ESTREMO SALUTO
L'ultimo abbraccio a Carlo Lisi: celebrati i funerali
Anche un gruppo di amici da Ravenna non ha voluto mancare alle esequie del 39enne fasanese annegato a Torre Canne
La salma portata fuori dalla chiesa del Purgatorio
FASANO – Un addio composto, quasi riservato, quello dato dalla comunità fasanese a Carlo Lisi, il 39enne annegato sabato pomeriggio (11 agosto) a Torre Canne. Il carro funebre della ditta Fratelli Vinci, puntuale, si è mosso dalla Chiesa del Purgatorio verso la Chiesa Matrice attraversando l'assolata e semivuota piazza Ciaia. Ad accompagnare il feretro, immersi in un dolore dignitoso la moglie Elena, la mamma Lorenza, il papà Gino e la sorella Anna Laura sempre sorretta dal marito Nicola. Una famiglia unita da sempre e che davanti a questa tragedia ha fatto ancor più quadrato mostrando una dignità difficile da riscontrare in casi come questi. Per l'ultimo saluto a Carlo sono giunti da Casola Valsenio, il paesino in provincia di Ravenna dove lo sfortunato fasanese si era trasferito per lavoro, anche una ventina di amici. Hanno viaggiato tutta la notte pur di essere presenti. Il rito funebre è stato celebrato dal priore di Fasano don Sandro Ramirez.
«Il mistero della morte è sempre un mistero che ci opprime – ha detto don Ramirez nell'omelia -. La morte di un uomo nel pieno della sua vita. Si può incontrare la morte come l'ha incontrata Carlo, durante un giorno di vacanza. Ma anche in guerra, in un incidente stradale o per malattia. Il mistero della morte in qualche maniera ci ricorda che noi siamo fatti per morire. Siamo in questa chiesa per fare corona al nostro fratello Carlo, per accompagnarlo e per pregare per lui ma anche per decidere. Ci sono giorni, ore e situazione che possono risultare decisive. Siamo qui per decidere che pensiamo che l'esistenza di Carlo finisce qui oggi, che stiamo scrivendo solo l'ultima pagina della sua biografia e tutto quello che Carlo ha vissuto, amato e pensato si chiude qui per abbandonarci nella bellezza dei ricordi, nella disperazione. Oppure possiamo decidere di fidarci del Signore che nel salire su una croce ha voluto aprirci una strada verso una vita che è eterna. Possiamo aprirci allora alla speranza del regno di Dio. E' la scommessa della fede. Mai come in queste occasioni ci turba, ci sconvolge. Nei vostri occhi c'è tanta tristezza e dolore. C'è una ferita nel vostro cuore, in quello della moglie, dei genitori, della sorella, che righerà l'anima. Non si rimargina quella ferita. Tutto l'amore che avete voluto a Carlo e che avreste voluto dargli per tanti anni ancora mi auguro non vada perduto. Non permettete al dolore di spegnere l'amore».
La salma di Carlo Lisi è stata tumulata nel cimitero di Fasano anche grazie alla volontà della moglie che ha voluto far sì che restasse nella sua città natia. L'ennesimo, estremo, gesto d'amore di una donna che sa di aver perso per sempre la sua anima gemella.
di Alfonso Spagnulo
13/08/2012 alle 10:33:13
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