CRONACA GIUDIZIARIA
Serra di marijuana a Jaddico, chieste condanne anche per tre fasanesi
Nell'ambito dell'operazione 'Tuono' chiesta anche la condanna di Onofrio Margatitondo, Carlo Cofano e Luigi Conversano
Fasano - A conclusione delle indagini condotte dai Carabinieri, la Procura di Brindisi ha chiesto la condanna per sedici persone ritenute responsabili di un traffico di droga, per la maggior parte marijuana coltivata in alcune serre realizzate in contrada Jaddico: il resto sarebbe arrivata dall'Albania e dalla Sicilia.
Fra gli imputati anche tre fasanesi: Onofrio Margaritondo, 42, per il quale sono stati richiesti sei anni di reclusione; due anni e otto mesi, invece la richiesta per Carlo Cofano, 37 anni e Luigi Conversano, 34, (due anni e otto mesi).
Questi gli altri imputati: Walter Margherito, 38 anni, di Brindisi e Armando Corsa, 45, di Brindisi dieci anni di reclusione per entrambi; Paolo Chiarella, 53, di Brindisi, due anni e otto mesi; Cosimo Contestabile, 47, di Brindisi, un anno e quattro mesi; Francesco D'Urso, 38, di Brindisi, due anni e otto mesi; Antonio Roberto Ferlito, 43, di Catania, due anni e otto mesi; Roberto Ferlito, 42, di Catania due anni e otto mesi; Giuseppe Lorè, 46, di Brindisi, quattro anni; Italo Lorè, 43, di Brindisi, due anni e otto mesi; Roberto Nigro, 51, di San Vito dei Normanni, due anni; Giovanni Rizzato, 50, di Brindisi, due anni e otto mesi; Antonio Signorile, 48 anni, di Brindisi, nove anni; Pietro Vergaro, 28, di Torre Santa Susanna, due anni.
Le pene richieste dal Pm sono ridotte di un terzo, perché gli imputati hanno scelto il rito alternativo al dibattimento. Sono accusati, a vario titolo dei reati di “detenzione e cessione in concorso di sostanze stupefacenti e ricettazione, tentata estorsione, rapina, nonché detenzione e porto abusivi di armi da fuoco”.
Questo il capo di imputazione con cui il 7 febbraio scorso, furono arrestati dai carabinieri, nell'ambito dell'operazione “Tuono”, Carlo Cofano e Onofrio Margaritondo insieme a Paolo Chiarella Italo e Giuseppe Loré Roberto e Antonio Ferlito, Armando Corsa, Francesco D'Urso, Giovanni Rizzato, Antonio Signorile, Pietro Vergaro, Walter Margherito e Roberto Nigro. Gli altri imputati, invece, furono lasciati a piede libero. L'inchiesta si basa su una serie di intercettazioni telefoniche dalle quali i carabinieri scoprirono una coltivazione di 50 piante di marijuana in una serra di in contrada Jaddico.
Dalle intercettazioni sarebbe emerso anche il sospetto da parte del brindisino Margherito che fosse stato il fasanese Margaritondo a far “sparire” 600 chili di droga: per questo motivo nei suoi confronti quindi venivano annunciate minacce di morte, insieme ad un altro fasanese, Mario Schiavone, estraneo però alla vicenda per cui si sta svolgendo il processo.
di Redazione
15/11/2018 alle 20:00:19
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