PRIMO GRADO
Processo Barracuda per traffico di cocaina: antiquario fasanese condannato a 7 anni e 4 mesi
Si tratta di Luigi Lacirignola ritenuto dal giudice per l'udienza preliminare di Bari Susanna De Felice il riferimento fasanese di un grosso traffico di droga
Un'aula di tribunale
FASANO – Secondo i giudici alcuni traffici di cocaina a Fasano sarebbero stati gestiti dall'antiquario 40enne Luigi Lacirignola, condannato a 7 anni e 4 mesi di carcere. Lo ritiene il giudice per l'udienza preliminare di Bari Susanna De Felice, che ieri (giovedì 8 novembre) ha chiuso con sentenza il primo grado del processo Barracuda con rito abbreviato. Condanne per complessivi 81 anni e 196mila euro di multa, sono state inflitte ad altri 16 del presunto sodalizio criminale con sede a Bari ma ramificato nelle province di Brindisi e Taranto. Eroina e cocaina in quantità, acquistate dal clan barese di Savinuccio Parisi e cedute al dettaglio nei comuni di Fasano, Putignano, Mola di Bari, Castellana Grotte, Cellammare, Santeramo (Bari) e Ginosa (Taranto). Un sistema capeggiato da Marco Pesce e gestito dai ‘colonnelli' nelle varie città, che avrebbe fruttato milioni di euro. Anche il riciclaggio di denaro avrebbe seguito una logica: l'acquisto di cavalli di razza e di un allevamento. L'obiettivo: diversificare il business, facendo fruttare il denaro illecito per conseguire entrate lecite.
Lo scopre l'ex sostituto Dda Giuseppe Scelsi (attualmente alla Procura generale della Corte d'Appello di Bari), seguendo la traccia del denaro. Così salta fuori un vero e proprio tesoretto per tre milioni di euro: l'allevamento e i cavalli di razza, ma anche altri capi di bestiame, quattro appartamenti, cinque automobili di lusso, diversi conti correnti bancari e libretti postali. Il tutto, riconducibile all'associazione. Fasano sarebbe stata sotto il controllo di Lacirignola. Secondo il gup, “ritenuta la continuazione con i fatti per i quali l'imputato è stato condannato con sentenza emessa il 27 luglio 2006, divenuta irrevocabile, lo condanna alla pena di sette anni e quattro mesi di reclusione”. Per le indagini, Lacirignola avrebbe in più occasioni avuto cocaina da Pesce, garantendo una vendita celere a Fasano e “nelle zone limitrofe”. I carabinieri del Reparto operativo lo hanno colto in flagrante con 100 grammi di cocaina fin dal 2006.
Il 5 luglio di quell'anno gli investigatori seguono attentamente i movimenti del sodalizio. Una partita di coca è pronta per essere ceduta. L'appuntamento è a Putignano. All'incontro partecipano Pesce, Lacirignola, Domenico Locorotondo e Franco Pirrelli. I primi due contrattano la cessione, mentre gli altri hanno un ruolo operativo: controllare che non ci siano occhi indiscreti e “scortare” Lacirignola “assicurandogli una relativa sicurezza – si legge negli atti - lungo il tragitto percorso da questi per fare rientro in Fasano”. Scatta il blitz, tutti arrestati. Giunge anche la prima condanna del tribunale distaccato di Putignano a luglio 2006. Tuttavia il fasanese non avrebbe smesso di far parte del sodalizio. L'indagine Barracuda, infatti, avrebbe svelato accordi illeciti anche in tempi più recenti, facendo finire l'uomo anche nella presunta associazione che ieri è stata condannata. Lacirignola era stato arrestato, insieme ad altre 28 persone, nel maggio del 2010 nell'ambito dell'operazione denominata “Barracuda”, il maxi blitz con cui i carabinieri del comando provinciale di Bari azzerarono questo attivissimo gruppo criminale che era dedito al traffico di sostane stupefacenti nel Sud-Est Barese. Gli avvocati difensori di Lacirignola, che si è sempre professato estraneo ai fatti contestatigli, presenteranno ricorso in appello.
di Redazione
09/11/2012 alle 02:45:41
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