FASANO - Un accordo, con particolare attenzione alle fatture, tra ortopedico e praticante avvocato. E via certificati “gonfiati” per periodi di malattia debitamente ritoccati (in eccesso) in seguito a incidenti stradali realmente accaduti. Che i sinistri fossero o meno simulati, si tratterebbe pur sempre di truffe alle assicurazioni per il pm Milto Stefano De Nozza che ha richiesto 20 condanne e 17 proscioglimenti per prescrizione al termine di uno dei quattro tronconi che provengono dall'inchiesta “poncio” sulle messinscene fatte per intascare indebitamente gli indennizzi. Tra le persone coinvolte anche tantissimi fasanesi. La pena più alta è stata invocata dal pm per il legale, Antonio Mileti, di Fasano: 5 anni e 2 mesi. Sul rapporto con l'ortopedico fasanese Francesco Zizzi che come il collega Giovanni Manfredi (anch'esso di Fasano) ha patteggiato in fase di indagini preliminari, si è incentrata quasi tutto il percorso logico fatto dall'accusa.
Gli altri imputati sono comparse: persone che avrebbero subito incidenti e lesioni dalle conseguenze ingigantite e che ne avrebbero avuto piena consapevolezza, se si considera che tutti hanno intascato somme sovradimensionate rispetto a quanto dovuto. Secondo il pm vi sarebbe stata una sistematica falsificazione dei certificati ad opera del medico, su richiesta del praticante. Sono state rimarcate, inoltre le discrepanze, le contraddizioni tra quanto emerge dalle intercettazioni ambientali e quanto da Mileti dichiarato durante l'esame, nel corso del dibattimento. Il pm ha inoltre ricordato quanto fu raccontato dai medici legali, sentiti come testimoni: le microlesioni riportate dalle vittime di incidenti stradali sono riscontrabili solo sulla base di quanto viene raccontato dai feriti. Non c'è altro metodo per stabilirne l'effettiva esistenza. Ed è proprio con le “microlesioni”, ha fatto notare il pm, che si riescono a compiere i raggiri in danno delle compagnie assicurative. Alcune di esse sono costituite parte civile.
Nel troncone in questione, che si è celebrato ieri (lunedì 28 novembre) dinanzi al Tribunale in composizione collegiale (Cucchiara, Biondi, Orazio), è parte civile anche l'Azienda sanitaria locale. La conclusione a cui è giunta la procura, dunque, è che “tutti gli incidenti ricostruiti sono incidenti con conseguenze aggravate, sulla base di certificati falsi”. Ciò è confermato, ha più volte ribadito De Nozza, dalle dichiarazioni dei medici e dalle intercettazioni che offrono a parere dell'accusa un quadro “granitico”. Una sorta di “monolite” contro cui gli imputati hanno dovuto misurarsi, più degli altri Mileti, che si è difeso nel corso del processo sostenendo di aver soltanto fornito assistenza ai propri clienti, di aver avuto cioé un ruolo di intermediario.
Ecco tutte le richieste per gli imputati del troncone dei fasanesi: per Cosimo Berberi, 1 anno e 1 mese; Giuseppe Carbotti, 1 anno; Pietro Mirko Carbotti, 1 anno; Teresa Ciaccia, 1 anno; Umberto D'Errico, 1 anno; Antonella Maglionico, 1 anno; Antonio Mileti, 5 anni, 2 mesi e 5 giorni; Mariangela Mileti, 1 anno; Maria Napoletano, 1 anno; Antonio Pagnelli, 1 anno; Rosalia Pagnelli, 1 anno; Angelo Perillo, 1 anno; Fabio Rodio, 1 anno; Felice Schiavone, 1 anno; Filomena Semeraro, 1 anno; Giuseppe Semeraro, 1 anno; Paolo Speciale, 1 anno; Francesca Cecilia Tortella, 1 anno; Tommaso Zacheo, 1 anno.
Non doversi procedere per Angelo Albanese; Tommaso Albanese; Jessica Alò; Danilo Giuseppe Baldassarre; Fabrizio Baldassarre; Vincenzo Baldassarre; Vito Sante Baldassarre; Alexander Daka; Nikel Daka; Saimir Daka; Pietro Ferrante; Anna Francesca Giuranna; Vito Mansueto; Paolo Sisto; Valentina Pace; Giovanni Mileti, Paolo Mileti.