RINVIO UDIENZA
Rinviato al 21 giugno il processo all'ex economa del Comune di Fasano accusata di peculato
La ex dipendente è accusata di aver sottratto alle casse comunali 375mila euro: il rinvio dovuto all'indisponibilità del giudice
FASANO - Doveva tenersi oggi (martedì 6 marzo) l'udienza del processo che vedeva seduta al banco degli imputati la ex economa del Comune di Fasano accusata di aver provocato un "buco", quantificato in 375mila euro, nelle casse comunali. In effetti l'udienza si è tenuta ma il processo è stato rinviato al 21 giugno per indisponibilità del giudice. bisognerà quindi ancora attendere per un'eventuale sentenza. Nel processo il Comune fasanese si è costituito parte civile ma non è il capo dell'avvocatura comunale Ottavio Carparelli a curare gli interessi dell'ente ma l'avvocato Carlo Panzuti.
Ad accorgersi che i conti dell'ente non quadravano sono stati, all'inizio dell'estate del 2014, gli allora revisori dei conti comunali, che misero subito al corrente della cosa il segretario generale, i dirigenti e gli amministratori. Immediatamente scattò un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica per il tramite dei carabinieri. Dall'analisi delle contabilità dell'Economato di Palazzo di città venne fuori che dalle casse comunali erano usciti, attraverso il meccanismo delle fatture pagate due volte, oltre 350mila euro. Il lavoro di ricognizione si rivelò, e lo sperimentarono sulla propria pelle dirigente, funzionari e impiegati a cui toccò spulciare gli ultimi cinque anni di contabilità dell'Economato comunale, particolarmente complesso. Si trattò di mettere a raffronto due contabilità, quella dell'Economato e quella della Ragioneria comunale, per individuare le fatture erano state pagate due volte.
Il meccanismo truffaldino era più o meno sempre lo stesso: il pagamento al fornitore avveniva attraverso la banca che svolgeva il servizio di tesoreria per conto del Comune, il pagamento “cabriolet” avveniva per cassa in un momento successivo e i soldi finivano nelle tasche dell'impiegata infedele. Nel settembre del 2014 per la dipendente arrivò il licenziamento senza preavviso e con effetto immediato, decisione presa dal Comune di Fasano con un atto firmato dallo stesso avvocato Carparelli. Per la cronaca l'accusata non si era neppure presentata, per ben tre volte, dinanzi alla commissione disciplinare. Nel novembre del 2015, poi, ecco arrivare il sequestro preventivo per equivalente della Guardia di Finanza di un'abitazione a Fasano, un'autovettura e un conto corrente bancario per un valore pari al profitto del peculato.
di Redazione
06/03/2018 alle 13:03:22
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