INDAGINI SERRATE
Cistranese muore dopo un angioplastica: indagate 65 persone tra cui tre fasanesi
Gli avvisi di garanzia sono stati notificati a decine di medici e infermieri degli ospedali di Brindisi, Cisternino e Francavilla Fontana
FASANO – Ci sono anche tre fasanesi tra le 65 persone (tra medici e infermieri degli ospedali di Brindisi, Cisternino e Francavilla Fontana) indagate per la morte del 60enne cistranese Vincenzo Francioso, deceduto dopo un intervento di angioplastica ai piedi. I nomi di Angela Semeraro (47 anni, di Fasano), Angela Caccetta (34 anni, di Speziale) e Giovanni Laporta (52 anni, di Montalbano) compaiono, infatti, nel lungo elenco di avvisi di garanzia. Venerdì scorso è stata eseguita l'autopsia sul corpo dell'uomo di Cisternino, disposta dal pubblico ministero Marco D'Agostino.
L'inchiesta è stata aperta dopo che la moglie e la figlia di Francioso hanno sporto querela per conoscere le cause del decesso, improvviso e inaspettato, visto che l'intervento non sembrava esporre a particolari rischi il paziente. I famigliari, insomma, chiedono di sapere se questa tragedia si poteva evitare oppure no e se i sanitari dei presidi in cui il 60enne è transitato negli ultimi mesi di vita abbiano fatto correttamente il loro dovere oppure no.
Il calvario da un ospedale all'altro per Vincenzo Francioso inizia il 9 febbraio. Prima di allora non aveva avuto vita facile, era malato di diabete, malattia per la quale si sottoponeva regolarmente a terapie a base di insulina nei modi e nei tempi prescritti dai medici che lo avevano in cura. Il peggiorare della malattia però, aveva prospettato al 60enne un altro rischio necrosi e conseguente rischio di amputazioni, con tutto quel che ne consegue in termini di qualità della vita. Un rischio che sarebbe stato possibile scongiurare sottoponendosi a un intervento di angioplastica, per liberare le occlusioni dei vasi sanguiìgni e consentire una circolazione più fluente, riducendo ma non eliminando naturalmente i rischi. Il paziente, naturalmente, non aveva scelta e opta dunque per la strada prospettata dai medici, firma il consenso informativo sui rischi. L'uomo viene ricoverato agli inizi di febbraio al Perrino di Brindisi, dove viene eseguito l'intervento, "con successo" rassicurano i medici che lo dimettono da lì a poco.
Quando torna a casa le condizioni di salute del 60enne peggiorano vistosamente, un secondo ricovero diìventa così inevitabile e la seconda tappa è nell'ospedale di Francavilla Fontana. Al Camberlingo viene nuovamente curato e quindi dimesso. Non migliora. In preda ad un repentino peggioramento, al fianco dei famigliari, si precipita al presidio medico di Cisternino, dove, dopo un primo intervento, i medici decidono di trasferirlo nuovamente a Francavilla Fontana dove il 28 marzo muore.
Una morte inspegabile seconda la moglie e la figlia del defunto, Lena Brescia e Paola Francioso, che si affidano all'avvocato Aurora Grassi e sporgono querela. Ci sono voluti otto giorni per individuare tutti i professionisti, in servizio nei tre presidi ospedalieri, che hanno avuto in cura il paziente deceduto improvvisamente. Sequestrata la cartella clinica, individuati i medici e gli infermieri, la polizia giudiziaria incaricata dal sostituto procuratore ha notificato i 65 avvisi di garanzia, a tutela del diritto di difesa degli indagati che così hanno avuto la possibilità di nominare periti di parte per assistere all'autopsia. L'esame sul cadavere è stato eseguito da due consulenti incaricati dal magistrato inquirente, i medici legali Biagio Solarino e Oronzo Schilardi. Il quesito posto loro è il seguente: "Previo esame autoptico del cadavere di Vincenzo Francioso accertino i consulenti la natura, i mezzi e le cause che hanno determinato la morte del predetto. Eseguano esami istologici ritenuti utili ai fini dell'accertamento. Riferiscano, inoltre, se nell'operato del personale medico e paramedico che ha avuto in cura Vincenzo Francioso presso gli ospedali di Francavilla Fontana, Brindisi e Cisternino siano ravvisabili profili di censura. Se gli interventi sanitari effettuati nei confronti del suddetto Vincenzo Francioso in occasione dei ricoveri ospedalieri, siano stati eseguiti in modo corretto e tempestivo, se l'evento letale sia potuto derivare, con efficienza causale esclusiva o concorrente, dalle condotte dei sanitari intervenuti".
di Redazione
08/04/2013 alle 15:53:41
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