Il Tribunale del Riesame conferma il sequestro di un dehors a Savelletri: non ha rispettato il regolamento

FASANO - Nessun dissequestro. Il Tribunale del Riesame di Brindisi ha rigettato l'istanza presentata da un avvocato verso il decreto di sequestro preventivo emesso l'11 luglio scorso dal Gip nei confronti del dehors a servizio di “Don Pesce”, attività sita a Savelletri. Si attendeva la notifica della decisione dei giudici che è arrivata ieri sera con non poche sorprese. Infatti, proprio per i magistrati, la struttura non è conforme al regolamento comunale e quindi necessitava di un titolo edilizio. Ecco quindi che emerge come non sia vero che ci siano falle nel regolamento ma, anzi, che quest'ultimo, non sia stato rispettato. I giudici del Riesame, nelle motivazioni, riportano testualmente che i dehors, per il regolamento comunale, si intendono “strutture precarie costituite da un insieme di elementi mobili posti in modo funzionale ed armonico nello spazio pubblico o privato gravato da servitù di uso pubblico, destinati rigorosamente ad uso limitato nel tempo e collegato ad attività di pubblico esercizio senza creare un incremento della capacità insediativa”. Sempre secondo il regolamento tali strutture devono essere smontabili e facilmente rimovibili e non devono prevedere alcuna infissione al suolo.

Ma, stando a quanto rilevato dalla Polizia municipale di Fasano durante un sopralluogo, il dehors di “Don Pesce” era stato realizzato un manufatto in legno su di un marciapiede “eretto con dieci pilastrini in legno. La struttura risultava coperta con assi di legno trasversali sulle quali erano stati posati fogli di plexiglass. Il manufatto, inoltre, era dotato di impianto di illuminazione, di una pedana in legno e di impianti di videosorveglianza e filodiffusione”. Ebbene per il Gip le modalità di realizzazione del manufatto, ancorato sia all'edificio, sia al suolo e munito di pedana sporgente ben oltre il marciapiede, “consentono di ritenerlo un'opera permanente dal punto di vista urbanistico-edilizio, essendosi, nei fatti, lontanissimi dalla struttura precaria e semovente prevista nel regolamento comunale e nelle prescrizioni della Soprintendenza che aveva espressamente richiesto il non ancoraggio”. I giudici del Riesame non hanno quindi ritenuta fondata la linea difensiva espressa dall'avvocato difensore. E per questo ritengono il sequestro fondato in quanto, si ribadisce, non conforme al regolamento comunale essendo la struttura “un prolungamento dell'esercizio commerciale e un'ampia stanza supplementare esterna suscettibile di autonoma utilizzazione”. Il manufatto, così com'è, è lungi dal potersi considerare precario, occasionale, contingente e pertinenziale come richiede il regolamento comunale ma qualificato come una struttura di non facile rimozione se si considera la presenza degli impianti di illuminazione, videosorveglianza e filodiffusione installati. Per quanto concerne la richiesta di facoltà d'uso i giudici del Riesame hanno rigettato l'istanza in quanto solo il pm procedente può decidere in merito.

La sentenza, dunque, apre altri scenari. Secondo il giudice, quindi, i dehors potrebbero non rispettare il regolamento comunale che a questo punto viene sollevato da ogni responsabilità. Resta da capire come mai, allora, leopere non siano statiecontrollate in corso di costruzione. Oppure rsta da vedere se i pareri positivi siano stati concessi con troppa superficialità. Su questo sta indagando la magistratura. Intanto il Tribunale del Riesame ha dichiarato inammissibili altri tre ricorsi (quelli per "Luna Rossa" e "Osteria del Porto" a Savelletri e di un altro dehors a Torre Canne)  in quanto presentati prima dei termini. E' chiaro, che, in questi ultimi casi, gli avvocati potranno presentare nuovamente istanza nei prossimi giorni anche se, alla luce delle motivazioni, qualcosa potrebbe cambiare anche nella linea difensiva. Per "Don Pesce", invece, non resta che il ricorso in Cassazione.