TRAGEDIA SFIORATA
Dramma a Torre Canne: salvato dalla furia del mare
Un uomo è stato salvato dopo essere caduto accidentalmente in mare e, a causa delle onde, rischiato di affogare
Mare agitato a Torre Canne
FASANO - Alla fine se l'è cavata con numerosi graffi e contusioni, ma, nel giorno della tragedia che ha visto morire Carlo Lisi, quanta paura ieri mattina (sabato 11 agosto) per un 46enne della provincia di Bari, in seria difficoltà, nelle acque antistanti il braccio del porto di Torre Canne, dopo essere scivolato e caduto in mare. La burrasca lo ha scaraventato più volte sugli scogli per una decina di minuti e solo grazie all'intervento di alcuni pescatori, che si sono accorti dell'uomo, sono riusciti ad aiutarlo e a metterlo in salvo. L'uomo, solo e con uno zaino sulle spalle, aveva deciso di farsi una passeggiata sugli scogli, sul braccio del porto di Torre Canne. Una scelta davvero azzardata se si considera che il lato scelto dal 46enne era quello in cui le onde, imponenti per il forte vento, si scagliavano. Ma, imperterrito e forse troppo sicuro delle sue capacità, ha preferito andare avanti, facendo però la scelta sbagliata. Dopo pochissimi metri, infatti, alla prima forte onda, l'uomo ha perso l'equilibrio, cadendo rovinosamente sugli scogli.
L'impatto è stato violento e, per il forte dolore, il 46enne non ha avuto la forza immediata di rialzarsi, facendosi trascinare dalle onde. Il mare, come si diceva, era davvero in burrasca. Onde alte alcuni metri, che si scagliavano contro gli scogli con una forza impressionante. D'altronde, quando su Torre Canne spira il vento da nordest, il mare diventa una furia, difficile da gestire se non si è esperti. La caduta dell'uomo non è stata notata immediatamente dai bagnanti: il 46enne era stato l'unico a percorrere quel tratto di costa. «Più volte sono stato scaraventato contro gli scogli - ha detto una volta tratto in salvo -. La forza del mare era davvero impressionante, le onde mi sbattevano da una parte all'altra. Non avevo la forza di gridare, di chiedere aiuto. Il rumore dell'acqua era notevolmente superiore alla mia voce, nessuno poteva ascoltarmi. Mi sono così aggrappato ad uno scoglio, in attesa che qualcuno notasse le mie difficoltà e mi soccorresse. Sono rimasto in quella posizione credo per almeno dieci minuti, un tempo infinito».
In effetti, l'uomo, non solo aveva difficoltà a rimanere a galla e a respirare, ma riceveva continui colpi su tutto il corpo dagli scogli appuntiti. Alcuni passanti si sono accorti del 46enne in difficoltà e si sono recati nella zona dell'ormeggio per chiedere aiuto: il responsabile del porto Rocco Cofano, uscito in mare a bordo di un gommone, lo ha raggiunto, facendolo salire a bordo. Una volta giunto sulla terra ferma, il 46enne è stato soccorso anche dal figlio. Il corpo dell'uomo era ricoperto di ferite sanguinanti, ma non ha richiesto l'intervento dell'ambulanza. È salito a bordo dell'auto del figlio e si è diretto al posto di primo intervento allestito dal 118, dopo aver ringraziato innanzitutto colui che si è accorto della sua presenza in acqua e Rocco Cofano per averlo recuperato e fatto salire sul gommone, portandolo in salvo. Un'esperienza davvero traumatica per l'uomo, fortunatamente risoltasi nel migliore dei modi.
di Redazione
12/08/2012 alle 06:40:20
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