TARIFFE SOTTO ACCUSA
Tarsu troppo cara: gli albergatori ricorrono al Tar contro il Comune di Fasano
Quasi tutti gli imprenditori turistici del territorio si sono alleati per contestare le tariffe della tassa sullo smaltimento dei rifiuti
FASANO – Il settore alberghiero fasanese si ribella all'amministrazione, almeno per quanto concerne la tassa sui rifiuti. Nei giorni scorsi, infatti, un nutrito gruppo di albergatori fasanesi (unitamente all'associazione provinciale albergatori della Provincia di Brindisi che aveva tentato, nell'aprile scorso, di far recedere l'ente comunale dall'approvare le tariffe sotto accusa) ha presentato ricorso al Tar per annullare la delibera di giunta comunale n. 109 del 15 giugno scorso in cui venivano determinate le tariffe sulla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Troppo care, secondo gli albergatori fasanesi ricorrenti proprietari o gestori di strutture nel Comune di Fasano. Vi è anche un'azienda agrituristica.
Ma entriamo nel merito. La giunta comunale, nel giugno scorso, con la delibera messa sotto accusa, ha confermato le stesse tariffe della Tarsu del 2011. Per le abitazioni ed i residences la tariffa è di 1,68 euro a metro quadro, per gli agriturismi 4,60 euro mq mentre per le abitazioni e loro pertinenze ed ai locali diversi dalle abitazioni destinate ad alberghi, udite udite, la tariffa sale a 8,37 euro a metro quadro. Il sistema impositivo Tarsu del Comune di Fasano, tra l'altro, non prevede una differenziazione di tariffa tra alberghi con ristorante ed alberghi senza ristorante, ma prevede un'unica tariffa per gli alberghi che viene applicata soltanto ai metri quadri destinati alle stanze, ai corridoi ed ai bagni ed è, per gli alberghi, come detto, pari a 8,37 euro al metro quadro. Mentre per le aree degli alberghi destinate a ristorante o bar il Comune fasanese prevede, per il 2012, l'applicazione di una tariffa pari a 13,25 euro al metro quadro. Per gli agriturismo prevede, secondo gli albergatori, una tariffa ingiustificatamente superiore alle abitazioni pari a 4,60 euro al metro quadro. Così il Comune, così come emerge dall'avviso di accertamento Tarsu delle strutture alberghiere, provvede, in via generale e anche nel caso di queste strutture, all'interno dei singoli immobili ad un frazionamento delle superfici tassabili ai fini Tarsu in funzione della loro specifica destinazione. Ciò comporta che l'insieme delle diverse aree che compongono la struttura ricettiva, fanno notare gli avvocati degli albergatori che hanno presentato il ricorso, venga ad essere puntualmente identificato in funzione della specificità dell'attività in esso esercitata e, quindi, in virtù della maggiore o minore capacità di produrre rifiuti sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo. In poche parole la struttura ricettiva viene suddivisa in aree e ognuna con una tariffa Tarsu diversa: per le aree scoperte la tariffa è di 0,70 a mq; per le aree destinate a discoteche, piste da ballo, gioco e platee si paga 10,55 euro mq; per ristorante e bar 13,25 mq; uffici 5,58 euro mq; laboratori 2,37 euro mq; alberghi 8,37 euro a mq. In quest'ultima categoria restano assoggettate a questa tariffa le parti destinate a camere, bagni e corridoi, essendo le altre, come visto, tassate in modo diverso.
Ecco quindi i motivi del ricorso. A fronte di tale suddivisione la tariffa deliberata per gli alberghi, così come quella per gli agriturismo, manifesta, secondo gli albergatori, tutta la sua illogicità e dimostra come, in effetti, non sia affatto il risultato di un'indagine e, quindi, di un'espressione di un'attitudine più o meno marcata alla produzione dei rifiuti, bensì, il frutto di un'alchimia contabile che persegue il solo scopo di copertura del servizio sulla scorta di valutazioni di tipo reddituale o patrimoniale, assolutamente non contemplate nel nostro ordinamento e che si pongono al di fuori dei principi di imposizione della Tarsu. Ecco quindi che si ritiene la delibera illegittima e, con una serie di motivazioni e articoli si chiede, al tribunale amministrativo, l'annullamento delle delibere sotto accusa (oltre a quella del 2012 anche quelle relative al 2011, 2010 e 2009).
Naturalmente il Comune di Fasano sta già preparando la sua costituzione in giudizio con il capo dell'avvocatura comunale, avv. Ottavio Carparelli. Infine una piccola curiosità: tra il gruppo di albergatori ricorrenti ci sono quasi tutti gli imprenditori turistici più importanti del territorio. Unico assente è il Gruppo Melpignano.
di Alfonso Spagnulo
24/10/2012 alle 07:06:29
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