sole tra lo schifo. Ma il bastardo non la può avere vinta. Quelle di “Quattro zampe nel cuore” soccorrono i due cani, veloce la corsa alla più vicina clinica veterinaria. Cure di primo intervento. Il ricovero. Le lastre. I proiettili, tanti, hanno raggiunto Patty in vari punti. Il suo corpicino è martoriato. Pallino invece nella zampetta ha più metallo che carne. Un lungo cammino per la salvezza aspetta mamma e figlio. Il soggiorno in clinica è lungo. Ma Patty e Pallino vengono salvati. Al piccolo, la zampetta crivellata di colpi viene amputata. Dopo una lunghissima degenza, una volta rimessi in sesto, per quanto due vittime della ferocia dell'uomo possano mai riprendersi davvero, Patty e Pallino vengono adottati. Le ragazze di “Quattro zampe nel cuore” quei due angeli li hanno salvati. Due per le animaliste – zero per il bastardo infame. Ora Patty e Pallino sono amati, sono vivi. L'ipotesi è che un cacciatore abbia sbagliato mira colpendo i cani. Ma la pista non regge, eppure non ci sono le prove per pensare ad altro, o forse sì. I cani sono stati colpiti da distanza ravvicinata. Il bastardo infame ha impugnato il suo fucile calibro 12 lo ha quasi poggiato sul corpicino dei cani. Gli ha sparato avvicinando la canna al loro corpo inerme. Loro credevano che il bastardo infame volesse accarezzarli, si sono lasciati toccare. La bestia voleva solo ucciderli. Intanto, gli altri cani del branco rimangono lì in quella zona maledetta. Patty e Pallino ce l'hanno fatta, ma a Iasu ci sono ancora molti cani.
Quelle di “Quattro zampe nel cuore” sanno che gli altri cani devono essere portati via di lì, ma dove li devo portare? Al Comune, alle Istituzioni pubbliche non glie ne può fregare di meno di quei cani, le volontarie non vengono aiutate da nessuno. Allora non possono fare altro che pregare che la bestia non colpisca ancora e ammazzarsi di lavoro come prima e più di prima per trovare adozione a tutti quei pelosi in pericolo. Il bastardo infame forse non spara più, o semplicemente i corpi delle sue vittime non vengono rinvenuti dalle animaliste. Passa circa un anno. Il caldo torna di nuovo. Le volontarie fanno la spola quotidiana, tra la città e Iasu. I cani rimasti in zona sono pochi, gli altri li hanno portati via. Ma poi compare un nuovo cane. Un bel cagnolone adulto e tutto nero, sembra Pallino. E' la gioia di vivere fatta animale. Quel cane non fa parte del branco, forse è stato appena abbandonato. Un'altra bocca in più da sfamare, un altro angelo da salvare. E' giugno, quindi bisogna andare in contrada Gravinella anche più volte al giorno perché l'acqua evapora, i cani non possono rimanere senza niente da bere. Le ragazze arrivano e lo vedono. Quel cane nuovo, Dedalo lo hanno ribattezzato, è steso in un campo. Proprio come un anno prima, un altro cane è per terra sotto al sole. Esanime. Non riesce nemmeno a guaire. Immobile, sta morendo. Il suo corpo pieno sangue e segni di primo acchito indecifrabili. Ingenuamente, le animaliste credono che Dedalo sia stato attaccato da altri cani. E' una corsa contro il tempo. Il cagnolone viene portato sempre nella stessa clinica. Gli occhietti non li apre nemmeno, sono serrati e pieni di pus. Il veterinario fa le lastre e il responso è inequivocabile. A ridurre Dedalo in fin di vita non è stato un branco di cani, ma la mano armata di un bastardo infame. Dedalo è stato ripetutamente raggiunto in tutto il colpo dai proiettili esplosi da distanza ravvicinata da un fucile da caccia calibro 12. Il suo cranio è stato crivellato dai colpi. La bestia lo ha preso e gli ha sparato in testa. Dedalo ha perso l'uso di un occhio. L'altro ha un edema, se il grumo si riassorbirà Dedalo vedrà le ombre, altrimenti rimarrà cieco. Il bastardo infame ha colpito ancora.
A un anno dalle prime vittime, Iasu torno a macchiarsi di sangue. La bestia colpisce ancora. Si tratta sempre dello stesso uomo. Modus operandi identico in entrambi i casi, vittime idem, per il luogo di caccia dicasi lo stesso, arma sempre la stessa. Si tratta dello stesso uomo. Se la bestia avesse sparato agli uomini lo avrebbero chiamato serial killer, sarebbe scattata la caccia all'uomo, ma lui spara ai cani, allora nemmeno se ne parla. Crede. O per meglio dire, fino a questo momento ha potuto godere di sogni tranquilli, impunito e libero di colpire ancora, ma ora ha le ore contate. Le ragazze di “Quattro zampe nel cuore” attendono l'esito delle ultime analisi a cui è stato sottoposto Dedalo, quelle che dimostreranno con certezza che l'arma che lo ha colpito è la stessa utilizzata per ferire Patty e Pallino, e poi scatterà la denuncia.
Ma non solo, diffusa la “notizia” ci vorrà poco perché chi di dovere si metta sulle sue tracce. Dedalo è salvo, anche se per miracolo. Animaliste tre – bastardo infame zero. Il corpo di Dedalo però va lentamente riprendendosi, ma la sua mente no. Dedalo sente ancora il fragore di quei colpi di fucile. Il bastardo gli ha portato via la voglia di vivere, Dedalo è terrorizzato. Sta tutto il giorno sdraiato nella sua cuccetta al sicuro, si fa accarezzare, ma non muove un passo. Patty, Pallino e Dedalo sono stati strappati alla morte, alla condanna a morte decisa ed eseguita da un bastardo infame che ha individuato il suo territorio di caccia nei terreni dimenticati di Iasu. La bestia avrebbe potuto colpire anche un bambino. Quanti altri colpi dovrà esplodere quel maledetto fucile da caccia calibro 12 prima che il bastardo infame venga assicurato alla giustizia? La bestia, il serial killer di cani, deve essere fermato, se non per Patty, Pallino, Dedalo e tutti i loro fratelli, quanto meno per scongiurare l'ipotesi che la prossima volta nel mirino del bastardo infame ci finisca un bambino.
di Redazione
23/06/2013 alle 14:59:34
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