INDAGINI IN CORSO
Visite private con strumentazioni pubbliche: sospeso medico ospedaliero fasanese
Al professionista i carabinieri del nucleo antisofisticazioni hanno notificato la sospensione dal servizio dopo che, mesi addietro, gli erano anche stati sequestrati alcuni beni
L'ospedale di Fasano
FASANO - Prima il sequestro preventivo di alcuni beni, ora la sospensione dal servizio. Continuano i guai per un medico fasanese a cui i Carabinieri del nucleo antisofisticazioni hanno notificato un'ordinanza di sospensione cautelare dal lavoro. Il professionista, dipendente dell'Azienda sanitaria brindisina, sarebbe accusato di aver effettuato visite con altrettanti accertamenti diagnostici in ospedale ma non per conto della struttura sanitaria bensì a livello privato intascandosi, naturalmente, le parcelle. A marzo c'era già stato un provvedimento contro il medico: la magistratura aveva sequestrato preventivamente alcuni beni in possesso del sanitario.
Una storia già venuta fuori qualche mese fa ma che ora ha avuto altri risvolti. Nonostante il massimo riserbo mantenuto dagli inquirenti sulla questione qualcosa è trapelato quando i pazienti in lista d'attesa si sono visti annullare l'appuntamento. Il professionista sotto accusa, infatti, effettuava alcuni accertamenti diagnostici che solo all'Umberto I di Fasano era possibile fare. Pare che i carabinieri dei Nas avessero da tempo messo sotto osservazione il medico fasanese. E non solo. Infatti tutto rientra nell'operazione “Tra le mura” che i Nuclei Antisofisticazioni stanno portando avanti sull'intero territorio nazionale. Sarebbero centinaia i medici e prestazioni passati al setaccio. Per tornare al medico fasanese già nel febbraio del 2011 i Nas perquisirono, su ordine dei magistrati, i diversi studi in cui lo stesso operava. Oltre a quello dell'ospedale Umberto I furono controllati anche quelli di Monopoli e Bari. Gli inquirenti cercavano documenti e atti che potessero confermare i sospetti o quantomeno dare una mano alle indagini. E qualcosa deve esser venuto fuori. I Carabinieri cercavano prove che incastrassero il medico accusato di utilizzare la struttura pubblica per visite private. Insomma l'ipotesi di reato è concussione a carico dell'operatore sanitario e cioè dell'azienda ospedaliera.
Accusa pesante che deve essere dimostrata, naturalmente, in tribunale. Intanto resta il fatto che la magistratura ha sequestrato, come detto in modo preventivo, due appartamenti ed un'auto del professionista che ora si dovrà anche astenere dall'andare a lavoro dopo l'ultimo provvedimento cautelare del giudice che ne decreta la sospensione dal servizio. Il dottore, molto noto in città, pare avesse liste d'attesa lunghissime come si evincerebbe dai centri di prenotazione dell'Azienda sanitaria. Chi, però, avendo maggiori disponibilità economiche poteva permettersi di pagare l'esame azzerava i tempi e in poco tempo effettuava l'accertamento diagnostico. Tutto questo in ospedale e con le apparecchiature dell'Umberto I. Unico “inconveniente” è che la struttura sanitaria non guadagnava nulla in quanto il medico intascava di suo la parcella dell'esame. Nei prossimi giorni si saprà certamente qualcosa in più dell'intera vicenda che, come detto, ha attorno un alone di segretezza che appare difficile scalfire.
di Redazione
28/10/2012 alle 01:06:22
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