INTRIGO INTERNAZIONALE
Elisa Salatino ha evitato l'ergastolo perché ritenuta 'ingenua'
Il Giudice della Contea e la giuria si sono convinti che l'insegnate fasanese fu ingannata dagli amici per il trasporto dei 5,4 kg. di cocaina in Australia
Fasano – Il Giudice della Contea di Melbourne, Irene Lawson, ha inflitto in via definitiva una condanna alla 39enne montalbanese Elisa Salatino, insegnate di sostegno dell'Istituto tecnico e scientifico “Marconi” di Bari: dovrà scontare la pena di sei anni in via definitiva in un carcere di massima sicurezza mentre per i restanti quattro le è stata concessa la sospensiva condizionale dalla pena.
La Salatino era finita in carcere domenica 19 febbraio in Australia, dopo essere stata fermata all'aeroporto di Melbourne. In un doppio fondo, ricavato nella sua valigia, nascondeva quasi cinque chili di cocaina per un valore commerciale di circa un milione di dollari. Arrivata all'aeroporto la sua valigia è stata passata allo scanner: poco dopo la donna era stata invitata ad aprire il suo bagaglio nel cui interno fu trovata la droga. Con questo reato in Australia si rischia anche l'ergastolo.
La Salatino aveva chiesto alla scuola dove insegnava due giorni di permesso, lunedì 13 e martedì 14 per motivi familiari: l'istituto “Marconi” adottata la settimana corta, per cui il sabato resta chiuso; a scuola sarebbe dovuta rientrare mercoledì 15 febbraio per un corso serale, dove però non si è mai presentata. In Australia era arrivata con un aereo proveniente da Roma. La droga, suddivisa in numerosi pacchetti, era nascosta sotto un pannello di compensato sistemato nella sua borsa per formare il doppiofondo.
La Salatino nell'iter processuale è stata assistita dall'Italia dagli avvocati Renzo De Leonardis e Gabriele Contini e devono aver fatto un ottimo lavoro perché la sentenza avrebbe potuto essere anche più severa: in Australia per reati di questo genere si rischia anche l'ergastolo.
Ma a quanto riferito da un giornale australiano, il cui articolo riportiamo di seguito, il giudice si sarebbe reso conto che la Satalino, ritenuta molto “ingenua” sarebbe caduta in un tranello. Ma ecco come viene raccontata in Australia dalla giornalista Karen Sweeney la vicenda dell'insegnante fasanese dal “The Age”
Prigione per insegnante "ingenua" che fu ingannata nel contrabbando di 5,4 kg di cocaina
Di Karen Sweeney 30 agosto 2018 - 11:53
Una insegnante italiana "vulnerabile" trascorrerà i successivi sei anni in una prigione di massima sicurezza per aver cercato di contrabbandare in Australia $ 1,1 milioni di cocaina, anche se il giudice ha convenuto che la donna non sapeva che le droghe erano state nascoste nel falso fondo della sua valigia. Due giorni prima di arrivare a Melbourne, Elisa Salatino non aveva nemmeno il passaporto.
La Salatino, 40 anni, dapprima respinse l'offerta di un viaggio interamente a carico di un amico e dei suoi soci, finché lui accelerò documenti di viaggio per lei. Arrivando all'Aeroporto di Melbourne nel febbraio dell'anno scorso, la sua breve sosta si trasformò in incubo, quando gli ufficiali di dogana scoprirono che lei stava contrabbandando 5.3 chilogrammi di cocaina.
Dopo 18 mesi dietro le sbarre e un processo di nove giorni, il Giudice della Contea, Irene Lawson, ha ordinato alla Salatino di trascorrere 10 anni in carcere per aver importato droga (al confine controllato). Pianse mentre una traduttrice italiana le diceva che dovevano trascorrere almeno sei anni prima di essere ammessa alla libertà condizionale.
Il giudice Lawson ha detto che la Salatino, originaria di Bari, nel sud Italia, era vulnerabile e "un po 'ingenua" (naive), quindo sfruttata dal suo amico e dai suoi soci. Incontrò l'uomo, il fratello di un amico, diversi mesi prima del suo arresto ed era andata per godere la compagnia dell'uomo durante il periodo difficile dopo il crollo di un matrimonio violento. Fu lui a suggerirle di fare una pausa a Melbourne e si offrì di organizzare i documenti di viaggio prima di portarla all'aeroporto di Roma. A poca distanza si fermarono a una stazione di servizio e quando tornò dal bagno, un altro uomo che conosceva come "il contabile" era in macchina e insieme gli uomini le suggerirono che aveva bisogno di una valigia più grande e più forte per il lungo viaggio. Produssero una valigia di Monza e lei trasferì i suoi averi nella nuova borsa prima di salire sul taxi che avevano organizzato per portarla per il resto della strada, incolpando il traffico di non essere in grado di portarla da sé. Quando i funzionari doganali hanno scoperto il falso fondo, una tavola di legno sotto il rivestimento, lei ha negato di sapere che era lì.
Il giudice Lawson ha detto che non c'erano prove che la Salatino avesse saputo o creduto che ci fossero droghe nella sua borsa, ma la giuria ha accettato la tesi dell'accusa di essere stata imprudente.
La Salatino, i cui amici la definivano di buona etica, lavorava come insegnante di sostegno, aiutando i bambini con disabilità; quando venne arrestata aveva appena iniziato un corso di paramedico volontario. Data la sua nazionalità straniera lei sconterà la sua condanna in un carcere di massima sicurezza.
di Redazione
30/08/2018 alle 19:44:32
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