DOLORE INFINITO
Carmelo Orlandino: 'Sentenza giusta ma nessuno ci ridarà indietro il nostro Leo'
Ieri è arrivata la condanna del 57enne autista che provocò, nel dicembre del 2015, la morte di 5 persone sulla Statale 379 tra cui il fasanese Leo Orlandino
FASANO - Un pianto liberatorio, un accumulo di tensione scaricato al momento della lettura della sentenza. I genitori di Leo Orlandino, il 21enne fasanese morto nel terribile incidente avvenuto il 12 dicembre 2015 sulla Statale 379, all'altezza di Torre Spaccata, in territorio di Fasano, hanno voluto assistere alla lettura del dispositivo che ha condannato a sei anni di reclusione il 57enne terlizzese Francesco De Sario, l'autista del tir che provocò la strage. «L'unico “sollievo”, se così vogliamo definirlo – dice Carmelo Orlandino, padre del giovanissimo portiere del Real Paradiso Brindisi – è che la giustizia non ha chiuso gli occhi nonostante il caso non rientrasse nel reato di omicidio stradale, legge entrata in vigore dopo l'incidente. A conferma c'è anche la maggiore pena inflitta rispetto alla richiesta del pm. Però, sinceramente, sei, dieci, venti o quaranta anni per noi cambia poco. Nostro figlio non l'avremo più. Sono passati 15 mesi dall'incidente e ora si è chiusa una parte della storia. La condanna è solo un piccolo sollievo. La nostra reazione, alla lettura della sentenza, è stata quella di un pianto. Lacrime di due genitori che hanno perso una parte della propria vita».
Carmelo Orlandino ha convinto la moglie a seguirlo in tribunale. Voleva esserci. Voleva conoscere l'esito di un dibattimento processuale seguito passo dopo passo nonostante un dolore fortissimo, inestinguibile. «Sono state tante le aggravanti che hanno portato il giudice ad emettere questa sentenza – spiega ancora Orlandino -. La sfortuna ha voluto che accadesse nel momento in cui Leo transitava sulla Statale per raggiungere Brindisi e allenarsi. Ma sarebbe potuto accadere ovunque date le condizioni in cui stava guidando l'autista». Carmelo è rimasto legato alla società del Brindisi, squadra dove il figlio militava, che ha chiesto proprio a papà Orlandino di svolgere il ruolo di addetto agli arbitri. «Nonostante fossero solo quattro i mesi trascorsi da Leo a Brindisi – dice commosso papà Carmelo – tutti gli volevano un gran bene. Era proprio impossibile non amarlo. Era un ragazzo trascinatore. Chi lo ha conosciuto continua a ricordarlo come fosse ancora con noi. Per noi, la sua famiglia, sono stati mesi difficilissimi e lo saranno anche i prossimi. Difficile accettare la morte di un figlio. Ci manca e ci mancherà sempre. Manca a me, alla mamma e al fratellino. Sappiamo che dobbiamo andare avanti anche per l'altro nostro figlio. Leo è sempre al nostro fianco ed è lui che ci dà la forza di vivere ogni giorno».
di Redazione
03/03/2017 alle 06:44:36
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