TRAGEDIA IN MARE
'Fatemi vedere l'amore mio', il grido disperato di Elena, la moglie di Carlo Lisi
La 30enne consorte dell'uomo annegato al largo di Torre Canne ha assistito al ritrovamento del corpo insieme agli altri familiari
I familiari di Carlo Lisi
FASANO – «Fatemi vedere l'amore mio». Questo il primo straziante urlo di Elena, la giovane moglie di Carlo Lisi, il 40enne fasanese ma residente in provinciali Ravenna annegato nelle acque antistanti Lido di Tavernese a Torre Canne. Il corpo del giovane era stato appena tirato fuori dal mare agitato da alcuni sommozzatori dei vigili del fuoco. A richiamare l'attenzione di questi ultimi un uomo che da terra seguiva le operazioni di ricerca. Aveva notato il corpo galleggiare e ha subito allertato un agente della guardia costiera a pochi metri da lui. Quest'ultimo ha dato l'allarme e un'acquascooter dei vigili del fuoco ha subito ripiegato verso la zona indicata. Un surfista che era sulla spiaggia ha prestato la sua tavola ai soccorritori affinché vi adagiassero sopra il corpo del povero Lisi. Il tutto a pochi metri da dove lo sfortunato 40enne fasanese si era immerso. Ecco perché, appena visto i movimenti in acqua dei soccorritori i familiari di Carlo Lisi sono immediatamente giunti sul posto dove il corpo è stato adagiato. Impietrito il padre, Gino Lisi, una vita trascorsa da operatore sanitario. Si è avvicinato al corpo del suo ragazzo per un'ultima carezza.
La moglie dell'uomo annegato è stata trattenuta a stento ma nessuno ha avuto il coraggio di non farle vedere, anche se da qualche metro di distanza, il corpo del marito. Abbracciata al marito anche la sorella dello sfortunato fasanese. Hanno assistito piangendo a tutte le operazioni e anche loro hanno lanciato urla disperate appena visto il corpo. «Amore mio, amore mio – ha continuato a ripetere la moglie di Carlo Lisi stretta al suocero –. Perché? Perché è successo questo?». In una sorta di mesto corteo i familiari hanno accompagnato i vigili del fuoco mentre trasportavano il cadavere alla vicina ambulanza.
Con loro anche Nico Leone, il bagnino di Lido Tavernese, colui che per primo ha lanciato l'allarme. «Erano circa le 14.15 quando sono stato avvicinato da una signora molto agitata – spiega Leone -. Mi ha detto che il marito si era tuffato in mare a una cinquantina di metri dal nostro lido. Era trascorsa un'ora e non era rientrato. Il mare era agitato e quindi mi sono preoccupato di lanciare l'allarme alla guardia costiera e mi sono recato sul posto da dove l'uomo era entrato in acqua. Abbiamo capito subito che si trattava di qualcosa di grave ma abbiamo pensato subito a tranquillizzare la donna che, naturalmente, era agitatissima. Poi sono arrivati i sommozzatori e la guardia costiera fino al ritrovamento».
Alcuni operatori della guardia costiera sono stati sempre vicini ai familiari di Carlo Lisi così come alcuni operatori del 118 chiamati per l'occasione. Sul posto è anche giunto l'ex vicesindaco di Fasano Antonio Scianaro legato da vecchia amicizia con il padre del ragazzo annegato. Infatti Gino Lisi per anni ha lavorato nel laboratorio analisi diretto dallo stesso Scianaro e anche il figlio Carlo si era trasferito a Casola Valsenio, in provincia di Ravenna, per lavorare nel comparto sanitario. Era venuto in vacanza nella sua Fasano, per le ferie, ma un tragico pomeriggio di agosto lo ha strappato alla vita.
di Redazione
12/08/2012 alle 01:57:32
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