RIFIUTI IN CORTILE
Rifiuti in villa a Savelletri: i Servizi sociali di Fasano declinano ogni responsabilità
"Nessuna responsabilità dei Servizi sociali comunali sulla vicenda delle due signore residenti a Savelletri". Lo affermano l’assessore Giuseppe Vinci ed il dirigente del settore Fernando Vergilio.
FASANO - Sabato 17 novembre pubblicavamo su questo giornale on line la notizia di un "caso limite" a Savelletri dove due anziane signore vivono in una villetta il cui giardino è colmo di rifiuti di ogni genere (leggi qui).
All'appello hanno risposto questa mattina, martedì 20 novembre, l'Assessore comunale ai Servizi sociali, Giuseppe Vinci, e il dirigente Fernando Virgilio con una nota che riportiamo integralmente.
In relazione agli articoli pubblicati sugli organi d'informazione relativi alle due signore abitanti nella frazione marinara di Savelletri, la cui abitazione col cortile è piena di rifiuti di ogni genere, l'assessore ai Servizi sociali, Giuseppe Vinci, chiarisce «che nessuna responsabilità, né mancanza d'interventi, possono essere imputati ai Servizi sociali che, anzi, per ben due volte, sollecitati telefonicamente dalla Polizia municipale, con propri dipendenti hanno effettuato due sopralluoghi per visite domiciliari nell'abitazione delle due signore.
Va detto che da queste due visite – spiega l'assessore Vinci – è emerso il netto rifiuto, da parte delle signore, di qualsiasi forma di assistenza domiciliare, nonché l'indisponibilità ad accettare interventi di sostegno mediante temporaneo ricovero in luoghi di cura. Abbiamo fatto di più, grazie all'interessamento convinto manifestato subito da tutta la struttura dei Servizi sociali comunali, diretta dal dott. Fernando Virgilio, per cercare di risolvere l'incresciosa situazione – sottolinea Vinci – attraverso la consultazione del servizio medico dell'Asl territorialmente competente che ci informava dell'assenza di protocolli clinici diretti a salvaguardare la salute delle due donne sulle quali, pertanto, non risulta prevista, dall'autorità sanitaria competente in materia, la necessità di alcuna terapia o di alcun intervento riabilitativo.
E' evidente, quindi – sottolinea Vinci – che non potendosi imporre interventi sanitari coattivi, se non alle condizioni stabilite dalla Legge vigente, non è nelle competenze dei Servizi sociali accertare e refertare (in vista di eventuali successivi trattamenti sanitari obbligatori), pertanto la difficoltà dell'intervento socio-assistenziale risiede esclusivamente nell'imporre alle due signore protagoniste della vicenda, diventata di dominio pubblico, un radicale cambiamento dello stile di vita, in modo da abbandonare l'anomala pratica di recupero ed accumulo di materiali nel cortile dell'abitazione in questione.
Tuttavia – chiarisce l'assessore Vinci – mancando la spontanea condivisione di questo modo di operare da parte delle signore, non è possibile effettuare interventi socio-assistenziali in modo efficace, come, peraltro, concordato anche con professionisti legali che assistono la famiglia. Senza documentata attività dell'autorità sanitaria, i Servizi sociali non possono imporre alcunché».
Per il dirigente comunale dei Servizi sociali, Fernando Virgilio «la sancita sussistenza, peraltro, di un pericolo di danno grave alla salute pubblica, vale a dire di una situazione di rischio imminente a carattere igienico-ambientale, eventualmente decretata dalla competente struttura sanitaria di igiene e prevenzione - e non dalla Polizia Municipale (che non dispone degli strumenti per attestare in forma documentata il rischio di un'emergenza ambientale ovvero igienico-sanitaria in atto) - potrebbe legittimare il sindaco, nella sua qualità di Autorità Sanitaria locale, all'adozione di motivati provvedimenti amministrativi urgenti a carattere straordinario volti alla risoluzione di forza dell'emergenza (e ciò anche a prescindere dalle ulteriori valutazioni di competenza dell'Autorità giudiziaria).
Tengo quindi a precisare – aggiunge Virgilio - senza timore di smentite, che alcuna impropria dilatoria condotta professionale è stata assunta nel caso di specie dal personale dei Servizi sociali del Comune di Fasano, né tanto meno è stata mai omessa la prestazione assistenziale immediata di esatta competenza professionale. Ragion per cui si ritengono del tutto ingiustificati gli addebiti di particolare omissiva gravità che sono stati inopinatamente rivolti al personale dipendente appartenente ai Servizi sociali del Comune di Fasano, negli articoli apparsi sugli organi d'informazione».
di Redazione
20/11/2012 alle 13:41:34
Caso limite a Savelletri: due donne vivono tra i rifiuti e i servizi sociali restano a guardare
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